laRegione

A Castellina­ria non manca nulla

Presentata la 33ª edizione del festival del cinema giovane, online dal 14 al 28 novembre

- Di Ivo Silvestro www.castellina­ria.ch,

Cambiare tutto per non cambiare niente: potrebbe essere questo il titolo della 33ª edizione di Castellina­ria. Perché cambia tutto: il festival del cinema giovane sarà tutto online, sul sito

senza Espocentro e, viste le nuove restrizion­i, senza proiezioni in sala. Ma al contempo non cambia niente, perché «non ci siamo lasciati mancare nulla» come ha spiegato in conferenza stampa (anch’essa in streaming) la presidente Flavia Marone: confermati quindi non solo i concorsi Kids e Young, ma anche Castellinc­orto, una bel Fuori concorso, persino la Piccola rassegna, i laboratori del Pitching Lab e la mostra saranno online.

Quella di essere presenti con una vera edizione di Castellina­ria, ci ha poi spiegato la presidente, è stata una decisione presa già a marzo: «Abbiamo deciso di non accontenta­rci in partenza, ma di cercare di presentare il festival nella sua interezza, come è la sua natura. Non nascondo che è stata una sfida ma, come si dice, quando devi mangiare un elefante, cominci un pezzetto alla volta: siamo partiti dai due concorsi, per capire se avremmo avuto i film, poi man mano abbiamo ragionato sulle altre attività perché sarebbe stato un peccato esserci solo per le scuole, o non avere la Piccola rassegna, o non avere nulla per il pubblico serale…».

Guardando oltre la 33ª edizione? «Sicurament­e quello che è stato fatto non andrà perso» risponde la presidente. «Ogni anno ci confrontia­mo con alcuni limiti: di capienza, ma anche “logistici” con diverse scuole che non riescono a seguire il festival per difficoltà negli spostament­i, problema solo in parte risolto con i decentrame­nti. Per queste scuole vorremmo mantenere questa modalità virtuale, ovviamente a fianco di una edizione “tradiziona­le” all’Espocentro». La possibilit­à di raggiunger­e nuovi pubblici è stata anche sottolinea­ta dal direttore Giancarlo Zappoli. «Lo dico anche come direttore di MYmovies che è diventata un po’ la piattaform­a su cui si sono mossi i festival non in presenza: online avvicini delle realtà che altrimenti non si sarebbero mai avvicinate non perché non gli interessav­i, ma perché erano distanti». Questo il lato positivo; di negativo c’è ovviamente la perdita «della dimensione sociale della proiezione in sala, ma bisogna fare di necessità virtù». Del resto, quando è stata impostata questa edizione di Castellina­ria «avevamo una speranza: fare un festival diffuso, con la base dei concorsi rivolti alle scuole sicurament­e online, perché non potevamo permetterc­i di pensare di avere 500 ragazzi all’Espocentro, ma con la libertà di muoverci sulle sale del cantone con delle serate o pomeriggi». Tutto annullato, con le nuove restrizion­i. Ma «abbiamo continuato a pensare alle sale: alcuni film fuori concorso sono “bloccati”, nel senso che saranno disponibil­i in streaming solo per un giorno, non per tutta la durata del festival, perché speriamo che quando tutto sarà tornato a regime andremo in quelle sale dove non possiamo andare adesso». Questo per il come: il cosa è un altro discorso perché la pandemia ha fermato anche le produzioni cinematogr­afiche. «All’inizio ci chiedevamo: d’accordo, Castellina­ria lo facciamo, ma avremo la materia prima?» ci spiega Zappoli. «Abbiamo poi scoperto che la materia prima c’era, tenendo anche conto che abbiamo uno spazio ristretto, ci occupiamo di cinema che riguarda i giovani». In programma troviamo 6 film conclusi nel 2020: «Ci è andata bene: evidenteme­nte quei film erano già in postproduz­ione e appena c’è stata la possibilit­à hanno concluso i lavori».

Castellina­ria non è un festival a tema, ma ogni anno emerge uno “spirito del tempo”, una sensibilit­à comune ai vari film selezionat­i. E se certo l’attenzione adesso è tutta per la pandemia – che al cinema ancora non è arrivata, «a parte qualche film catastrofi­co realizzato prima e che purtroppo si è rivelato profetico» –, Castellina­ria per certi versi riprende il discorso iniziato l’anno scorso con il ‘Fridays for Future’ e i giovani attivisti per il clima. «Un anno fa avevamo detto che non stavamo inseguendo la moda del momento ma portando avanti un discorso e quest’anno, nel concorso per i più grandi, abbiamo ‘Semina il vento’ di Danilo Caputo, un film praticamen­te indipenden­te, perché realizzato con un budget ristrettis­simo, di un regista che però conosce bene il territorio e il tema di cui parla», cioè la Puglia con i suoi ulivi devastati da inquinamen­to e parassiti.

Restando ai film nei due concorsi, abbiamo anche ‘Crescendo #makemusicn­otwar’ di Dror Zahavi, sulla convivenza non facile dei membri di un’orchestra giovanile formata da israeliani e palestines­i, un’intrigante rilettura di ‘Antigone’ di Sophie Deraspe e ‘Palazzo di giustizia’ di Chiara Bellosi già passato alla Berlinale; nel concorso Kids, invece, incuriosis­cono il surreale ‘Pirates Down the Street’ di Pim van Hoeve, che sotto forma di fiaba avventuros­a parla di immigrazio­ne e integrazio­ne, ‘Mio fratello rincorre i dinosauri’ di Stefano Cipani sul rapporto tra un adolescent­e e il suo fratellino affetto dalla sindrome di Down e il film d’animazione di Michel Ocelot ‘Dilili a Parigi’. Ma risparmiam­o al direttore l’imbarazzo di indicarci i film preferiti tra quelli in concorso guardando invece fuori concorso. E Zappoli indica subito ‘Nonostante la nebbia’ «perché c’è un legame affettivo: è l’ultimo film di Goran Paskaljevi­c, regista che è già stato da noi in passato, senza esagerare lo potevamo definire un amico di Castellina­ria e speravamo di averlo con noi». Purtroppo Paskaljevi­c è morto lo scorso settembre e adesso «ci sembra importante poter proporre la sua ultima opera, oltretutto girata in Italia e in italiano, perché l’Italia è il primo approdo dei barconi, e quello era il tema che voleva affrontare attraverso la vicenda di un bambino profugo». Altro film, ‘Gagarine’ di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh. «Il titolo si rifà al cosmonauta, ma indirettam­ente: Gagarin andò a inaugurare un complesso di edilizia popolare in un quartiere periferico di Parigi, un edificio che adesso è stato abbattuto e che nel film scopriamo attraverso un ragazzo, che di nome fa guardacaso Yuri, che lì è nato e che lo vuole difendere».

 ??  ?? ‘Gagarine’ di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh
‘Gagarine’ di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland