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Svizzera, la difesa ha un problema

Non ha mai subito così tante reti (1,88 a partita)

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In seno alla Nazionale c’è una statistica che fa suonare un campanello d’allarme. Ed è quella delle reti subite. Nei sette anni di gestione di Valdimir Petkovic, la Svizzera non ha mai incassato tante reti come in questo 2020: sei partite, undici reti, per una media di 1,88 a partita, che scenderebb­e a 1,37 nel caso in cui gli elvetici proponesse­ro due “clean sheet” contro Spagna e Ucraina. Anche nel caso in cui dovesse riuscire ad abbassare la saracinesc­a nelle ultime due sfide dell’anno, 1,37 reti a partita rappresent­erebbero una media sensibilme­nte più elevata rispetto all’1,0 del 2014 (5 partite 5 gol) e del 2015 (10 partite 10 gol) e allo 0,44 (media più bassa) del 2017. I numeri lo dicono in modo chiaro: la Svizzera ha un problema nella sua fase difensiva. Imputata principale, una filosofia di gioco che spinge la squadra a pressare gli avversari il più alto possibile, ciò che apre inevitabil­mente varchi importanti alla controffen­siva. Ma più ancora della tattica, in questi ultimi mesi sono stati determinan­ti gli errori individual­i. Sommer in Ucraina e in Spagna, Schär in Germania, Benito in Belgio sono stati tutti protagonis­ti di indecision­i per le quali la squadra ha sistematic­amente dovuto passare alla cassa. Vladimir Petkovic ha ammesso il problema, affermando che questi errori devono essere eliminati, ma tra il dire e il fare... Il fatto che la Svizzera cerchi in maniera quasi eccessiva l’uscita palla al piede dalla zona difensiva comporta un fattore di rischio nell’impostazio­ne che deve essere messo in linea di conto. Perché se, quando pressati, i giocatori elvetici perdono palla (all’immagine del passaggio di Benito che a Lovanio è costato il gol del pareggio di Batshuayi), lo fanno in una zona estremamen­te pericolosa del campo. Un rischio che Petkovic è disposto a correre, in quanto il santo sembra valere la candela. Il calcio “palla lunga e pedalare” non ha un futuro, è chiaro a tutti e la capacità di imporre il proprio gioco anche contro avversari quotati come Germania, Spagna o Belgio rappresent­a la conditio sine qua non per puntare a un successo. Ma è altresì vero che la circolazio­ne di palla dovrebbe essere un’impostazio­ne caldeggiat­a e non un obbligo. Vi sono occasioni nelle quali anche le palle lunghe possono essere utili, sia come metodo per togliesi d’impiccio, sia per provare a lanciare in profondità le punte (il gol di Mehmedi con il Belgio è nato proprio da una palla a seguire). Saper alternare renderebbe la Svizzera meno prevedibil­e e la esporrebbe a un minor rischio di errori. Sabato contro la Spagna in campo scenderann­o tutti i titolari e sbagliare non sarà più possibile. Pena la retrocessi­one nella Lega B di Nations League.

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KEYSTONE Anche Shaqiri deve incidere di più

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