‘Pronto a tornare nella mischia’
Bertaggia ritrova il campionato, come il suo Lugano. Ma a Langnau anziché a Zurigo.
Lugano – Anche per i bianconeri è tempo di tornare a immergersi nella realtà del campionato. Diciassette giorni dopo il loro ultimo impegno in regular season (a Losanna) e sei dopo quello di Coppa Svizzera contro i Lions. E sarebbero dovuti essere ancora gli zurighesi gli avversari odierni del Lugano, se la pandemia non ci avesse messo lo zampino, mandando in quarantena la formazione di Grönborg. Si è allora fatto avanti il Langnau (pure lui impossibilitato a sfidare il Losanna per lo stesso motivo), proponendo di anticipare la sfida inizialmente prevista il 24 novembre. Detto e fatto: stasera gli uomini di Pelletier saranno di scena alla Ilfis per il loro settimo impegno di campionato.
Che sarà anche il primo di Alessio Bertaggia dopo la sua positività rilevata all’indomani della partita col Friborgo del 10 ottobre. Oltre un mese dopo, il numero 10 dei bianconeri è dunque pronto per il suo ritorno in campionato, dopo aver già fatto qualche cambio sabato in occasione della Coppa: «Sono logicamente molto contento di poter rientrare, anche se sono consapevole che essendo stato fuori circa un mese sarà giocoforza un rientro graduale. Questo stop prolungato mi ha fatto fare qualche passo indietro, ma la voglia di recuperare il più velocemente possibile per poter dare una mano concreta alla squadra non mi manca. Come primo obiettivo per questa mia ripartenza mi sono posto di tornare a praticare il mio gioco in modo semplice: ora come ora è il miglior modo che ho per dare il mio contributo».
Rientrare dopo una malattia è ovviamente diverso dal come-back da un infortunio: in cosa lo è, in particolare? «A differenza di ciò che abitualmente capita quando si è infortunati, io, seppure limitatamente, ho potuto lavorare a casa per tenere allenato il mio fisico. Poi, logicamente, dipende anche dal tipo di infortunio che si è subìto». Ci sono stati momenti psicologicamente duri durante la convalescenza? «Più no che sì. Da un lato ero pronto a tornare il prima possibile sul ghiaccio con il resto del gruppo, ma dall’altro ho accettato la mia condizione per quella che era senza farne un dramma. Penso di aver gestito bene la situazione».
In campionato, però, anche il resto della squadra è a digiuno di partite da quasi tre settimane; una situazione decisamente anomala: «È indubbiamente particolare, più unica che rara. Ma non dipende da noi e non possiamo nemmeno fare granché per influenzarla. Pertanto meglio spendere le nostre energie nelle cose che possiamo controllare che disperderle pensando a quanto sia strana questa stagione e a quanto succede all’esterno. Ciò che dobbiamo fare è lavorare per essere pronti a scattare dai blocchi di partenza quando si torna in pista».
Stasera, appunto. Ma, anziché a Zurigo, a Langnau, complice il cambiamento di programma ufficializzato appena ieri... «Da un lato un po’ spiazza un cambiamento così deciso praticamente all’ultimo minuto, ma dall’altro bene o male le avversarie le conosciamo tutte: sebbene il Langnau non l’abbiamo ancora affrontato in stagione, non dovrebbe costituire un’incognita da scoprire in presa diretta. Non penso che ci saranno grosse difficoltà dal profilo dell’adattamento mentale a questa partita. Pur non sottovalutando nessuno: al giorno d’oggi ogni squadra merita il giusto rispetto; e se vuoi che la sfida giri a tuo favore devi fare il tuo lavoro. Niente è scontato o gratuito».
È stata dura seguire da spettatore le partite dei compagni? «Non è ovviamente una cosa bella, perché non puoi dare una mano ai tuoi compagni nei momenti delicati, mentre quando vincono, sì, gioisci con loro, ma non è la stessa cosa che poterlo fare in pista».
Che sensazioni hai provato al tuo rientro nel gruppo? «È stato un sollievo: è bellissimo ritrovare i compagni: il contatto con la squadra e la condivisione dello spogliatoio è qualcosa di unico. Quando non ci sono, ne senti la mancanza... Sono molto contento di essere tornato. Di fatto sono un paio di settimane che mi alleno; ora si tratta di cercare di trovare il ritmo della partita».
Serge Pelletier: ‘Dimostriamo di essere più forti del virus’
«Benvenga questa partita col Langnau, anche se non è l’ideale sapere con un sol gorno d’anticipo contro chi giochi – premette l’allenatore del Lugano Serge Pelletier –. Non è la soluzione ideale ma fa parte del processo ormai indispensabile per completare la stagione. Del resto è una realtà con cui tutti devono imparare a convivere. Come dico spesso ai ragazzi nello spogliatoio, la squadra che saprà meglio adattarsi a questi imprevisti avrà buone chance di uscire alla grande da questa situazione. Dobbiamo dunque dimostrare di essere più forti del virus». Pensando al derby di domani, era meglio una vigilia senza partite o tornare a giocare per ritrovare il feeling con la competizione? «Considerata la situazione, questo genere di calcoli non possiamo più permetterci di farli. E, comunque, non dobbiamo far sì che questo cambiamento possa diventare un alibi a priori per la partita di sabato. In fin dei conti, nell’ordine originale o no, prima o poi dovremo giocarle tutte le partite».
È più difficile gestire una pausa agonistica di tre settimane o una partita programmata con 24 ore d’anticipo? «Sono entrambe situazioni difficili. Tre settimane di stop durante la stagione devono essere gestite nel migliore dei modi, allo stesso tempo sapere con un preavviso di un giorno che l’indomani giocherai e contro chi lo farai, ti lascia poco tempo per preparare la partita e studiare l’avversario».