Ricchezza, creazione e ridistribuzione
Alcuni paragonano l’attuale situazione socioeconomica, causata dalla Covid-19, ai postumi della Seconda guerra mondiale e preconizzano che la relativa ricostruzione economica passi attraverso a un secondo piano Marshall. Quel che si può prendere come esempio è la determinazione e la volontà con cui si è proceduto alla ricostruzione socioeconomica dell’Europa colpita. Uno stanziamento di fondi americani che sono serviti ad attuare un piano politico economico dove le nazioni coinvolte hanno potuto allentare le loro politiche di austerità e migliorare le condizioni di vita della popolazione. È con questo spirito (...)
(...) e determinazione che dovremmo risollevarci dai danni causati dalla pandemia o con essa dalle paure e dagli sconforti anche economici di molti cittadini. Lo Stato dovrà intervenire per rispondere ai bisogni primari e quelli sociali della nostra comunità e poi dovrà garantire alla stessa le condizioni quadro per un suo processo evolutivo. Questo significa fissare degli obbiettivi e concentrarsi sulle priorità. La creazione della ricchezza è una di queste. Tutti dovrebbero poi parteciparne alla sua ridistribuzione. Siamo noi a dover alimentare lo Stato e non viceversa. Lo Stato, più sarà sano nei suoi conti pubblici e meglio saprà creare quelle condizioni necessarie per una società prospera e innovativa e poter anche intervenire quando la società è in difficoltà. Ciò passa indispensabilmente da una fiscalità competitiva per persone fisiche e giuridiche e da un allentamento di una burocrazia che negli ultimi anni sta letteralmente soffocando molte piccole e medie imprese che sono le vere colonne portanti del nostro tessuto economico. Ci vuole però pragmatismo da parte di tutta la politica. L’ideologismo dovrà essere messo in disparte. Solo con il buon senso e la collaborazione si potranno fare gli interessi dei nostri cittadini. Personalismi, dogmi o slogan, ancorché popolari, non potranno essere l’essenza del dibattito politico. Si dovrà far prova di umiltà e razionalità e allo stesso tempo, come chi aveva partecipato al piano Marshall, spirito di mediazione. Si dovranno riscoprire quei valori di convivenza, oggi oscurati da posizioni intransigenti, figlie di un retaggio politico dal quale dobbiamo avere tutti il coraggio di distanziarci.
Il nonno di una cara amica, contadino benestante, aiutò molte persone durante il Secondo conflitto mondiale. Saggiamente diceva: la ricchezza non è né bene né male, quello che è certo è che rappresenta una grande responsabilità personale, morale e sociale.
Tutti nella nostra società dovrebbero poter ambire a questa responsabilità.