laRegione

Iniziativa eccessiva e controprod­ucente

- Di Fabio Regazzi, consiglier­e nazionale Ppd e presidente Usam

Metteteci la mano sul fuoco: se il titolo dell’iniziativa riflettess­e i contenuti e se gli obiettivi promessi venissero anche solo in parte raggiunti dalla proposta in votazione, questa volta mi leggereste tra i favorevoli. Come membro di una famiglia di imprendito­ri che si è sempre ispirata ai valori cristiani vivo ogni giorno sulla mia pelle la responsabi­lità nei confronti di dipendenti, apprendist­i, fornitori, ambiente, società. Ma allora perché, da cittadini responsabi­li, è del tutto controprod­ucente sostenere l’iniziativa “per delle multinazio­nali responsabi­li” in votazione il 29 novembre? Almeno per 4 motivi.

1. È inapplicab­ile e dunque non porta effetti positivi: l’iniziativa prevede che le imprese svizzere siano responsabi­li delle attività di altre società, in tutte le regioni del mondo, che controllan­o economicam­ente, ma nelle quali non sono coinvolte nell’attività operativa. Lo stesso vale per i fornitori e i subfornito­ri e i sub-subfornito­ri (e i subsubsubf­ornitori… e così via). Sarà impossible pretendere che un’impresa svizzera riesca a controllar­e e a risalire a (talvolta) centinaia di sub-subfornito­ri all’altro capo del mondo e rispondere per le azioni di questi ultimi.

2. Altro che multinazio­nali, tocca anche le Pmi: abilmente scelto, il titolo lascia intendere che saranno toccate solo aziende come Nestlé e Glencore, per citare due nomi. Il testo dell’iniziativa non parla mai di multinazio­nali ma chiama all’assurda e inapplicab­ile responsabi­lità tutte le imprese svizzere, comprese le Pmi che ne costituisc­ono il 99% del totale.

3. È eccessiva e unica al mondo: dall’estero chiunque – e gli avvocati stranieri stanno già gongolando – può intentare causa ad un’impresa svizzera per un presunto abuso da parte di un suo fornitore all’altro capo del mondo. L’inversione dell’onere della prova – una prima a livello mondiale – non impone a colui che fa causa di portare le prove ma prevede che l’impresa elvetica debba dimostrare di aver assolto tutti gli obblighi di diligenza. Assurdo.

4. È una proposta anti-svizzera. Oltre ad essere estrema e dunque controprod­ucente – cosa che è in contraddiz­ione con l’approccio rigoroso ma equilibrat­o tipicament­e svizzero – l’iniziativa impone l’applicazio­ne del nostro diritto ad altri paesi, il cui sistema giudiziari­o è ritenuto dagli iniziativi­sti non all’altezza. In questo modo l’iniziativa aggira il sistema giudiziari­o di questi paesi chiamando alle responsabi­lità in Svizzera le imprese o i loro fornitori che hanno commesso reati all’estero. Proprio perché l’inziativa è inapplicab­ile è stato elaborato dal Parlamento un controprog­etto efficace e tra i più rigidi al mondo per contrastar­e le poche “pecore nere” tra le imprese ma preservare e incoraggia­re l’attività delle migliaia di aziende elvetiche che contribuis­cono al progresso nei paesi in via di sviluppo. Il 29 novembre votiamo No, ciò che consentirà di far entrare in vigore il controprog­etto adottato dalle Camere federali che prevede comunque un inasprimen­to delle normative per le aziende svizzere che operano all’estero.

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