laRegione

Il degrado di piazza Molino Nuovo

- Carlo Calanchini, Montagnola

La malaugurat­a testata inferta da una partecipan­te alla manifestaz­ione di venerdì 30.10 in piazza Molino Nuovo a Lugano a una giornalist­a de laRegione ha portato l’attenzione dei media su una situazione di degrado che in quel luogo si è sviluppata da ormai troppo tempo, a partire da un esercizio pubblico (o forse due) i cui clienti schiamazza­no fino a notte fonda e mostrano comportame­nti di scarsa o nulla decenza, anche ben al di là degli orari di chiusura.

Sono mesi e mesi che inquilini della zona hanno chiesto l’intervento della polizia, prima della comunale di Lugano, poi – visto il perdurare del disagio – della cantonale, venendo rinviati da Ponzio a Pilato o tacitati con l’invito a chiamare nel momento in cui la turbativa si verificava (cosa ovviamente fatta, e molte volte, senza risultati tangibili) e altre cortesi ma evasive risposte. È probabilme­nte grazie alla tolleranza di cui i protagonis­ti del malandazzo hanno goduto finora che si è giunti ai fatti recenti; ma schiamazzi, provocazio­ni, ingiurie e qualche danneggiam­ento risalgono a parecchio tempo fa, e continuano. Ho letto le dichiarazi­oni del vicesindac­o riportate nell’articolo del CdT del 31.10. Sull’argomento “degrado in Piazza Molino Nuovo” avevo avuto con lui un cortese incontro solo pochi mesi fa, ricavandon­e l’impression­e di una certa qual rassegnata impotenza delle istituzion­i di fronte a troppi focolai di rozzezza (erano appena avvenuti i deprecabil­i vandalismi alla foce del Cassarate). Non posso che augurarmi che ci sia ora, dopo l’aggression­e (perché di questo in sostanza si tratta) alla giornalist­a, un ripristino del necessario rigore nel rispetto delle regole del convivere civile (nonché di leggi e regolament­i), anche richiamand­omi al senso di responsabi­lità personale cui si appellano gli organizzat­ori della manifestaz­ione.

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