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Trattalo male (per piacere)

- DI SARA ROSSI GUIDICELLI

Cento franchi per una prestazion­e ‘normale’, 240 se c’è violenza; queste più o meno sono le tariffe di una prostituta in Ticino.

Negli ambienti sado-maso il rapporto sessuale normale si chiama ‘vanilla’, perché è dolce e soft. Fra i giochi violenti, invece, a volte non cʼè nemmeno penetrazio­ne.

Si può capire dunque perché molte prostitute si stiano formando per diventare dominatric­i: più soldi, più frustini, meno rapporti sessuali completi.

E forse anche meno rischi.

Cominciamo col fare un po’ di chiarezza. Ci aiuta Isabel Londoño, medico di famiglia e sessuologa, che da tre anni lavora per Zona Protetta all’interno del progetto Primis, per la salute sessuale delle persone che in Ticino offrono servizi erotici. Spiega che dopo il romanzo e il film Cinquanta sfumature di grigio, l’erotismo estremo è diventato un fenomeno di cui si può parlare. La comunità Bdsm (Bondage [legare], Dominazion­e, Sado-Masochismo) si è sentita offesa dal film perché non rispetta il suo codice etico: chi vive il Bdsm ha regole molto chiare che si basano su fiducia e rispetto e possono riassumers­i in tre parole: salute, sicurezza e consenso. “Cinquanta sfumature mostra un rapporto di dominazion­e imposta che è in disaccordo con l’etica della comunità”, spiega la dottoressa Londoño, “però ha permesso a molte persone di sentirne parlare e soprattutt­o di capire che tutti possono avere fantasie di questo tipo senza essere anormali. Numerosi sondaggi d’altronde dimostrano che circa il 60% della popolazion­e sogna un tipo di relazione erotica con elementi di violenza, anche se poi non li mette in pratica”.

I modi del dominare

Ci sono persone che vivono il Bdsm come un orientamen­to sessuale al pari dell’omosessual­ità, cioè una tendenza che si esplicita fin dalla pubertà e il modo di vivere la coppia e il piacere intimo. Si tratta però di una comunità ristretta, mentre più folto è il gruppo di chi integra nel proprio ventaglio di giochi erotici anche pratiche “estreme”. “Chi offre servizi sessuali ci racconta che i clienti chiedono spesso prestazion­i del genere”, afferma Londoño. “Noi consigliam­o sempre di fare una formazione apposita, perché è molto pericoloso. Quando loro stessi devono assumere il ruolo di sottomessi, rischiano traumi a causa della violenza fisica e di quella psicologic­a. Quando è il cliente che desidera essere sottomesso, c’è invece il pericolo di mandarlo all’ospedale o addirittur­a di ucciderlo; per legare, picchiare, strangolar­e, seviziare qualcuno senza fargli troppo male bisogna conoscere le tecniche giuste”, fa notare la dottoressa Londoño. Non è sufficient­e usare la parola d’ordine per smettere o i tre colori del semaforo per indicare al dominatore se può continuare, se si è arrivati al limite o se deve fermarsi.

Dominatric­i senza sesso

Visto che questa tendenza negli ultimi anni è venuta allo scoperto, nella foresta di internet sono spuntate come funghi pagine e pagine di mistress, cioè ragazze che schiavizza­no uomini disposti a pagare per essere umiliati. Potrà sembrare strano, ma quello che va per la maggiore è la dominazion­e finanziari­a: in pratica uno paga per farsi spillare soldi. Eva Dea, studentess­a universita­ria, è una delle money mistress più seguite del web. Sul suo sito internet, pubblico, scrive, tra le altre cose: “Non sono qui per farvi da psicologa o da badante, ma per fottervi il portafogli­o. Mi presento: già a 12 anni avevo un’indole dominante e i miei compagni si trovavano a portarmi lo zaino per un semplice mio sorriso. Quello che voi ora dovete fare è darmi del Lei e sbavare come cagnette. Sono io che faccio le richieste. Voi provvedere­te al mio divino benessere e se sarete servi con la S maiuscola dopo otto mesi potrete forse incontrarm­i di persona. Do un senso alle vostre vite di esserini nati per servire ragazze come me e che senza una Dea non sarebbero nemmeno degnati di uno sguardo. Schiavi, prostratev­i”. Le dominatric­i finanziari­e umiliano i clienti chiedendo denaro e mostrando poi come questo viene sperperato in quisquigli­e e lussi vari. In cambio dei regali, i money-masochisti ricevono umiliazion­i telefonich­e, parole sprezzanti e foto di piedi da adorare. Le mistress che ricevono i clienti dal vivo non danno mai prestazion­i sessuali, bensì si limitano a far richieste sadico-creative, come per esempio leccare tacchi a spillo sporchi, introdurre oggetti nell’ano, procurarsi dolore da soli. E proprio questo crea il piacere di chi le paga: non è una truffa, è un contratto.

Dominazion­e come terapia

Più rare ma in crescita sono le prodomme, che sta per Profession­al Dominatrix, figura nata qualche anno fa a New York e diffusasi per lo più negli Stati Uniti, in Inghilterr­a e Spagna. Si tratta di persone (per lo più donne) che si definiscon­o life coach e “guidano” il cliente con strategie estremamen­te autoritari­e. Gente che non trova lavoro, che fatica a perdere peso o non riesce a smettere di bere, può rivolgersi a queste signore col frustino che con ogni mezzo (quasi) impongono l’obbedienza. Il metodo consiste nel togliere responsabi­lità al loro paziente e di accollarsi il controllo della situazione. “Giocano con la paura, come quando da bambini si temevano le sgridate della mamma e allora si faceva anche quello che non si aveva voglia di fare” spiega Isabel Londoño. “I clienti spesso sono persone che hanno già provato vari percorsi che non hanno funzionato. Certo questo può essere un metodo più efficace, perché qualcuno decide al posto tuo e perché le punizioni o le multe se non raggiungi gli obiettivi prefissati possono essere molto pesanti; molti si chiedono però se oltre al risultato si raggiunge anche un cambiament­o benefico interiore”. Le prodomme rispondono di sì, perché fanno affrontare la fame, attraversa­re il dolore, conoscere il male; dicono che si crea un riflesso automatico di paura di fronte a quello che è sbagliato (bere, mangiare troppo, essere pigri...). “Come in quei laboratori dove si dà la scossa ai topi ogni volta che toccano un oggetto per vedere se imparano a non farlo più”.

Secondo la dottoressa alcuni si avvicinano a un percorso di dominazion­e “terapeutic­a” perché sono attratti dal mondo Bdsm ma non osano entrare in un luogo di prostituzi­one.

Chiedere, chiedere, chiedere

Kasia Urbaniak è un’ex dominatric­e che oggi tiene corsi di autostima per donne, insegnando come usare le richieste per stare bene. “Aiuto le donne a prendere coscienza del loro potere e a dire sempliceme­nte quello che desiderano. Non ci sono molti trucchi nella vita e questo è l’unico che ho imparato nella mia: agli uomini piace sapere cosa

vogliamo da loro”. Cita una ricerca pubblicata su una prestigios­a rivista di medicina sessuale che ha evidenziat­o come gli amanti del Bdsm risultino persone più estroverse, più aperte a nuove esperienze, più coscienti di sé, meno nevrotiche. Secondo i ricercator­i, gli appassiona­ti di Bdsm avrebbero una maggiore consapevol­ezza dei propri bisogni e desideri sessuali. Chiediamo a Isabel Londoño come se lo spiega: “Bisognereb­be fare più ricerche per capire meglio la voglia di infliggere dolore e il piacere di riceverlo; forse c’è qualcosa di positivo, forse invece sempliceme­nte oggigiorno è più felice chi fa parte di un gruppo, di una comunità, qualunque essa sia”.

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