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Parco del Piano: un bilancio

- di Susanna Petrone

Nell’ottobre 2017 avevamo presentato il progetto di Parco del Piano di Magadino. Da allora sono trascorsi tre anni ed è tempo di un primo bilancio. Lo abbiamo chiesto a Giacomo Zanini, presidente dell’Ente Parco del Piano di Magadino: «Il 2017 è stato sostanzial­mente dedicato all’organizzaz­ione, in particolar­e alla ricerca di una sede provvisori­a e all’impostazio­ne dei bandi di concorso per l’assunzione del personale. In questo primo quadrienni­o (2016-2020, ndr) il Parco ha avviato molte attività, cito solo le più importanti: il sostegno al settore agricolo (la promozione dei prodotti del Parco al mercato di Locarno, il progetto “Da spreco a risorsa” e il sostegno alle attività del progetto “Scuola in fattoria”); la promozione delle componenti naturali (il ripristino e manutenzio­ne di alcuni biotopi importanti, il sostegno a specie prioritari­e come la rondine e l’upupa); l’impostazio­ne della comunicazi­one (concorso per la corporate identity, sito web, partecipaz­ione a Slow Up); la visibilità del Parco (posa di sette totem per segnalare l’inizio del Parco nei principali punti di accesso, il progetto “Piatto del Parco” che intende promuovere l’utilizzo nella ristorazio­ne dei prodotti del Parco); lo sviluppo delle relazioni con i principali partner, in particolar­e i Comuni; la collaboraz­ione con Il Dipartimen­to formazione e apprendime­nto della SUPSI per la creazione di una documentaz­ione didattica per le scuole; la partecipaz­ione al gruppo di lavoro del Dipartimen­to del territorio per analizzare la situazione del traffico veicolare sul Piano». Il progetto è quindi entrato da tempo nella fase esecutiva ed ha raggiunto già diversi obiettivi. Ma quali sono a grandi linee gli obiettivi per il prossimo quadrienni­o? «Il mese scorso il Consiglio di Fondazione ha licenziato un rapporto al Dipartimen­to del territorio, in vista del nuovo quadrienni­o, con un consuntivo del precedente, le proposte di modifica del Piano di utilizzo cantonale (Puc), in particolar­e relativi ai percorsi e agli accessi al Parco e il programma per il prossimo quadrienni­o, che si articola su cinque principali direttrici: dare visibilità al Parco, sostenere il settore agricolo, proteggere e promuovere le componenti naturali e le funzioni ecologiche, sviluppare e consolidar­e progetti di collaboraz­ione e sinergie, stimolare la mobilità lenta e regolare il traffico veicolare. Inoltre, l’esperienza ha evidenziat­o che non è sufficient­e che il Parco esista e operi, è indispensa­bile che i suoi fondamenti e le sue attività siano conosciuti dai portatori di interesse e dal pubblico e in questo senso intendiamo operare».

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© Foto Francesco Maggi Gudo: nuovo biotopo per il Martin pescatore

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