Energia e generosità: cordoglio per Dafne Ferroni
Già giornalista, ha retto le sorti del Sant’Eugenio
Una brutta malattia si è portata via Dafne Ferroni, classe ’62, ex collega giornalista e donna dalle mille risorse. Molte di queste risorse Dafne le aveva destinate, negli ultimi anni, all’Istituto Sant’Eugenio di Locarno, in particolare tenendo le redini dell’Associazione degli amici ed ex allievi della scuola. Giuseppe Cotti, che in veste di municipale locarnese aveva fatto parte della stessa associazione, ricorda l’amica come «uno straordinario esempio di passione, lealtà e sincerità. Dafne teneva moltissimo al riconoscimento di un ruolo per Sant’Eugenio e a quella causa si era dedicata anima e corpo, con un’energia che mai è venuta meno, anche nei momenti meno facili». Dopo l’inevitabile chiusura delle Elementari, all’istituto è rimasto il Centro oto-logopedico, centro di competenza per i disturbi del linguaggio. Dafne andrà ricordata anche per molto altro. Ad esempio per la sua verve giornalistica, dimostrata in anni di appassionato lavoro in cronaca all’Eco di Locarno. Battagliera, curiosa, mai banale, Dafne era una che sentiva la notizia; una dote, questa, innata, e mai sopita neppure dopo aver abbandonato la professione. È probabilmente la generosità, il tratto che ha caratterizzato maggiormente Dafne Ferroni: generosità nel senso di massimo impegno, ma anche di dedizione. Come quella dimostrata per l’opera di Anita Poncini, con cui da volontaria aveva per un certo periodo lavorato in Africa. Figlia del professor Boris Luban-Plozza e sorella di Wanda, Paolo e Sergio, Dafne era da pochi mesi vedova di Nicola Ferroni, stimato psichiatra. Lascia i figli Xenia, Gregorio e Catarina. A loro vadano le più sentite condoglianze della nostra redazione.