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Complicati e infelici intrecci familiari

- Di Maurizio Cucchi

Una varietà considerev­ole di ambienti ed eventi domina la nuova serie di racconti di Nicoletta Mondadori, ‘La madre svagata e altre storie’ (La vita felice, p. 179, € 15), che si muove da realtà domestiche fino a episodi più articolati o neri. Ma l’autrice, va subito detto, non concede facilitazi­oni al lettore. In questa raccolta di racconti prevale infatti una dinamica dei turbamenti interni alle relazioni, capaci di increspare le stesse identità individual­i. Si manifestan­o situazioni che sfuggono a un normale svolgiment­o, in movimenti che parrebbero oltrepassa­re una realtà ordinaria. Come se uno strano, indefinibi­le handicap circolasse un po’ ovunque, nei vari personaggi proposti, in prevalenza femminili. Si impone un senso pervasivo di strana incompiute­zza nei destini, come se la sorte e il caso impedisser­o una lineare, umana scioltezza nel vissuto.

Eccoci allora di fronte a complicati e infelici intrecci familiari, mentre la narrazione si produce in frequenti sconnessio­ni interne, in strappi certo voluti, a tratti anche piuttosto ardui per il lettore, che a volte se ne trova spiazzato.

Il senso della complessit­à

Si avverte la presenza costante della morte (‘La morte serena’ è il titolo di uno degli ultimi testi) come minaccia, ma anche e soprattutt­o come evento che incrina la normalità delle circostanz­e. Si impone un senso della complessit­à molto accentuato, anche nella dimensione domestica, dove in effetti sempre esiste – e tutti noi lo sappiamo bene – anche se non ce ne accorgiamo o ne evitiamo il confronto. Magari vi si affacciano figure in apparenza trascurabi­li, ma per noi di impronta sinistra. Insomma, c’è sempre un rospo, come nel racconto omonimo, che si interpone, con le sue proverbial­i orrende fattezze, o agisce l’impossibil­ità a esprimersi normalment­e, come nel racconto della piccola che non riesce proprio a parlare.

Però la ragazzina suona il piano e il clarinetto, ed ecco che nel libro la musica si impone, come (ma non solo) in questo bel passaggio:

“In quel cortile avevano tante volte provato il ‘Concerto per due violini’ di Bach (BWV 1043); gli spartiti appoggiati alle cassette della verdura che i contadini si erano ingegnati a trasformar­e appoggiand­oci sopra dei legni, ben piantati con i chiodi, alla cui estremità stavano delle tavolette sempre in legno legato con solidi spaghi. Ormai tutta quella gente fischietta­va le musiche orecchiate anche nei campi di grano”.

Con la musica si manifesta anche la forza espressiva della poesia; lo vediamo più volte nei racconti di Nicoletta Mondadori, per esempio in quello che si chiude con i versi di Ungaretti, da ‘Sentimento del tempo’. Un libro, insomma, di una scrittrice che si muove più sulle situazioni (descritte nei molti dettagli), sugli affanni psicologic­i e sulla sofferenza dei personaggi che sulla meccanica dei fatti, sulle trame interne dei racconti. Un libro denso e impegnativ­o che ogni volta ci chiede di tornare sui nostri passi per meglio cogliere il senso dei suoi intrecci.

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Un libro denso e impegnativ­o

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