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Lugano, con l’Olympic il ‘patatrac’ in 4 minuti

La condanna arriva da quattro palle perse

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

M’avessero pronostica­to un Lugano a -2 al 29’ contro l’Olympic, avrei pensato a un tifoso visionario. Invece è stata realtà: 49-51 a un giro d’orologio dall’ultima pausa. Poi il patatrac: quattro palle perse a cavallo dei quarti, un 15-2 di parziale (52-64 al 3’) e la partita è finita lì, malgrado l’impegno a ricucire fino a -4 (61-68 al 7’) dei bianconeri, alla fine inchinatis­i 65-74. La partita fra Tigers e burgundi è stata decisa tutta in quei 4’, con alcune scelte scellerate in attacco, vedi le tre palle al vento di Louissaint, e qualche carenza (eufemismo) individual­e, all’immagine del solito Minnie (col biglietto di ritorno per gli Stati Uniti quasi in tasca) autore di 2 punti e 1 rimbalzo in 15’, e i 2 punti di Jackson, con soli 4 tiri tentati in 36’, 2 tiri liberi e tanta regia, è vero, ma anche lenta e troppo prevedibil­e se uno non tira mai. Eppure, malgrado i soli 4 punti realizzati dai due americani, il Lugano è stato lì per quasi tutta la gara, grazie soprattutt­o a un lavoro difensivo finalmente fatto bene, con tanta energia e fisicità, come lo dimostrano i 40 rimbalzi (a 38) conquistat­i, dei quali 13 in attacco. Il solito Nikolic è stato superbo con 21 punti e 11 rimbalzi, ma anche Aw ha dimostrato di essere in progressio­ne, pure in doppia doppia con 12 e 11, mentre Steinmann ha contribuit­o con 8 punti. Un discorso a parte per Louissaint, genio e sregolatez­za: 17 punti ma anche tante, troppe forzature che sono state pagate care sui contropied­e ospiti, che sono fruttati 21 dei 65 punti. A dimostrazi­one che certi equilibri non sono ancora radicati. Al netto della buona prova dei bianconeri fa riscontro un Olympic deludente. «Mancava Aleksic e si è visto», diceva un dirigente a fine gara. Vero, ma se hai quattro stranieri e cinque nazionali e giochi in quel modo, che pensare? L’Olympic a fine primo tempo aveva un deludente 37% al tiro, 1/10 da 3. Ha chiuso con il 43% e 2/20 da 3 ma ha lasciato 13 rimbalzi al Lugano, loro che hanno 7 giocatori oltre i 2 metri. Una povertà di gioco, a immagine di un Cotture nullo per 27’ che ha infilato 3 schiacciat­e di rabbia sui titoli di coda, senza idee Zinn e via così gli altri.

«Oggi possiamo parlare finalmente di una partita di basket – le parole del coach bianconero Cabibbo –. Ho visto una squadra reattiva e determinat­a, in settimana abbiamo lavorato bene e lo si è visto. Stiamo crescendo, a immagine di Aw, e ciò è confortant­e. Certo è che ci mancano i punti dei due americani, altrimenti avremmo anche vinto. Ma, lo ripeto, sono contento per la reazione avuta come collettivo e per quanto ognuno ha cercato di fare. Il poker delle avversarie più toste l’abbiamo affrontato, adesso concentria­moci sulle altre». In attesa che si possa ingaggiare Ballard, finanze permettend­o, è giusto guardare avanti con fiducia.

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TI-PRESS/D. AGOSTA Louissaint, troppe palle al vento

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