L’ostetricia chiude... ancora
Scatta il dispositivo per fronteggiare la pandemia da Covid-19. E riaffiorano i timori.
Da oggi, martedì 3 novembre, i reparti di ostetricia, neonatologia e pediatria chiudono. Per la seconda volta anche l’Obv dovrà fare la sua parte per aiutare le strutture sanitarie pubbliche a fronteggiare la seconda ondata della pandemia. L’Ospedale regionale rinuncia, di nuovo, al suo Dipartimento donna-bambino. Per un mese almeno (fino al 30 novembre prossimo) sarà così. Nessuno, però, oggi sa dire se la decisione sarà (o meno) a tempo determinato. Sta di fatto che la popolazione del Mendrisiotto dovrà far capo a Lugano. E se le ragioni di questa scelta sono comprese da tutti davanti al numero di contagi da Covid-19 che crescono (e soprattutto alle ospedalizzazioni), riaffiora comunque il timore di vedersi sfuggire di mano un servizio, come la Maternità, importante per il Distretto. Tant’è che i malumori si stanno già facendo strada e le reazioni non sono mancate.
‘Deve durare il tempo dell’emergenza’
Già il luglio scorso, quando i vertici dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) si erano ritrovati a tu per tu con la delegazione parlamentare guidata dal primo cittadino del Cantone Daniele Caverzasio, presente il direttore del Dipartimento sanità e socialità (Dss) Raffaele De Rosa, lo si era fatto capire in modo chiaro. Qualora si fossero ripresentate la necessità e l’urgenza di rimettere in piedi il dispositivo, si sarebbe reagito di conseguenza. Come dire che si era preparati a ogni evenienza, anche perché è il coronavirus, sin qui, a dettare l’agenda. Ciò che ci si attende nella regione, come ricorda Ivo Durisch, deputato del Ps, è che, una volta rientrata l’emergenza – tutti sperano quanto prima –, anche il Dipartimento riapra i battenti. Anzi, agli occhi del Plr della Città di Mendrisio “l’adeguamento del dispositivo ospedaliero a questa situazione dovrà durare il meno possibile ed essere ripristinato nella sua normalità appena la situazione sanitaria lo consentirà”.
Il dubbio resiste
Nei politici locali e non solo resiste, insomma, il tarlo del dubbio, che non aveva abbandonato i parlamentari momò neppure dopo l’incontro estivo. In effetti, fa notare il Plr per voce del presidente Tiziano Calderari, “il secondo, doloroso, rinvio delle attività di ostetricia e pediatria all’Ospedale regionale di Lugano non deve in alcun modo essere considerato come l’anticamera allo spostamento definitivo, con la relativa chiusura di entrambi i reparti dell’Ospedale regionale di Mendrisio”. La percezione, lascia intendere Calderari da noi interpellato, è che vi sia del malcontento all’interno dell’Obv e che il pericolo di uno smantellamento esista, nonostante le rassicurazioni giunte dall’alto. Quindi, meglio prevenire – e da qui la presa di posizione del Plr – che curarsi le ferite a cose fatte. Ecco che i liberali radicali da un lato chiedono di rispettare quanto emerso durante la riunione di luglio – e insieme le “legittime aspettative” della popolazione –, dall’altro esortano i cittadini a fare la loro parte nel contrasto alla diffusione del Covid-19.
Oggi fa testo la pianificazione ospedaliera
Per Giorgio Fonio, che sin dall’inizio sta seguendo il dossier in qualità di granconsigliere del Ppd e come sindacalista Ocst, non c’è motivo di allarmarsi, a fare testo il mandato assegnato a suo tempo a livello cantonale all’ospedale di Mendrisio. «È vero – commenta –, si è messo in atto il dispositivo, ma come si è già chiarito, la presenza di una maternità a Mendrisio non può e non deve essere messa in discussione. Il consigliere di Stato De Rosa lo ha detto in modo netto: a emergenza finita il reparto deve tornare a operare all’Obv nei regimi imposti dalla pianificazione ospedaliera cantonale». In altre parole, il Dipartimento donna-bambino non si tocca. Certo, conferma Fonio, «il personale è sotto pressione e preoccupato. Si spera, dunque, che anche dal profilo della comunicazione e della chiarezza, questa volta, si informi il personale con maggior precisione e sensibilità». In effetti, la missiva indirizzata a giugno dall’Ocst alla direzione generale dell’Eoc per chiedere delle rassicurazioni attende ancora una risposta.
Pronta la petizione popolare
Del resto, nel Mendrisiotto sono pronti a salire sulle barricate (se sarà il caso) per difendere l’ostetricia, e con essa la neonatologia e la pediatria. A ricordarcelo è Matteo Muschietti, municipale a Coldrerio nonché ex presidente dell’assemblea dei delegati comunali per l’Obv, il primo il maggio scorso ad attirare l’attenzione su questo servizio della sanità di prossimità e a dare corpo alla preoccupazione di perderlo. «Capisco le esigenze legate al Covid-19, ma ribadisco che questi reparti devono rimanere nel Mendrisiotto – dice raggiunto da ‘laRegione’ –. Tant’è vero che il prossimo 12 novembre ne dovevamo dibattere nel gremio intercomunale del Distretto. La riunione, però, è stata annullata e rinviata a data da stabilire a seguito della pandemia. In ogni caso – precisa ancora Muschietti con piglio battagliero –, se si farà la mossa di togliere il Dipartimento donna-bambino all’Obv, si dovranno fare i conti con una petizione popolare». Il municipale ha già pronte carta e penna.