Un fattore importante per la cooperazione
Recentemente, un gruppo di professoresse e professori, ricercatrici e ricercatori svizzere/i attive/i nel settore della cooperazione internazionale hanno sottoscritto una dichiarazione a favore dell’iniziativa per delle multinazionali responsabili. Una lettera aperta pubblicata su ‘Le Temps’ il 29 ottobre ha messo in luce le contraddizioni e inesattezze esternate dai contrari all’Iniziativa. La tesi che l’Iniziativa nuocerebbe proprio ai paesi in via di sviluppo, a causa della delocalizzazione delle multinazionali che aumenterebbe quindi la disoccupazione e la povertà, è decisamente fuorviante, ambigua, e per niente veritiera. Numerosi studi dimostrano che il settore privato (...)
(...) è un motore decisivo per lo sviluppo e la riduzione della povertà, ma solo a determinate condizioni: deve garantire i principi fondamentali della sostenibilità sanciti nell’Agenda 2030, che include i diritti umani, la protezione della vita e dell’integrità fisica e, non da ultimo, la tutela ambientale, il tutto a favore di un’economia che riduca la diseguaglianza fra gli esseri umani. Purtroppo attualmente non è sempre il caso: in assenza di regole chiare in materia di responsabilità come quelle chieste dall’Iniziativa, alcune singole multinazionali danneggiano seriamente lo sviluppo sostenibile dei Paesi del sud attraverso le loro attività, mettendo il profitto al di sopra del benessere delle persone e dell’ambiente e approfittando della fragilità istituzionale di molti Paesi, dove la corruzione è uno strumento facile per raggiungere molti obiettivi di puro profitto.
L’iniziativa per multinazionali responsabili contribuisce quindi all’efficacia e alla sostenibilità della cooperazione svizzera allo sviluppo, i cui obiettivi non devono essere compromessi dagli interessi delle singole aziende. È eticamente fondamentale agire in modo coerenze con le politiche di cooperazione internazionale, il settore privato si deve adeguare alle politiche di sviluppo promosse dalla Confederazione con la sottoscrizione delle strategie globali dell’Agenda 2030. È poco plausibile pensare che le multinazionali svizzere abbandonino i Paesi del sud per recarsi altrove. Ma dove? Le materie prime e i grossi mercati si trovano proprio in quei paesi! Pensiamo al coltan usato nei nostri telefonini e tablet estratto dalle paurose miniere del Congo, vogliamo provare ad estrarlo nell’Oberland bernese? Oppure “Pure life”, acqua minerale della Nestlé venduta a 180 milioni di Pakistani, vogliamo rinunciare a quel mercato e venderla solo a 8 milioni di svizzeri? Quelle fatte dai contrari sono affermazioni formulate con spirito populista, oseremmo dire disonesto, senza alcun fondamento basato su evidenze. La comunità scientifica e le 150 organizzazioni non governative sostenitrici dell’iniziativa mettono in dubbio queste tesi. Per chiunque abbia a cuore la giustizia sociale, il benessere delle persone e dell’ambiente del nostro pianeta, la decisione è ovvia: sì all’inziativa per multinazionali responsabili il 29 novembre.