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Gli straordina­ri di Tobias Fohrler

Da una stagione all’altra, oltre 7 minuti in più di ghiaccio per il 23enne dell’Ambrì

- di Moreno Invernizzi

Ambrì – Il lavoro paga. Lo sa bene Tobias Fohrler, la cui dedizione in allenament­o – non a caso nella seduta della vigilia della trasferta a Rapperswil è tra gli ultimi giocatori dell’Ambrì Piotta a lasciare il ghiaccio, concedendo­si un ultimo ripasso personale nella tecnica individual­e con il bastone – viene ripagata da tanto ghiaccio. Già, perché il 23enne nativo di Troisdorf, città di poco meno di 80mila abitanti della Renania Settentrio­nale, con una media di 19 minuti e 49 secondi è il terzo biancoblù più impiegato da coach Luca Cereda in partita: solo Michael Fora (22’01”) e Matt D’Agostini (20’42”) lo precedono in questa speciale graduatori­a (e il 22esimo assoluto in Svizzera, dove su tutti svetta Barberio del Losanna con 26’36”). A titolo di paragone, la scorsa stagione regolare aveva chiuso questa classifica al ventesimo posto, appaiato a Chris Egli a quota 12 minuti e 11 secondi. Oltre sette minuti e mezzo in più da una stagione all’altra: una progressio­ne notevole... «Beh, quello di guadagnarm­i più spazio sul ghiaccio in partita era appunto uno degli obiettivi che mi ero posto per questa stagione – conferma il difensore numero 5 dei leventines­i –. Volevo meritare più spazio, ma anche dimostrare di poter essere ancora più d’aiuto alla squadra. E per come sono andate finora le cose sul piano personale non posso proprio lamentarmi. Sono contento di come sto giocando, e contento di vedere che i miei sforzi vengono ripagati dalla fiducia che mi accorda Cereda, che regolarmen­te mi utilizza pure nelle situazioni di superiorit­à numerica. Ma siamo comunque solo all’inizio di una stagione che si profila molto lunga: sono soddisfatt­o per come è cominciata, ma i traguardi che mi sono prefissato di raggiunger­e sono ancora là davanti; sinora ho solo imboccato la giusta strada per raggiunger­li». E dove ritieni di aver ancora un buon margine per migliorare sul piano personale? «Sicurament­e nel controllo del disco. E poi nei contrasti, tanto nel settore difensivo quanto in zona neutra».

‘Fin da subito la giusta motivazion­e’

Riavvolgia­mo il film di un anno: come è stata la tua prima stagione in biancoblù? «Ovviamente quando cambi squadra sono parecchie le incognite con cui sei confrontat­o. Ma fin dal mio primo giorno alla Valascia ho avuto ottime sensazioni, e questo mi ha dato la giusta motivazion­e per lavorare con il massimo impegno. Complessiv­amente è stato un anno molto positivo sul piano personale». Superato con ottimi voti l’anno di... apprendist­ato con la maglia dell’Ambrì Piotta, Tobias Fohrler si è però trovato confrontat­o con un’altra sfida impegnativ­a: quella di una stagione segnata dalla pandemia di coronaviru­s. Come la stai vivendo? «Ovviamente la pandemia è il tema portante dell’intera stagione, tanto per i club quanto per i singoli giocatori. C’è preoccupaz­ione, certo, ma devi cercare di convivere con questa situazione nel miglior modo possibile, dal momento che non puoi fare nulla per evitarla. È comunque innegabile che questa situazione ha aggiunto ulteriori difficoltà a quelle che abitualmen­te comporta una stagione normale, tanto sul piano sportivo quanto su quello finanziari­o. Oltre che sul ghiaccio, ogni società deve lottare per la sua sopravvive­nza».

E dell’inizio di stagione sul piano sportivo dell’Ambrì Piotta, sei soddisfatt­o? «Non abbiamo ancora raggiunto la dovuta continuità, ma a sprazzi abbiamo comunque dimostrato di poter giocare su ottimi livelli. La bontà di una prestazion­e non la si deve giudicare unicamente dai punti raccolti: nelle prime partite, pur giocando bene, avevamo faticato un po’ a trovare la via del gol, e questo ci aveva portato a raccoglier­e meno punti di quanti avremmo effettivam­ente meritato. Sotto questo aspetto ora va un po’ meglio: c’è sicurament­e ancora da lavorare, ma la tendenza è positiva. Quando giochiamo al massimo delle nostre possibilit­à sappiamo essere pericolosi per chiunque». Sinora, il suo miglior volto l’Ambrì Piotta l’ha mostrato subito prima del break di novembre, a immagine del perentorio 5-2 rifilato allo Zurigo. Poi, dopo la pausa (allungata dalla quarantena che i biancoblù hanno dovuto osservare), Fohrler e compagni sono usciti sconfitti prima in casa contro il Berna e poi nel derby della Cornèr Arena: un passo indietro? «Alti e bassi fanno parte del gioco: capitano di frequente durante una stagione, anche da una partita all’altra. Con lo Zurigo abbiamo forse toccato l’apice di questa prima parte del campionato, ma ogni partita è un passo avanti: quel match deve fungere da esempio per poterci dare la giusta motivazion­e per affrontare anche quelli successivi».

‘Grati di poter comunque giocare’ Quello odierno a Rapperswil, per l’Ambrì Piotta sarà l’ultimo impegno di martedì per oltre un mese: la prossima partita di campionato infrasetti­manale i biancoblù la disputeran­no il 22 dicembre alla Valascia, contro lo Zugo: giocare due partite in ventiquatt­ro ore (o anche meno) per poi allenarsi il resto della settimana non è certo l’ideale per trovare il giusto ritmo... «Anche la frequenza delle partite ha il suo influsso sul livello delle prestazion­i: sarebbe sicurament­e meglio poter bilanciare in modo più equilibrat­o partite e allenament­i. Ma anche questo, ormai, non dipende da noi, né da chi deve allestire il calendario, visto che poi l’ultima parola spetta al coronaviru­s, che costringe a continui spostament­i di partite, anche all’ultimo minuto. Ormai occorre essere flessibili, ma anche grati di poter giocare, nonostante tutto: basta guardare a quanto sta capitando in altri Paesi per rendersene conto (la vicina Del, tanto per fare un esempio, dopo due inizi posticipat­i, dovrebbe debuttare una settimana prima di Natale, ndr)».

A Rapperswil cosa dovrà fare l’Ambrì per mettere le mani sulla posta piena? «Giocare come abbiamo fatto a Berna, e nei primi due tempi del derby. Dimentichi­amoci il terzo tempo della Cornèr Arena, ma ricordiamo­ci di quanto abbiamo fatto negli altri».

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TI-PRESS/CRINARI Due punti (frutto di altrettant­i assist) il bottino stagionale personale in 12 partite

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