Partita cancellata, salvezza a tavolino?
La Uefa ha annullato Svizzera-Ucraina per i casi di positività tra gli ospiti
Svizzera-Ucraina non s’ha da fare. Né ieri, né oggi, né mai. Lo ha deciso la Uefa, dopo che ieri mattina il medico cantonale lucernese, Roger Harstall, alla luce dei nuovi casi di coronavirus scoperti, aveva messo in quarantena la delegazione ucraina. I test effettuati in mattinata hanno riscontrato la positività di Ruslan Malinovskyi, Sergei Kryvstov e Junior Moraes, nonché di un loro fisioterapista. Casi che sono andati ad aggiungersi ai tre elementi della selezione di Andriy Shevchenko, Makarenko, Sobol e Riznyk, già risultati positivi lunedì e ai cinque scoperti prima della sfida di sabato scorso contro la Germania. In totale, otto casi, visto che Kryvstov, Moraes e il fisioterapista il virus lo avevano già contratto nelle scorse settimane e al momento attuale non erano più contagiosi. La decisione di rinvio prima e cancellazione poi è stata l’unica applicabile, in quanto nemmeno oggi Shevchenko sarebbe stato in grado di mettere in campo (e in panchina) tredici giocatori (tra cui un portiere), il minimo previsto dalla Uefa per il normale svolgimento di una partita.
In un primo tempo si era pensato che sarebbe stato possibile un rinvio di 24 ore per permettere alla federazione ucraina di reperire tra gli U21 e gli U20 un numero sufficiente di giocatori per affrontare la sfida nella serata odierna. Eventualità, però, rivelatasi impossibile da mettere in pratica, per cui la Uefa nel tardo pomeriggio ha comunicato ufficialmente la cancellazione della partita.
Una decisione che, ovviamente, non ha fatto la felicità del clan rossocrociato, che la sfida con l’Ucraina la doveva vincere per conquistare la salvezza nel gruppo 4 della Lega A di Nations League… «Siamo delusi di non poter scendere in campo – ha commentato a nome dell’Asf il direttore delle squadre nazionali, Pier Tami –. Soprattutto perché la squadra si è ben preparata, e sta attraversando una buona dinamica di gruppo. Siamo sicuri che sarebbe stato possibile raggiungere il nostro obiettivo. Da parte nostra, eravamo pronti a giocare anche domani (oggi, ndr), in quanto siamo convinti che il verdetto sulla classifica finale del gruppo D di Nations League debba scaturire dal campo e non essere deciso a tavolino».
Ora tutto è nelle mani della Uefa... «C’è molta incertezza. È praticamente certo che il match non potrà essere disputato in data futura, in quanto le finestre internazionali sono già tutte occupate. Di conseguenza, la decisione verrà presa a tavolino e non potremo farci molto». A questo punto, occorre capire cosa succederà nelle prossime ore. Una cosa è certa, la Uefa si è ritrovata davanti allo scenario che più di ogni altro sperava di poter evitare: l’annullamento di una partita da parte delle autorità sanitarie locali, senza la possibilità di trovare una soluzione alternativa (il rinvio o la convocazione in extremis di giocatori sostitutivi). La Commissione di controllo, etica e disciplina della Uefa dovrà ora chinarsi sulla questione e decidere come mettere un punto definitivo alla vicenda. Un compito per nulla agevole, visto che la sfida della Swissporarena sarebbe stata decisiva ai fini della classifica finale di gruppo e, quindi, avrebbe sentenziato sulla retrocessione in Lega B dell’una o dell’altra compagine. D’altra parte, non è che le soluzioni a disposizione del massimo organo del calcio europeo abbondino. Nel caso in cui la Commissione dovesse ritenere la federazione ucraina colpevole della situazione venutasi a creare, scatterebbe verosimilmente il forfait, con un 3-0 a tavolino che farebbe il gioco della Svizzera. E secondo il regolamento stilato a fine agosto per le nazionali, se una squadra non può presentare 13 giocatori e la partita non può essere recuperata, la responsabilità ricade sulla federazione in questione. Nel caso in cui le due federazioni venissero ritenute “innocenti”, si potrebbe procedere al sorteggio: 1-0 a favore della Svizzera, 1-0 a favore dell’Ucraina o 0-0. E in questo caso un solo risultato premierebbe la squadra di Petkovic, la quale avrebbe due possibilità su tre di finire in Lega B. «Parlo a titolo personale e non dell’Asf – aggiunge Tami –, ma ritengo che la nostra federazione non dovrebbe accettare una simile soluzione, se mai si dovesse verificare. Esiste un protocollo di ritorno alle partite stilato dalla Uefa e la Svizzera ha fatto di tutto per rispettarlo. Abbiamo investito risorse finanziarie, ma soprattutto molte energie. La mia constatazione è che noi abbiamo avuto due casi positivi nei test effettuati all’arrivo al campo d’allenamento, ma una volta nella bolla le misure di contenimento hanno retto benissimo. Ciò che dovevamo fare lo abbiamo fatto bene. Se il protocollo viene seguito e applicato, allora funziona».
E non è nemmeno detto che la decisione debba cadere già nelle prossime ore. Certo, occorrerà meno tempo rispetto all’elezione di un presidente degli Stati Uniti, ma è altresì vero che la Uefa non è obbligata a pronunciarsi il più in fretta possibile, dal momento che le nazionali non hanno più impegni fino al mese di marzo e che sugli appuntamenti più prossimi (ad esempio il sorteggio per i gruppi delle eliminatorie per i Mondiali 2022) la sfida tra Svizzera e Ucraina non avrà influenza alcuna (la squadra di Petkovic è già sicura di essere una fascia due).