Sì alla globalizzazione dei diritti
C’è chi si straccia le vesti ogni qualvolta la società civile chiede alle aziende maggiore responsabilità sociale. Sono i difensori di una certa idea della libertà imprenditoriale che è più vicina alla pirateria. Per fortuna, diversamente da come questi sostengono, il nostro benessere economico non dipende dalla libertà concessa a certe multinazionali di danneggiare la qualità di vita e la salute delle persone.
Da sempre sosteniamo che un confronto sociale maturo, dal quale scaturisce il riconoscimento dei diritti e delle necessità di chi lavora e delle comunità, fa fiorire le aziende e l’economia in un circolo virtuoso. Per questo voterò Sì all’iniziativa “Per multinazionali responsabili” in votazione il prossimo 29 novembre. Lo stesso fa il Comitato direttivo dell’Ocst che ritiene che un’economia forte e sana non possa prescindere dalla valutazione etica dell’operato delle aziende. Le lavoratrici e i lavoratori dell’Ocst sono in questo modo solidali con chi vive in paesi dove la salute e i diritti umani sono meno garantiti che alle nostre latitudini. Secondo il Comitato direttivo dell’Ocst l’iniziativa chiede di raggiungere quella “globalizzazione dei diritti” di cui parla papa Francesco nella sua recente enciclica. È proprio attorno al mancato riconoscimento in modo uniforme a livello globale dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e delle comunità, che si radica lo squilibrio che ha portato al trasferimento della gran parte della produzione dei beni che consumiamo quotidianamente nei paesi in via di sviluppo, senza che venisse trasferita anche una quota di benessere. La nostra economia è più fragile e loro non stanno meglio.
Quindi a nome dell’Ocst invito gli indecisi a prendere coraggio e a non farsi impaurire da false argomentazioni: che sia un’iniziativa colonialista, contro le piccole e medie imprese o illegale. Nulla di tutto questo: è solo un’iniziativa che chiede un’ovvietà: che chi fa danni, ne risponda. Molti paesi stanno introducendo legislazioni simili, la cui diffusione garantirà una maggiore protezione a chi attualmente subisce danni per l’operato di poche aziende senza scrupoli votate al profitto.