Dal flop di Rapperswil al top col Ginevra
L’Ambrì Piotta chiude il weekend con una vittoria. Goi: ‘È da qui che dobbiamo ripartire’.
Ambrì – Dal peggio (o quasi) al meglio (o quasi), in appena ventiquattro ore. Perché alla brutta prestazione offerta venerdì a Rapperswil, fruttata il secondo k.o. stagionale in altrettanti confronti contro i sangallesi, l’Ambrì Piotta è passato a quella convincente di sabato, che gli ha permesso di mettere sotto il Ginevra Servette, e anche in questo caso per un due su due – ma stavolta di vittorie si tratta – nel saldo delle sfide dirette. Un caso che contro i due avversari le prestazioni dei biancoblù abbiano avuto esito quasi simile alle rispettive ‘prime’? «L’avversario c’entra relativamente – premette Tommaso Goi –. Il Rapperswil, se vogliamo, è una squadra che pratica un gioco simile al nostro. Un motivo in più per iniziare forte quando ti trovi di fronte a un avversario così. Cosa che però venerdì non siamo riusciti a fare: su questo aspetto dovremo sicuramente ancora lavorare. Non possiamo iniziare le partite in quel modo, perché poi tutto si complica, come è successo a Rapperswil e come succederebbe contro qualsiasi altra squadra. Questo weekend abbiamo mostrato i nostri due volti. Venerdì non abbiamo giocato come volevamo, mentre contro il Servette siamo riusciti a farlo dal primo all’ultimo minuto. Del resto per venirne a capo era fondamentale affrontare la partita con questo atteggiamento. Questa è una vittoria che ci fa bene, che ci dà la carica, ed è da qui che dobbiamo ripartire». Come te la spieghi una simile metamorfosi nell’arco di appena 24 ore? «Nell’hockey le cose vanno molto velocemente: se non parti bene subito, poi la partita si fa in salita. A Rapperswil non è che abbiamo mollato, ma sicuramente non siamo partiti come volevamo, poi tutto si è complicato: quando capita, poi diventa durissima tornare in partita. Col Ginevra, invece, siamo subito riusciti a prendere in mano noi le redini del confronto, e del parziale».
Dell’intero weekend, quelli di sabato erano forse i tre punti meno attesi... «È vero che, rispetto al Rapperswil, il Ginevra è una squadra con più talento, e dunque secondo quella logica quelli più alla portata sarebbero stati i punti in palio venerdì, ma d’altro canto stavolta si giocava alla Valascia. E quando giochiamo in casa c’è in ballo anche un po’ d’orgoglio: con o senza pubblico, vogliamo rendere la vita dura a chiunque sul nostro ghiaccio. Potevamo vincere a Rapperswil, abbiamo invece battuto il Ginevra: alla fine il weekend si conclude con un bilancio di cui possiamo essere soddisfatti. E poi, chiudere il weekend con un successo è sicuramente un buon affare dal punto di vista del morale. Certo, portare a casa sei punti sarebbe stato ancora meglio, ma anche così va più che bene».
Cosa ha deciso la sfida della Valascia? «Credo che, guardando tutti i sessanta minuti, decisivo sia stato il nostro inizio: abbiamo cominciato la partita proprio come volevamo. Di fronte ci siamo trovati una squadra forse un po’ provata dal lungo viaggio, dal clima frescolino e confrontata con un ghiaccio forse non ottimale: tutte cose che ci hanno dato un leggero vantaggio, che abbiamo appunto saputo sfruttare per fare la differenza nei minuti iniziali. E questo è stato fondamentale per l’economia di tutto il confronto. Iniziare subito forte, per non farli sentire a proprio agio, ci ha messo in condizione di gestire al meglio il resto della partita». Si poteva chiudere prima questa partita anziché essere costretti a stringere i denti fino alla terza sirena? «Sul 2-0 abbiamo avuto qualche occasione per segnare ancora, ma non siamo riusciti a chiuderla lì. E, comunque, il Ginevra non ha mai smesso di giocare, nemmeno quando si è ritrovato in doppio svantaggio: ci hanno creduto fino alla fine e infatti quando hanno segnato la partita si è riaperta. Ma siamo stati bravi a giocare senza paura fino alla fine: non ci siamo chiusi, come invece avevamo fatto a Lugano».
Luca Cereda, dal canto suo, mette l’accento sull’atteggiamento dei suoi uomini contro il Ginevra: «È stata una buona prestazione da parte di tutti: volevo una reazione dopo la partita di Rapperswil e una reazione c’è appunto stata. Un passo falso come quello di venerdì può capitare, non siamo robot, ma non dobbiamo mai arrenderci o non giocare con coraggio. Contro il Ginevra era appunto importante dimostrare di aver imparato questa lezione».
Sugli ultimi venti minuti della partita della Valascia, il tecnico dei leventinesi osserva: «Emond nel terzo periodo, nel tentativo di rientrare in partita, ha insistito parecchio con i suoi uomini più forti, e noi abbiamo cercato di continuare a spingere anziché arretrare il nostro baricentro. E questa si è rivelata una scelta pagante. Non siamo ancora al nostro top, ma siamo sicuramente sulla buona strada. In questo weekend volevo vedere dei passi avanti, e mi sembra di poter dire che contro il Ginevra li abbiamo fatti».