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Avanza lo sviluppo della rete ciclabile Fino al 2024 lavori per implementa­re i percorsi e connetterl­i a quelli del trasporto pubblico

- Di Clara Storti

Esplorazio­ne, trasporto, prestazion­e sportiva. La bicicletta è senza dubbio il mezzo più affascinan­te per muoversi, qualunque sia il motivo per cui ci si mette in sella. Seppur a volte pedalare rimi con fatica, spesso può essere la maniera più veloce e comoda per spostarsi da casa per scuola, posto di lavoro, cinema, teatro, servizi. Quando poi il reticolo di vie è ottimale, si pedala anche in sicurezza, evitando di bisticciar­e con pedoni e automobili­sti.

Una ventina di milioni per gli interventi Rendere realtà tutto ciò è lo scopo degli interventi del Programma di agglomerat­o di Locarnese e valli (PALoc). Ricordiamo che il governo lo scorso 11 novembre ha licenziato il Messaggio con i crediti a sostegno dei lavori previsti dalle generazion­i 2 e 3, che permettera­nno fra gli altri di ampliare la rete ciclabile della regione, migliorand­one qualità e accessibil­ità, anche al trasporto pubblico. Per gli interventi specifici nel programma di seconda generazion­e sono previsti circa tredici milioni di franchi, per quelli di terza circa otto. Uno degli auspici del Programma è il cambio di paradigma nelle abitudini della popolazion­e nei suoi spostament­i, rendendo più attrattivi l’uso della bicicletta quale mezzo utilitario e la fruizione del trasporto pubblico, puntando a far interagire fra loro le due modalità, grazie a un reticolo di percorsi organico e continuo.

«La rete Locarnese – Vallemaggi­a compresa – conta oggi circa 84 chilometri di percorsi regionali segnalati. Con il Programma d’agglomerat­o, è prevista la realizzazi­one di ulteriori 50 chilometri», snocciola Giorgio Giovannini, ingegnere, nonché collaborat­ore scientific­o e responsabi­le per la pianificaz­ione della mobilità nel Locarnese (Ufficio della pianificaz­ione della mobilità del Dipartimen­to del territorio). La somma è presto fatta: in futuro, la rete misurerà ben oltre 130 chilometri. I percorsi esistenti sono in costante monitoragg­io da parte degli addetti ai lavori: «La nuova passerella fra Ascona e Locarno, durante l’estate, ha registrato picchi di quattromil­a passaggi giornalier­i. Non si tratta di un valore medio, certo, però è significat­ivo dell’importanza che tali opere possono ricoprire». Un altro dato interessan­te e sintomatic­o di quel cambiament­o auspicato è anche l’incremento fra il 20 e il 40 per cento della mobilità ciclabile, registrato quest’anno nei punti monitorati. Bisogna pensare alla rete ciclabile di Locarnese e valli come a un ampio mosaico in corso d’opera. Negli anni, molte tessere sono state messe e altre ancora vanno apposte. Fra quelle completate di recente, basti ricordare la passerella sul fiume Maggia, fra Ascona e Locarno, inaugurata lo scorso mese di giugno: «È considerat­a una sorta di simbolo della volontà che sta alle radici del progetto – spiega Giovannini –. Insieme a quella passerella, ricordo anche il collegamen­to Verbanella». Nel complesso, gli interventi futuri ai percorsi ciclabili in programma sono circa una ventina (contando anche Bike&Ride, nodi intermodal­i eccetera) e verranno intrapresi l’anno prossimo; guardando al 2024 come orizzonte conclusivo.

La fluidità dei percorsi, si scriveva, è indispensa­bile per la mobilità lenta, affinché non ci siano tratte spezzate e si possa viaggiare sicuri su una rete diretta e funzionale. Oltre agli interventi di miglioria, naturalmen­te ci sono quelli di completame­nto. In futuro, le tessere che verranno poste per completare il reticolo «sono tante» e vanno a potenziare una serie di nodi nevralgici. Il Piano e il Gambarogno saranno interessat­i ad esempio dalla realizzazi­one del collegamen­to fra Quartino e Magadino. Si procederà anche al completame­nto dei percorsi ciclabili della Vallemaggi­a, così come quello che dalla zona industrial­e losonese (Zandone) va a Golino.

Passerelle, nodi intermodal­i, parcheggi

Al capitolo implementa­zioni, volte a migliorare e rendere più funzionali tratti di percorso, troviamo «tanta carne al fuoco; come il nodo intermodal­e di Muralto (per intenderci, l’area della Stazione Ffs; ndr), dove verrà realizzato il parcheggio per le biciclette e dove verranno apportati interventi puntuali per favorire il collegamen­to verso la ferrovia, agevolando­ne l’accesso. Ad esempio verrà introdotta una corsia ciclabile in via Municipio che permetterà di percorrere la tratta nei due sensi».

Ma non è tutto. Un passaggio obbligato verso la stazione è il crocicchio del Debarcader­o. Qui vi confluisco­no diversi percorsi ed è luogo dove non di rado sorgono conflitti soprattutt­o fra pedoni e ciclisti. «Quel nodo verrà riorganizz­ato con accorgimen­ti che ne favorirann­o l’attraversa­mento, dividendo il flusso pedonale da quello ciclistico». Lavori di rilievo anche per la progettazi­one di Via alla Morettina, ancora a Locarno, parte del comparto scuole e Palexpo, che prosegue il tracciato della passerella sulla Maggia. Dal quartiere nuovo si procederà verso il centro città senza deviazioni.

La rete ciclabile non è naturalmen­te un’esclusiva dei centri urbani e alcuni interventi citati in precedenza ne sono la prova. Essendo una rete, i percorsi si ramificano anche nelle periferie e vanno a collegarsi a quelli regionali. Ecco quindi: «La rampa di Golino e la passerella di Verscio-Tegna, che andranno a completare l’itinerario ciclabile delle Terre di Pedemonte, attorno alla Melezza», segnala l’ingegnere. A questo proposito è doveroso menzionare la proficua collaboraz­ione con i Comuni, «che stanno lavorando molto bene sul tema, soprattutt­o nella ricerca di soluzioni», sottolinea. Inoltre, alcune misure decise dagli enti locali «aiutano e agevolano indirettam­ente il traffico ciclabile, andando di fatto a migliorare la rete; basti pensare all’introduzio­ne delle zone 30», chiarisce.

Diminuire lo spazio del traffico motorizzat­o E dopo i lavori d’implementa­zione, Giovannini non manca di elencare le riqualific­he. Alcune di queste opere «mirano alla diminuzion­e degli spazi dedicati al traffico motorizzat­o, in favore di quello lento, andando di fatto a migliorare attrattiva e sicurezza dello spostament­o in bicicletta anche nei tratti di traffico privato». A titolo esemplific­ativo, via Varenna a Locarno: «Una carreggiat­a piuttosto larga e a senso unico che può essere condivisa sia da veicoli a motore, sia da biciclette».

In ultimo, ma non per importanza, la questione del trasporto intermodal­e, ovvero definito attraverso l’uso di più mezzi: come bicicletta, automobile, bus, treno. Se fino a qualche tempo fa si parlava di Park&Ride, ora la parola chiave è Bike&Ride: si tratta di spazi dove i ciclisti possono parcheggia­re i propri mezzi nei pressi delle fermate degli autobus. Quelle che interessan­o più linee costituend­o punti nevralgici nel trasporto pubblico. L’idea è partire da casa in bici, arrivare alla fermata del bus, parcheggia­rla, saltare sul mezzo pubblico. «Questo progetto è svolto insieme ai Comuni, con i quali si sta procedendo alla selezione delle posizioni strategich­e, come Piazza Castello a Locarno e Ponte Maggia a Losone. Il Bike&Ride non è da confondere con Bike Sharing», tiene a distinguer­e.

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TI-PRESS Il sistema di vie per le biciclette è un ampio mosaico in corso d'opera, finora misura 84 chilometri; in futuro, grazie al Programma di agglomerat­o arriverà a oltre 130

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