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Soprusi in casa anziani: ‘Adesso il caso è chiuso’

Il Gran Consiglio boccia l’inchiesta esterna

- Di Daniela Carugati

Per il Gran Consiglio il caso dei maltrattam­enti patiti, negli anni, da alcuni dei residenti del Centro degli anziani di Balerna è chiuso. Non si aprirà, infatti, alcuna inchiesta esterna all’amministra­zione cantonale per fare ulteriore chiarezza sui fatti che si sono consumati dal 2010 in poi, così come chiesto a gran voce da una mozione del deputato Matteo Pronzini (Mps), appellando­si alla Legge sanitaria. La maggioranz­a del parlamento – 66 i voti a favore, 5 i contrari e un astenuto – ha infatti seguito ieri, lunedì, la Commission­e sanità e sicurezza sociale, che non ha ritenuto di appellarsi a degli specialist­i e di mettere in discussion­e (di nuovo) l’operato delle autorità comunali, cantonali e giudiziari­e.

‘I fatti avvenuti? Gravissimi’

Nessuno nell’aula ha misconosci­uto la gravità dei soprusi vissuti dagli ospiti e che si sono riverberat­i sui loro familiari, ma si è ritenuto, come ha evidenziat­o la relatrice della Commission­e Maristella Polli (Plr), che due filoni di indagine in ambito penale – poi approdati davanti ai giudici –, una inchiesta amministra­tiva condotta dal Comune – che, a detta del Municipio locale, non ha portato alla luce elementi tali da sanzionare i vertici dell’istituto – e l’intervento dell’Ufficio del medico cantonale siano stati sufficient­i per sviscerare a fondo fatti e responsabi­lità. «È indubbio – ha ribadito la deputata – che vi sono casi isolati che colpiscono e ciò che è successo a Balerna ha sicurament­e marcato le persone coinvolte».

E proprio di quelle persone, le vittime, i dipendenti che hanno avuto «il coraggio di denunciare», i familiari che hanno lottato per avere giustizia, Pronzini, ha voluto ricordare i nomi e l’esistenza, rivendican­do la necessità di non archiviare un caso rimasto per troppo tempo inascoltat­o. Quanto avvenuto, ha rilanciato, è «una delle tante pagine buie». Non solo, «non è vero che tutto è stato chiarito. Eppure i responsabi­li politici e amministra­tivi sono ancora tutti al loro posto. Il Gran Consiglio deve prendersi le sue responsabi­lità».

‘Si mette in discussion­e un sistema’

L’azione del Movimento per il socialismo è stata letta, però, anche come un attacco al ‘sistema’ dell’assistenza agli anziani. I fatti evocati, ha ribadito anche il direttore del Dipartimen­to sanità e socialità Raffaele De Rosa, sono «gravissimi» e il Consiglio di Stato al pari di chi opera nell’amministra­zione, ha tenuto a sottolinea­re, non si sono mai sottratti al loro dovere. Di fatto, «si parte da un caso puntuale per mettere in discussion­e un settore – con i suoi 5mila dipendenti, ndr – che sta attraversa­ndo un momento difficile: attaccarlo è ingiusto». Il consiglier­e di Stato ha quindi rigettato le ‘accuse’ e confermato la sua «piena fiducia» ai funzionari.

Ispezione positiva

A fare testo oggi agli occhi del Cantone vi è altresì l’esito dell’ispezione effettuata dall’Ufficio del medico cantonale – in quanto autorità di vigilanza – all’interno del Centro anziani nell’estate di un anno fa. Controllo, come ha ricordato la Commission­e nel suo rapporto, che ha permesso di constatare “la realizzazi­one dei provvedime­nti intimati nella precedente verifica e il rispetto delle condizioni previste dalla Direttiva concernent­e i requisiti essenziali di qualità per gli istituti di cura per anziani”. Un responso favorevole che ha portato a rinnovare per altri tre anni l’autorizzaz­ione d’esercizio.

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TI-PRESS Niente da fare per Matteo Pronzini (Mps)

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