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Se il ‘Viv Insema’ fa troppo rumore

Mancato rispetto della quiete pubblica, nel cantiere intervengo­no autorità e polizia

- Di David Leoni

Un cantiere troppo rumoroso e irrispetto­so delle disposizio­ni di legge, al punto tale da aver scatenato la rabbia dei vicini, confinanti. E, su loro segnalazio­ne, anche l’intervento della polizia, già accorsa più di una volta per constatare evidenti infrazioni. Succede nella campagna di Tegna, dove la Cooperativ­a Viv Insema sta edificando le sue palazzine a scopo residenzia­le, dopo aver vinto (al Tribunale federale) una lunga battaglia legale contro un vicino, contrario al progetto. Ora che i piani della stessa Cooperativ­a promotrice dell’originale iniziativa immobiliar­e sembravano ben avviati, ecco spuntare un nuovo grattacapo. Tutta colpa dell’inosservan­za delle disposizio­ni di legge da parte di un ditta d’oltre Gottardo (l’impresa ticinese presente sullo stesso cantiere non c’entra, ndr) che sta montando, in queste settimane, componenti prefabbric­ate.

Mancata osservanza dell’ordinanza

sui rumori molesti

Il problema del quale è stato investito anche il Municipio (tramite l’Ufficio tecnico) riguarda il mancato rispetto degli orari della quiete pubblica da parte degli operai incaricati del montaggio delle varie strutture. Si sentono colpi di martello e macchinari in azione già alle 6 di mattina, sul mezzogiorn­o, con baccano che prosegue ben oltre le 19 di sera. C’è chi, tra gli abitanti del quartiere, si spinge oltre e solleva dubbi pure sull’inosservan­za delle prescrizio­ni di sicurezza e il mancato rispetto delle norme anti-Covid, sempre da parte degli addetti ai lavori.

Si potrebbe capire se si trattasse d’interventi urgenti o di emergenze, ma in questo caso si stanno edificando delle palazzine; che esigenza c’è, dunque, di lavorare non stop dall’alba a tarda sera? Abbiamo girato la domanda al municipale e capo Dicastero opere pubbliche, Ufficio tecnico e azienda idrica, Giotto Gobbi.

Deroga negata, multa in arrivo

«La ditta confederat­a – chiarisce Gobbi – ci ha chiesto una deroga. Un prolungo d’orario generalizz­ato per la durata di due mesi. Era sua intenzione andare oltre gli orari oggi previsti dal Regolament­o comunale (con relativa ordinanza) che, lo ricordiamo, consentono di eseguire lavori che generano rumore dalle 7 di mattina alle 12 e dalle 13 alle 19. Come Esecutivo abbiamo però negato loro questa possibilit­à. In barba al nostro diniego, hanno continuato a fare a modo loro. Abbiamo così compiuto delle verifiche e la polizia è intervenut­a a più riprese. Ora il Municipio attende di conoscere i rapporti stilati dagli agenti, dopodiché scatterà la multa». Qualsiasi cantiere, si sa, porta in dote uno sgradito carico di disagi per chi vive nei caseggiati limitrofi. Ma qui, pare di capire, siamo andati ben oltre la soglia del sopportabi­le. Le lamentele sono la logica conseguenz­a di un modo di fare un tantino arrogante tipico, spiace dirlo, di alcune ditte del ramo provenient­i dalla Svizzera interna e da Paesi limitrofi. Le segnalazio­ni, al riguardo, non mancano. «Purtroppo non posso nascondere il fatto che imprese di costruzion­i che giungono in Ticino da fuori cantone, non di rado, sgarrano e speculano per guadagnare tempo. Capisco il caso di una situazione d’urgenza (che deve essere dettagliat­amente specificat­a e motivata), ma qui non vi sono assolutame­nte gli estremi. Non possiamo concedere deroghe a piene mani, altrimenti la qualità della vita nel nostro comune ne risente e le lamentele dei cittadini domiciliat­i non si conterebbe­ro più». Le emissioni rumorose moleste hanno dunque le ore contate.

‘Contrario allo spirito dei suoi promotori’ Tra coloro che ci hanno contattati, c’è anche chi punta il dito sui committent­i: “Questo è un cantiere con molte cose che non vanno – osserva uno dei testimoni –. Il concetto che sta alla base del progetto “Viv Insema” è la convivenza civile e rispettosa. Ma in questo caso questi principi, spiace sottolinea­rlo, sono andati disattesi. Non siamo stati avvisati del via ai lavori, né su ciò che succede. Inoltre alcune ditte che ruotano attorno al cantiere non si comportano come dovrebbero, spargono detriti e sporcizia che poi invade anche il campo stradale. Tutto ciò è inaccettab­ile, è una mancanza di rispetto bella e buona. E quando segnali loro le irregolari­tà, accampano scuse su scuse. Così non va, vorremmo poter stare tranquilli in casa nostra, ma ciò è impossibil­e!”.

‘Inizialmen­te qualcosa non ha funzionato, siamo subito intervenut­i’

Da noi contattata, la direzione lavori (La ditta ArchiGea SnC di Barbara Gatto e Andrea Engeler di Neggio) ha ammesso che qualcosa non è andato come avrebbe dovuto. «Siamo intervenut­i a più riprese per riprendere i responsabi­li dell’impresa svizzero tedesca. Purtroppo, bisogna ammetterlo, loro sono abituati ad altri vincoli e questo li porta, non di rado, a “sgarrare” su quelle che sono le nostre disposizio­ni comunali. Se vi sarà una sanzione da parte del Municipio, passeranno alla cassa. Quanto al resto, posso assicurare che, dopo la segnalazio­ne dell’Ut, la strada d’accesso viene ora pulita a fine giornata. Mi rendo conto che alcuni lavori, purtroppo necessari vista la particolar­ità del terreno, sollevano parecchia polvere. Fuliggine che poi l’aria che soffia nella zona del Pozzo trasporta in giro per il paese. Sono disagi che cerchiamo di contenere. Un sopralluog­o effettuato dall’Ufficio protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo ha comunque confermato che gli interventi sono stati eseguiti in maniera conforme. Sull’osservanza delle norme anti-Covid e di sicurezza Suva del cantiere, infine, tutto il possibile è stato attentamen­te pianificat­o e messo in atto. Ci mancherebb­e altro. Con i vicini abbiamo discusso per chiarire le varie fasi del cantiere e non ci sottrarrem­o dal farlo fino al termine». Vale a dire l’autunno-inverno 2021.

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Un progetto a lungo osteggiato e, ora, finalmente in via di concretizz­azione. Ma i problemi non sono finiti

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