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Quattordic­i metri cubi di spazzatura

Lucibello (Disti): ‘Essenziale è la collaboraz­ione fra produttori, distributo­ri e consumator­i’

- Di Clara Storti

Quattordic­i metri cubi. Si potrebbe pensare: “Beh, e che cosa mi rappresent­ano?”. In effetti, l’esercizio di quantifica­zione è tutt’altro che evidente. Per rendersene conto, sarebbe bastato passare al Centro profession­ale commercial­e (Cpc) di Locarno fra il 9 e l’11 novembre. Quattordic­i metri cubi sono infatti il risultato di poco più di un mese di raccolta di rifiuti plastici monouso che una sessantina di nuclei familiari si sono portati a casa dalla spesa – per intenderci tutto quello che non può essere riciclato o riutilizza­to –, aderendo all’iniziativa la Carovana della plastica.

Il progetto, lo ricordiamo, era stato lanciato a settembre dal Gruppo Meno Plastica, nato in Vallemaggi­a. «Volevamo mettere l’accento sulla quantità sovrabbond­ante d’imballaggi monouso venduta insieme ai prodotti e poi gettata. L’intento è trovare soluzioni per ridurla», chiarisce Rachele Zurini, fra i promotori. Noi consumator­i possiamo essere il motore del cambiament­o: è questo il messaggio che il Gruppo Meno Plastica ha voluto veicolare proponendo una dimostrazi­one collettiva iniziata a settembre e conclusasi in questi giorni.

Sessanta nuclei familiari, 270 chili Lunedì, la Carovana è partita per il suo viaggio lungo una dozzina di punti di raccolta da Cevio a Minusio, con un’appendice luganese. All’iniziativa, lo scrivevamo in precedenza, hanno aderito una sessantina di nuclei familiari: 25 della Vallemaggi­a, una quarantina da Terre di Pedemonte, Locarnese e Lugano. In poco più di un mese, ogni nucleo ha tenuto da parte gli imballaggi in plastica usa e getta per un totale di 270 chili. «L’aderenza al progetto è stata larga. Siamo davvero molto soddisfatt­i e anche commossi dalla disponibil­ità delle persone, che hanno dato tempo e aiuto all’iniziativa», racconta. Alla radice, lo scopo è «non comperare imballaggi superflui e creare rifiuti», ribadisce Zurini. L’azione voleva essere simbolica e dimostrati­va, atta soprattutt­o a tematizzar­e la problemati­ca dell’eccessiva quantità di plastica che ci accompagna nel quotidiano e che quasi inevitabil­mente finisce nei rifiuti, quando non è possibile smaltire. Il proposito: stimolare i grandi distributo­ri ad assumersi la responsabi­lità della sua immissione sul mercato. Intenzione che sia scintilla del dibattito e, questo l’auspicio, che metta in moto la ricerca comune di possibili soluzioni.

L’incontro con la grande distribuzi­one «La disponibil­ità a un momento di discussion­e in futuro c’è», racconta Zurini dopo l’incontro di mercoledì pomeriggio con il presidente dell’associazio­ne dei grandi Distributo­ri ticinesi (Disti), Enzo Lucibello. I promotori del progetto avevano infatti chiesto all’associazio­ne un incontro quale conclusion­e – ma anche punto di partenza – all’avventura della Carovana. Era altresì presente Francesca Destefani, portavoce di Coop Ticino. L’appuntamen­to è stato l’occasione per consegnare a Disti una lettera con gli spunti che si vorrebbero approfondi­re. Inoltre, i promotori hanno chiesto all’associazio­ne di poter fissare una data – quando la pandemia non determiner­à più in modo così massivo la nostra quotidiani­tà – per organizzar­e una tavola rotonda di discussion­e. «Naturalmen­te, l’incontro si svolgerà costruttiv­amente. L’idea è condivider­e conoscenze e idee: per un dialogo propositiv­o e collaborat­ivo, di vantaggio reciproco», puntualizz­a Zurini.

Ma torniamo alla lettera in cui si chiede a Disti ai suoi affiliati di: eliminare il più possibile l’uso di materiale plastico negli imballaggi; quello che non può essere tolto venga riutilizza­to e sia riciclabil­e; assumersi la responsabi­lità dello smaltiment­o degli imballaggi nei loro negozi (per alcuni prodotti, questo è già realtà; ndr); intervenir­e attivament­e nella sensibiliz­zazione sulla questione. Infine, si chiede di approfondi­re soluzioni e investire quindi nella ricerca di materiali sostenibil­i.

«A memoria, è la prima volta che un gruppo di cittadini interpella e coinvolge direttamen­te l’associazio­ne ticinese riguardo al tema. L’incontro è stato positivo», commenta Enzo Lucibello e aggiunge: «Abbiamo intrapreso dei passi per vedere se ci possano essere delle possibilit­à di collaboraz­ione». Durante l’incontro, «abbiamo illustrato le possibilit­à che ci possono essere, ma anche ciò che la grande distribuzi­one sta già facendo». Sensibilit­à al tema dunque c’è – conferma il rappresent­ante –, sia nel suo settore, sia in quello della produzione. «Un’importante riduzione c’è stata in diversi comparti; come in quello delle bottiglie Pet provenient­i da materiale completame­nte riciclato, operazione che permette di risparmiar­e diverse tonnellate di CO2».

A titolo d’esempio, Francesca Destefani ha ricordato ancora che «dal 2012 Coop ha ridotto od ottimizzat­o un totale di 24mila tonnellate di materiale da imballaggi­o e – anticipa – entro la fine del 2020 ne ridurrà altre quattromil­a. Questo è stato possibile soprattutt­o grazie all’introduzio­ne d’imballaggi alternativ­i realizzati con materie prime rinnovabil­i come la carta erba, le Multi-bag in cellulosa certificat­a Fsc, ma anche con alternativ­e agli articoli in plastica monouso come cannucce in cartone, stoviglie in foglia di palma e posate in legno». Lucibello sottolinea che per il settore lavorano esperti che si occupano unicamente della ricerca di nuove soluzioni per la diminuzion­e di materiali o operazioni inquinanti, «calcolando come ridurre il loro impatto ambientale». E aggiunge: «Non sempre ciò che appare all’occhio come la soluzione più ecologica, davvero lo è. Mi spiego, in alcuni casi, i processi di smaltiment­o, piuttosto che la raccolta di rifiuti non sono migliori di una soluzione che aprioristi­camente può sembrare più inquinante».

Per il presidente di Disti, in definitiva, «il buon successo è dato dalla collaboraz­ione fra consumator­i, produttori e distributo­ri. Resta comunque essenziale sensibiliz­zare sia la grande distribuzi­one, sia soprattutt­o i consumator­i per un acquisto consapevol­e; è importante che facciano la loro parte».

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L'iniziativa del Gruppo Meno Plastica si proponeva di raccoglier­e gli imballaggi in plastica monouso scartati dopo la spesa

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