laRegione

Imprese responsabi­li e diritti dell’infanzia

- Di Francesco Lombardo, presidente associazio­ne Franca

Le imprese, piccole, medie o multinazio­nali, possono essere importanti per la società e l’economia, rinforzand­o i diritti dell’infanzia attraverso la creazione di posti di lavoro, innovazion­i tecnologic­he, il migliorame­nto dell’educazione e degli investimen­ti in ambito della responsabi­lità sociale. Si tratta di imprese virtuose, per fortuna ce ne sono tante, ma tante sono pure quelle che hanno un impatto negativo sui bambini e sulle comunità in cui vivono, verso le quali detengono l’obbligo di regolament­are gli affari, in un mondo globalizza­to che pone gravi minacce sul rispetto dei diritti umani. Queste imprese (...)

(...) non operano soltanto in un paese, ma hanno la loro sede sociale in un secondo paese, si approvvigi­onano in un altro, fabbricano in un altro ancora, trattano in un quinto e dispongono d’una fitta rete di filiali con competenze diverse in più parti del mondo, a tal punto che non risulta più chiaro capire chi detiene le responsabi­lità di proteggere, rispettare e mettere in pratica i diritti dei bambini.

Azioni correttive

Chi deve apportare azioni correttive, alla luce dei noti episodi di sfruttamen­to sessuale e lavorativo dei bambini, dell’inquinamen­to ambientale causato dalle imprese o dell’acquisizio­ne di territori che provocano una migrazione forzata all’interno o fuori del paese, territori che a volte generano conflitti per la dominazion­e di un luogo di produzione o di vendita da parte di compagnie in concorrenz­a? È lecito finalmente definire, anche dal profilo giuridico, cosa bisogna fare quando le regole vengono violate, quando non possiamo più ignorare l’universali­tà e l’insindacab­ilità dei diritti umani, che generano responsabi­lità e doveri da parte delle multinazio­nali e degli Stati.

Davide contro Golia

I bambini hanno spesso difficoltà ad accedere al sistema giudiziari­o per cercare rimedi efficaci per le violazioni dei loro diritti, spesso non conoscono neppure i propri diritti, i meccanismi e le procedure disponibil­i per farli valere. Gli Stati non sempre indagano sulle violazioni commesse dalle imprese e oltre al potere profondame­nte squilibrat­o tra bambini e imprese, i costi per intraprend­ere un’azione legale contro di esse sono proibitivi, per cui i bambini hanno grosse difficoltà a ottenere i servizi di un avvocato. I casi che coinvolgon­o le aziende sono spesso risolti amichevolm­ente, in assenza di una giurisprud­enza prevista, ciò che spinge i bambini e le loro famiglie a rinunciare a procedimen­ti giudiziari. Accade che le società controllat­e e altri soggetti interessat­i svolgano la loro attività senza aver stipulato un’assicurazi­one o che abbiano solo responsabi­lità limitata, e data la struttura delle società transnazio­nali, frammentat­e in entità separate, può essere difficile stabilire la responsabi­lità giuridica delle diverse entità.

Rispettare, proteggere

e mettere in pratica L’iniziativa ha il merito di rimettere al centro dell’attenzione la responsabi­lità della Svizzera e delle sue multinazio­nali, che non si limita unicamente alle persone che vivono sul suo territorio, ma sotto la sua giurisdizi­one, si preoccupa delle sue responsabi­lità extraterri­toriali, come glielo impongono i vari trattati internazio­nali commercial­i e sui i diritti umani che essa stessa ha ratificato, primo tra questi la Convenzion­e internazio­nale per i diritti dei bambini e i suoi protocolli aggiuntivi, che ci apprestiam­o a celebrare il 20.11. L’occasione è importante per unire gli sforzi tra i vari attori coinvolti per meglio rispettare, proteggere e mettere in pratica i diritti di ogni bambino, in ogni parte del mondo.

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