L’Ocst: illegale licenziare qualcuno in quarantena
L’Ocst invita “i datori di lavoro a rispettare scrupolosamente le norme Covid, che non sono facoltative, a protezione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori”. In un comunicato, il sindacato ricorda anche che “qualsiasi licenziamento motivato dall’assenza dal lavoro per una quarantena è certamente da considerarsi abusivo”. Una precisazione dovuta al fatto che “numerose persone telefonano al sindacato dichiarando di essere state minacciate di licenziamento se non si presentano al lavoro pur positivi al Covid o in quarantena”. Per l’Ocst è tuttavia “poco chiaro il motivo per cui un datore di lavoro dovrebbe mettere a rischio la salute pubblica e la possibilità stessa di proseguire la propria attività, dal momento che per l’assenza dei dipendenti in caso di quarantena si riceve l’indennità Covid”. Secondo il sindacato, è “molto più lungimirante” per un’azienda arrestare “temporaneamente la propria attività per arginare il più rapidamente possibile i primi indizi di contagio e garantire il proseguimento dell’attività su lungo termine”.
Stando a Unia, non tutte le aziende ticinesi adottano “in modo sistematico le misure di protezione necessarie”. Quindi, per contenere il virus, “le attività produttive devono essere ridotte il più possibile, pena la loro sospensione pura e semplice, come nel marzo scorso”, afferma il sindacato in una nota. In questo modo, infatti, si ridurrebbe “il numero di persone che si spostano giornalmente dal loro domicilio”, rendendo così le misure restrittive decise dalle autorità per combattere il coronavirus “efficaci”. Diminuendo le attività produttive, lo Stato dovrebbe “ovviamente” assumersi “i costi di tali riduzioni, al fine di evitare il collasso del sistema economico e sociale oltre che quello, pericolosamente vicino, del sistema sanitario”.