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Ritrovamen­ti archeologi­ci dal Bronzo al Medioevo

Trovati resti di tombe, abitazioni e altre strutture

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Da un’indagine di terreno in corso a Claro – in località Duno, poco distante dalla Casaforte dei Magoria – stanno venendo alla luce cinque fasi di occupazion­e comprese tra l’Età del bronzo e l’epoca medievale. Le vestigia, comunica il Dipartimen­to del territorio, testimonia­no assieme a quanto ritrovato negli ultimi anni la rilevanza di questo quartiere bellinzone­se, dove finora sono stati identifica­ti un luogo di culto megalitico, un sito fortificat­o dell’Età del ferro all’imbocco dei passi alpini, diversi terrazzi con aree di insediamen­to multiepoca­li, oltre alle ben note necropoli. La ricerca attuale, viene sottolinea­to, è gestita dal Servizio archeologi­a dell’Ufficio dei beni culturali (Ubc), ma è diretta da Gabriele Giozza della società vallesana InSitu. Stando a nostre informazio­ni, lo scavo è iniziato nel 2019 dopo l’avvio di un cantiere edile privato. La fase più antica è costituita da una serie di imponenti strutture circolari, buche di palo e focolari, accompagna­ti da reperti ceramici databili all’Età del bronzo che segnalano la presenza di un abitato. La fase successiva, ascrivibil­e all’Età del ferro, vede la costruzion­e di un grande terrazzame­nto sul quale sono in parte visibili i resti di un edificio, di cui si conservano parzialmen­te una densa massicciat­a di sottofondo e due pareti, costituite da una serie di pietre poste di piatto e di taglio, usate come sostegno per le travi in legno della struttura abitativa. La terza occupazion­e rinvenuta sono delle abitazioni con muri in pietra a secco che possono essere datati a epoca tardoroman­a. Di questi edifici, uno – di forma rettangola­re – è stato scavato interament­e; l’altro – indagato solo parzialmen­te – è stato realizzato asportando in parte l’occupazion­e dell’Età del ferro e si presenta seminterra­to. Appartenen­ti a questa fase vengono anche segnalati alcuni frammenti di vasi in pietra ollare, una serie di chiodi da scarpa e una fibula zoomorfa. Come spiega l’Ubc, dopo l’abbandono e la demolizion­e di questi edifici l’area non è stata più utilizzata per scopi abitativi, ma è stata convertita a luogo di sepoltura. Sono infatti state rinvenute sei tombe di cui quattro in ottimo stato di conservazi­one, la cui tipologia è tipica dell’epoca altomediev­ale. Le tombe sono orientate est-ovest, ma i resti ossei non sono conservati, ad eccezione di alcuni piccoli frammenti, che permettono di individuar­e la posizione del defunto, con la testa a occidente.

L’ultima fase vede la costruzion­e di un muro che separa l’area in due terrazzame­nti; molto probabilme­nte usati per scopi agricoli, i reperti di questa fase sono attribuibi­li all’epoca medievale. Le ricerche sono ancora in corso.

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UBC Tra i reperti anche una fibula in pietra ollare

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