Johnson con l’elmetto
Londra – Un piano multimiliardario di spese militari extra come non si vedeva da 30 anni: per tutelare «la sicurezza dei britannici», per condividere di più «le responsabilità globali con gli alleati» della Nato e per «estendere l’influenza del Regno Unito» del dopo Brexit in un mondo «mai così pericoloso e intensamente competitivo dal tempo della Guerra Fredda». Boris Johnson – in collegamento video con la Camera dei Comuni – chiama alle armi i sudditi di Sua Maestà e promette una pioggia di sterline sia per «modernizzare» gli arsenali convenzionali e il deterrente nucleare, sia per affrontare con «tecnologie all’avanguardia» le nuove sfide della cyberdifesa, della competizione spaziale e dell’intelligenza artificiale applicata agli apparati bellici. I 190 miliardi di sterline (224 miliardi di franchi) messi a bilancio fino al 2024 equivalgono al 2,2% del prodotto interno lordo, una quota superiore al 2% chiesto dalla Nato a tutti gli Stati membri. rispetto delle regole fondamentali della democrazia. Una partita che vedrà – in parallelo – l’avvio del lavoro per mettere a punto il piano B per aggirare o smontare l’ostacolo se non si dovesse trovare la quadra in tempi ragionevoli, trascinando l’Unione in un esercizio di bilancio provvisorio e accumulando ritardi sugli esborsi del Recovery.