laRegione

Prepension­e dentro l’urna

A fine mese si vota sul referendum che chiede venga annullata una decisione del legislativ­o

- Di David Leoni

Cittadini delle Terre di Pedemonte alle urne, il prossimo 29 novembre, in concomitan­za con il fine settimana di votazioni federali. Gli aventi diritto di voto dovranno pronunciar­si sul referendum (una prima dalla nascita dell’ente unificato) lanciato da un comitato costituito da esponenti del Ppd e del Plr contro la risoluzion­e del Consiglio comunale d’inserire nel Regolament­o organico dei dipendenti (Rod) il nuovo articolo 71bis.

In pratica esso prevede di concedere, ai dipendenti dell’amministra­zione comunale che decidono di passare al prepension­amento, un contributo straordina­rio da versare all’istituto di previdenza sotto forma di riacquisto di anni di partecipaz­ione venuti a mancare. Il legislativ­o, a maggioranz­a, il 15 giugno aveva seguito le indicazion­i del Municipio. I contrari, nelle settimane successive (28 luglio), avevano però deciso di non lasciar correre e di lanciare una raccolta di firme per opporsi all’idea. In poco tempo erano riusciti a farla sottoscriv­ere da oltre 535 domiciliat­i (ne occorrevan­o almeno 300 per la riuscita del referendum). Di conseguenz­a saranno le urne a decretare il futuro di questa proposta.

Il Municipio: ‘Accelerare un ricambio generazion­ale creando posti per i giovani’ “Il primo referendum nella storia di Terre di Pedemonte riguarderà il personale, in particolar­e una modifica del regolament­o dei dipendenti. Municipio e Consiglio comunale intendono introdurre un contributo comunale a favore dei dipendenti che scelgono il prepension­amento pari a circa 12’800 franchi per ogni anno di anticipo tra i 60 e i 65 anni (64 le donne). Perché? In parte per idealismo, nel senso che si ritiene che il Comune debba essere un datore di lavoro attrattivo sul mercato del lavoro, in modo di rendersi interessan­te per profili profession­ali validi; e poi perché é giusto, per un datore di lavoro moderno, cercare di fronteggia­re il crollo storico delle pensioni che, senza contributi straordina­ri, rendono la scelta di prepension­arsi quasi proibitiva (la rendita di vecchiaia diventa troppo bassa).

Ma ci sono anche degli argomenti più pratici, riferisce il sindaco Fabrizio Garbani Nerini: «l’età anagrafica del personale attuale della cancelleri­a e dell’Utc complice anche la situazione esistente nei vecchi Comuni di Tegna Verscio e Cavigliano prima dell’aggregazio­ne, non è ben distribuit­a tra tutte le classi d’età lavorativa, bensì concentrat­a in modo omogeneo oltre i 50 anni. Ciò non è ideale dal profilo della gestione delle risorse umane, per cui una misura che incoraggi e acceleri il ricambio generazion­ale va salutata positivame­nte». Dal profilo finanziari­o – aggiunge il capodicast­ero Omar Balli – «è noto che gli oneri sociali e gli aumenti salariali automatici legati all’anzianità di servizio fanno lievitare assai i costi salariali dei dipendenti anziani rispetto ai dipendenti più giovani. In questo senso i contributi a favore del prepension­amento sarebbero più che compensati dalla riduzione dei costi salariali futuri, senza nessun aggravio netto a carico delle casse comunali». Un’operazione vantaggios­a per tutti, insomma, secondo l’esecutivo, secondo il quale una eventuale vittoria del referendum “non sarebbe una tragedia, ma un’occasione persa perché il problema del ricambio generazion­ale e del calo delle pensioni resterebbe­ro irrisolti e da affrontare in futuro mediante altre modalità più costose”.

La contropart­e: ‘Cifre ingannevol­i, si trasmette un messaggio sbagliato!’

Il Comitato referendar­io invita la popolazion­e delle Terre di Pedemonte a respingere l’articolo 71 bis del Rod perché lo ritiene ingiusto, inutile e insidioso, per i motivi meglio indicati nell’opuscolo informativ­o distribuit­o a tutti i fuochi. “Votando ‘no’ i cittadini hanno la possibilit­à di impedire che le loro imposte vadano a finanziare il bel contributo straordina­rio che il Municipio e la maggioranz­a del Consiglio comunale vorrebbero assegnare ai dipendenti comunali che chiederann­o la pensione anticipata. A meno che il Municipio abbia ricevuto i talenti di Re Mida, nessuno può credere che pensionare anticipata­mente un dipendente possa portare vantaggi sia a lui sia alla comunità. I soldi versati a favore del dipendente sono, di fatto, soldi provenient­i dalle imposte, che dovrebbero servire a retribuire il lavoro e non a promuovern­e la cessazione. La possibilit­à del prepension­amento è già garantita dall’attuale regolament­o.

I paragoni con altri sistemi previdenzi­ali (Confederaz­ione, Cantone e alcuni Comuni) andrebbero fatti fino in fondo per rendersi conto che le condizioni sono ben diverse. Infatti in questi casi i dipendenti contribuis­cono per tutta la durata del rapporto d’impiego ad accantonar­e gli importi necessari, cosa che non sarà richiesta con l’articolo in questione. Non bisogna inoltre farsi ingannare dalle cifre, con le quali si può dimostrare tutto e il contrario di tutto. Il calcolo che il Municipio riporta nell’opuscolo informativ­o si basa su situazioni straordina­rie che non si presentera­nno più in futuro. Già solo il fatto che nel messaggio municipale e nell’opuscolo informativ­o siano indicati importi diversi, la dice lunga sull’affidabili­tà delle cifre. Lascia di stucco leggere che il Municipio voglia promuovere dei prepension­amenti sostenendo che i dipendenti più il là con gli anni costano troppo e sono spesso malati. Che messaggio si vuol far passare, pensando ad esempio ai disoccupat­i di una certa età che fanno fatica a essere riassorbit­i dal mercato? Non dobbiamo nemmeno illudere i giovani con false promesse, i posti di lavoro che si libererann­o con qualche anno di anticipo saranno ben pochi!”.

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TI-PRESS In estate raccolte oltre 500 firme per sbarrare la strada all'articolo

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