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Non c’è più religione

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Berna – Mai in passato vi sono state così tante persone in Svizzera che hanno abbandonat­o la Chiesa cattolica come nel 2019: 31’772, un quarto in più dell’anno prima. È quanto emerge dall’ultima statistica dell’Istituto svizzero di sociologia pastorale (Spi) di San Gallo. Già nel 2018 il numero dei membri era sceso di circa il 25% rispetto all’anno precedente. Le differenze cantonali sono notevoli; Ginevra, Vallese, Neuchâtel e Vaud non registrano quasi abbandoni. Secondo l’Spi ciò si spiega col fatto che in questi cantoni risparmiar­e tasse non è un motivo che spinge a uscire dalla Chiesa. Senza tener conto di questi quattro cantoni il tasso di abbandono medio svizzero sale all’1,4%. Valori simili si registrano in Germania (1,2%) e Austria (1,3%). Nel 2019 sono invece entrate nella Chiesa cattolica 885 persone (tasso dello 0,04% escludendo Ginevra, Vallese, Neuchâtel e Vaud, in assenza di dati). Per ogni 34 abbandoni si conta quindi una nuova adesione.

Secondo l’Spi il motivo del forte aumento delle uscite sono i numerosi scandali di abusi venuti alla luce negli ultimi anni. Ma pure il dibattito pubblico sulla morale sessuale della Chiesa, sull’accesso di persone divorziate e risposate per ottenere la comunione e sulla posizione della donna all’interno della Chiesa. Ma, afferma l’istituto, non tutti i problemi della Chiesa cattolica sono “fatti in casa”: il paragone con la Chiesa evangelica riformata mostra che attualment­e è in corso un cambiament­o fondamenta­le nell’appartenen­za ecclesiast­ica. Nel 2019 hanno lasciato la Chiesa evangelica riformata 26’198 persone, il 18% in più dell’anno precedente.

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