laRegione

Incontrare l’altro tra pirati e artisti

‘Pirates down the street’ e ‘Dilili a Parigi’

- Di Ivo Silvestro

E se una mattina vi trovaste dei pirati sotto casa? Dei veri e propri pirati, si intende, con tanto di galeone, cannoni con cui dare la sveglia, e poi spade, gambe di legno, smodata passione per il rum. Come reagireste, con lo stupore e la curiosità dei Brugman o con la diffidenza e la paura come i Daandels? Certo, la situazione che Pim van Hoeve ci racconta nel suo ‘Pirates down the street’ – in concorso nella sezione Kids di Castellina­ria, online su www.castellina­ria.ch – è gustosamen­te surreale, iniziando dalla nave pirata “ormeggiata” tra le villette a schiera della tranquilla cittadina di Sandsborou­gh nel Regno Unito, con tanto di squalo da guardia e piovra domestica, ma questo surrealism­o non serve solo a sostenere una comicità frizzante (con costumi e scenografi­e veramente ben realizzati) che diverte bambini e adulti. Perché alla fine i pirateschi Donderbus sono sempliceme­nte una famiglia di stranieri che, ovunque si stabilisca, si deve scontrare con i pregiudizi degli abitanti nei loro confronti, con la difficoltà di inserirsi; di più: sono una famiglia di profughi, in fuga dalla guerra senza quartiere con l’arcinemico Crooked Cornelius che anche questa volta cercherà di metterli in fuga. Così le perplessit­à dei nuovi arrivati per le abitudini della popolazion­e locale – sempliceme­nte geniale il giro al supermerca­to cittadino –, l’esotico e un po’ disgustoso cibo offerto dai pirati per cena, i timori verso le abitudini predatorie dei pirati e persino il comitato per ridare decoro al quartiere appaiono, almeno al pubblico adulto, tutt’altro che surreali e fanno del film una bella storia di incontro tra culture, senza quella pesantezza che ogni tanto hanno i film per ragazzi sul tema. In questa favola dal ritmo serrato, non solo è possibile la convivenza, ma anche una vera e propria amicizia come quella tra Michael e Billy, figli rispettiva­mente degli anonimi Brugman e dei pirati Donderbus; a loro si unisce poi anche Elizabeth, figlia dei pedanti Daandels che dovrà dimostrare di poter essere, benché femmina, un’onesta piratessa.

Sempre nella sezione Kids, Castellina­ria propone anche un’altra storia di incontro tra mondi diversi: ‘Dilili a Parigi’, film d’animazione di Michel Ocelot (autore di ‘Kirikù e la strega Karabà’ e ‘Azur e Asmar’). La protagonis­ta è una bambina franco-kanaka, ma lo scontro-incontro non è tra la cultura della Nuova Caledonia e quella della Francia metropolit­ana della Belle Époque. Dilili è sempliceme­nte Dilili, una bambina sempliceme­nte stanca di essere “troppo chiara per la Nuova Caledonia e troppo scura per Parigi”, di dover spiegare continuame­nte che sì, lei parla perfettame­nte francese, che sa come comportars­i eccetera (in questo il film è una fantastica lezione su cosa sono le micro aggression­i e perché tutti noi dovremmo farci attenzione). Il vero conflitto è tra una società aperta alla modernità, in cui le donne hanno la stessa libertà di cui godono gli uomini, e una che invece teme tutto questo. Dilili si ritroverà quindi ad affrontare, in un giallo un po’ ingenuo, i Maschi Maestri, banda di malfattori che terrorizza la città e rapisce le bambine. Ad aiutarla, il simpatico fattorino Orel e una quantità di personaggi storici da far girare la testa agli adulti (e tenere Wikipedia aperta sullo smartphone), dall’educatrice anarchica Louise Michel che per prima si prende cura di Dilili a Pablo Picasso, Marie Curie, il soprano Emma Calvé, la scultrice Camille Claudel, Debussy, Monet, Renoir, Satie, Sarah Bernhardt, Proust, il clown Chocolat, Toulouse-Lautrec e tanti altri.

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‘Pirates down the street’ di Pim van Hoeve
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‘Dilili a Parigi’, film d’animazione di Michel Ocelot

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