‘A podum parlaa in dialett?’
“Podum parlaa in dialett?”. Con ancora addosso il pettorale numero 26, Doris De Agostini ci confidava, nel bel mezzo (...)
(...) di una bufera di neve, le emozioni di una prima vittoria in Coppa del mondo. Storia di 44 anni fa. Era il 21 gennaio del 1976. Una gara al limite del regolare poi sospesa dopo il passaggio di poco più di una trentina di protagoniste. La lunga figura di
Doris sapeva resistere alle impietose folate di vento. Nel raccontare la sua discesa avevamo il batticuore a ogni curva con il timore di vederla andare a gambe all’aria. Più o meno novellina in Coppa del mondo riusciva a mettersi alle spalle le varie e decisamente quotate Oberholzer (sarà seconda), Nadig e Zurbriggen. Quel giorno sconfitta dalla bufera persino Rosi Mittermaier futura duplice campionessa olimpica finita a 30” dall’airolese. Fino ad allora mai nessuna ticinese aveva conquistato un successo in Coppa del mondo. L’inizio di una splendida storia dalle preziose statistiche. Dalla medaglia olimpica, alla coppa del mondo di discesa fino al precoce (per noi suoi tifosi tanto fieri di narrare le sue gesta) ritiro già a venticinque anni. Sapeva che il suo fisico stuzzicava perplessità. Ne era cosciente. Una volta, alle Diablerets, dopo un’impressionante serie di sollevamento-pesi confessò l’essere cosciente che il fisico allampanato poteva creare difficoltà in più, motivo per cui sapeva di dovere programmare allenamenti ancora più duri per potersi imporre. Gran bella grinta, spiccata personalità e un’indubbia coerenza nelle sue convinzioni. Un sorriso accattivante con una velata timidezza camuffata nelle interviste che, in fondo, non gradiva più di quel tanto. Ha chiuso presto con il circo bianco anche per la convinzione che lo sport agonistico non è tutto. Se eravamo fieri di raccontare le sue imprese sulla neve, abbiamo avuto anche il privilegio d’avere conosciuto una Doris tanto fiera del marito campione sul ghiaccio, tanto fiera dei figli avviati a praticare il tennis. Prima di raccontarsi amava raccontare dei suoi cari. Nel disordinato album di ricordi che ci frulla in testa, ricordiamo un incontro al Teatro di Bellinzona di qualche stagione fa. Doris e Natascia Leonardi erano ospiti in una serata di ricordi. Dopo una manciata di minuti, fra lo stupore del pubblico, due personaggi veri e genuini si misero a dialogare in uno stretto dialetto leventinese. “A podum parlaa in dialett?”.