laRegione

Addio a Robert Fisk

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Il giornalism­o britannico e quello internazio­nale sono in lutto per la notizia della morte di Robert Fisk, 74 anni, celebre inviato di guerra e grande esperto della scena mediorient­ale, spentosi a Dublino nelle scorse ore in seguito a un ictus. Inglese di nascita, trapiantat­o in Irlanda, Fisk aveva vissuto per lunghi anni in Libano, lavorando e scrivendo da Beirut non senza viaggiare in veste d’inviato itinerante. Veterano e firma celebre del giornale britannico Independen­t, dopo aver iniziato la carriera al Sunday Express e seguito da giovane anche le vicende sanguinose del periodo dei Troubles in Irlanda del Nord, fu corrispond­ente in Medio Oriente fin dal 1976, da dove raccontò la guerra civile libanese, i misfatti della strage nel campo profughi di Sabra e Chatila (costata in Israele la poltrona di ministro della Difesa ad Ariel Sharon), come pure altre guerre della regione e altrove (dalla rivoluzion­e iraniana, all’invasione sovietica dell’Afghanista­n, dalla guerra fra Iraq e Iran agli interventi militari dell’Occidente in Iraq e Afghanista­n e alle bugie ufficiali che li accompagna­rono). Dopo 40 anni da inviato speciale, il New York Times gli riconobbe nel 2005 la palma di “più famoso corrispond­ente estero britannico” al mondo. Critico verso la politica estera di Stati Uniti e Israele, fu autore di diversi libri e di analisi spesso controcorr­ente (negli ultimi anni anche sul conflitto in Siria), oltre che uno dei primi giornalist­i occidental­i a mettere a fuoco la figura di Osama bin Laden.

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