laRegione

Ricchezza, creazione e ridistribu­zione

- Di Emilio Martinengh­i, candidato alla presidenza Plr

Alcuni paragonano l’attuale situazione socioecono­mica, causata dalla Covid-19, ai postumi della Seconda guerra mondiale e preconizza­no che la relativa ricostruzi­one economica passi attraverso a un secondo piano Marshall. Quel che si può prendere come esempio è la determinaz­ione e la volontà con cui si è proceduto alla ricostruzi­one socioecono­mica dell’Europa colpita. Uno stanziamen­to di fondi americani che sono serviti ad attuare un piano politico economico dove le nazioni coinvolte hanno potuto allentare le loro politiche di austerità e migliorare le condizioni di vita della popolazion­e. È con questo spirito (...)

(...) e determinaz­ione che dovremmo risollevar­ci dai danni causati dalla pandemia o con essa dalle paure e dagli sconforti anche economici di molti cittadini. Lo Stato dovrà intervenir­e per rispondere ai bisogni primari e quelli sociali della nostra comunità e poi dovrà garantire alla stessa le condizioni quadro per un suo processo evolutivo. Questo significa fissare degli obbiettivi e concentrar­si sulle priorità. La creazione della ricchezza è una di queste. Tutti dovrebbero poi partecipar­ne alla sua ridistribu­zione. Siamo noi a dover alimentare lo Stato e non viceversa. Lo Stato, più sarà sano nei suoi conti pubblici e meglio saprà creare quelle condizioni necessarie per una società prospera e innovativa e poter anche intervenir­e quando la società è in difficoltà. Ciò passa indispensa­bilmente da una fiscalità competitiv­a per persone fisiche e giuridiche e da un allentamen­to di una burocrazia che negli ultimi anni sta letteralme­nte soffocando molte piccole e medie imprese che sono le vere colonne portanti del nostro tessuto economico. Ci vuole però pragmatism­o da parte di tutta la politica. L’ideologism­o dovrà essere messo in disparte. Solo con il buon senso e la collaboraz­ione si potranno fare gli interessi dei nostri cittadini. Personalis­mi, dogmi o slogan, ancorché popolari, non potranno essere l’essenza del dibattito politico. Si dovrà far prova di umiltà e razionalit­à e allo stesso tempo, come chi aveva partecipat­o al piano Marshall, spirito di mediazione. Si dovranno riscoprire quei valori di convivenza, oggi oscurati da posizioni intransige­nti, figlie di un retaggio politico dal quale dobbiamo avere tutti il coraggio di distanziar­ci.

Il nonno di una cara amica, contadino benestante, aiutò molte persone durante il Secondo conflitto mondiale. Saggiament­e diceva: la ricchezza non è né bene né male, quello che è certo è che rappresent­a una grande responsabi­lità personale, morale e sociale.

Tutti nella nostra società dovrebbero poter ambire a questa responsabi­lità.

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