‘Rinviare gli interventi non urgenti’
Occorre rinviare gli interventi e i trattamenti non urgenti negli ospedali di tutta la Svizzera. Ne è convinta la Società svizzera di medicina intensiva (Ssmi), che segue l’appello lanciato la settimana scorsa dal ministro della sanità Alain Berset ad alcuni cantoni della Svizzera tedesca.
In una nota, la Ssmi giustifica la sua richiesta con il forte aumento di pazienti trattati negli ospedali o nei reparti di terapia intensiva a causa di un’infezione da coronavirus. Al fine di continuare a curare tutti i pazienti gravemente malati, occorre rinviare le operazioni e i trattamenti non urgenti.
La Ssmi ricorda come taluni cantoni – in special modo nella Svizzera romanda – abbiano raggiunto in questi ultimi giorni i limiti delle loro capacità in materia di letti nelle cure intensive. Per questo diversi pazienti sono stati trasferiti in cantoni che hanno risorse sufficienti.
La situazione mette a dura prova il personale. Dopo la settimana di proteste del settore, l’alleanza che riunisce le varie professioni sanitarie continua a criticare la situazione: le condizioni di lavoro del personale sanitario sono in costante peggioramento e manca la adeguata considerazione da parte di politici e autorità. In un appello urgente al Consiglio federale e ai direttori cantonali della sanità, l’alleanza chiede “di astenersi da qualsiasi ulteriore ammorbidimento del diritto del lavoro e di proteggere in modo globale la salute del personale sanitario, anche attraverso un monitoraggio sistematico”.
Per far fronte alla seconda ondata della pandemia, i 13 sindacati e le associazioni professionali che fanno parte dell’alleanza chiedono anche massicci investimenti finanziari per migliorare le condizioni di lavoro e un premio Covid-19 per l’impegno straordinario di tutti gli operatori sanitari.
Nell’ultima settimana di ottobre, l’alleanza ha organizzato proteste in tutte le regioni della Svizzera. La settimana si è conclusa con una grande azione il 31 ottobre in Piazza federale.