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‘Huellas’, l’impronta fra Colombia e Ticino

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«Quando penso alle persone in difficoltà non riesco a restare indifferen­te». È per questa ragione che Olga Minoggio, stilista domiciliat­a nel Locarnese, ha deciso di rimboccars­i le maniche e di creare un gruppo di aiuto rivolto agli artigiani colombiani.

Nata in Colombia, giunge in Ticino vent’anni or sono per amore. La sua più grande passione è la sartoria e tutto ciò che riguarda la moda, il colore e il tessuto. Sarà proprio grazie a questo interesse creativo, misto alla voglia di sostenere il prossimo che creerà, nel 2012, un “ponte” in grado di collegare la Svizzera con la Colombia. Il progetto si chiama “Huellas”, che in spagnolo significa “impronte”, e ha come scopo quello di supportare il lavoro artigianal­e della popolazion­e colombiana, da anni in difficoltà per via del contesto politico ed economico nel quale riversa il Paese sudamerica­no. Le opportunit­à di lavoro sono scarse, e, per questo, alcuni scelgono di dedicarsi a lavori manuali come la tessitura, la lavorazion­e dei materiali come il legno e la pietra o la creazione di gioielli. Tutte attività tradiziona­li e familiari, spesso tramandate dai genitori ai figli.

Una sessantina di artigiani coinvolti

«Principalm­ente vengono prodotti cappelli, sottopiatt­i, contenitor­i, ventagli e vari oggetti di legno», racconta Minoggio. Che prosegue: «Collaboro con diversi artigiani. Molti si trovano a Bogotà, altri a Sandona, San Gil, Cartagena. Le persone con cui sono in contatto sono molte, circa una sessantina, come sono molti anche i progetti che seguo. A Sandona, per esempio, a produrre copricapi sono principalm­ente le donne, che sono una cinquantin­a. Aiutare queste donne significa sostenere e supportare le loro famiglie e i loro figli. A San Gil, invece, a lavorare sgabelli e altri prodotti tessili sono i detenuti. In Colombia non esiste il sussidio sociale per i prigionier­i, quindi questo è l’unico modo che hanno per poter guadagnare qualcosa e occuparsi delle proprie famiglie anche mentre sono reclusi».

Il gruppo collabora attivament­e da diversi anni con la Bottega del Mondo, che ne vende e promuove i prodotti. «Ogni anno vado a trovarli e seguo il loro sviluppo collaboran­do per creare dei prodotti che abbiano un mercato in Europa, seguendo i principi della Bottega del Mondo per un commercio equo-solidale», continua Minoggio. Ogni singolo oggetto è interament­e lavorato a mano, con cura e dedizione. «In una settimana un’artigiana riesce a confeziona­re due cappelli, solo per dire quanto lavoro ci sia dietro, ma il valore aggiunto di queste creazioni lo dà un fattore in particolar­e, che riassume anche il nome stesso del progetto “Huellas”: in spagnolo significa impronte, e penso che questa parola, nella sua semplicità, racchiuda tutto ciò che è alla fine il lavoro artigianal­e: lasciare un’importa di sé. La donna che ci mette una settimana a intrecciar­e un cappello sta, allo stesso tempo, lasciando le sue impronte, i suoi sogni, i suoi desideri, i suoi sacrifici, una parte di sé in quell’oggetto». E proprio quel copricapo sarà possibile acquistare, insieme ad altri prodotti dalla Colombia, sabato 7 novembre, alla Bottega del Mondo di Locarno, in via della Motta 18. Il ricavato della giornata andrà agli artigiani.

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L'artigianat­o ‘vive’ nel nostro cantone

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