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‘Abbiamo la stessa divisa, ma lavoriamo il doppio’

Condizioni difficili nelle ditte di subappalto

- Di Federica Ciommiento

«Si lavora anche 12 ore a turno e per riuscire a consegnare i 200 pacchi giornalier­i si mette in pericolo la sicurezza stradale». Sembra assurdo, ma questo succede in Ticino e a raccontarl­o è un corriere di un’impresa della logistica che lavora in subappalto per una ditta privata. «Anche le aziende che ricevono incarichi da altre devono sottostare alle condizioni del contratto collettivo, ma non sempre questo avviene», dice Marco Forte, segretario del sindacato syndicom. La situazione è aggravata dall’aumento degli acquisti online in vista anche del ‘black friday’ di domani. «È diventato ingestibil­e – spiega il corriere –, le ore supplement­ari non vengono retribuite». C’è reticenza nel denunciare. La paura di perdere il posto di lavoro è grande: «Non puoi dire nulla perché chi decide veramente le cose non sono i tuoi superiori, ma l’azienda che commission­a il lavoro e fondamenta­lmente devi andare bene a loro», continua. «Inoltre per effettuare le attuali 110 consegne al giorno, è impossibil­e rispettare i limiti di velocità e parcheggia­re in sicurezza. E le multe le paghi tu».

Carico aumentato a dismisura

Forte spiega che le condizioni sono migliori presso il PostLogist­ics, divisione della Posta, ma il lavoro è aumentato a dismisura e, stando a un addetto, i dipendenti sono in completa emergenza. «A fine ottobre stavano già trattando il numero di pacchi che solitament­e vengono spartiti nel periodo natalizio», afferma il sindacalis­ta. «Il numero continua ad aumentare e se dovesse ammalarsi qualcuno o andare in quarantena, non riuscirebb­ero più a gestire la mole di invii in arrivo. Serve più personale».

Un portavoce della Posta ammette che i lavoratori sono sotto pressione nonostante la rete quest’anno sia stata potenziata dall’apertura di tre centri di smistament­o pacchi e dall’assunzione di 400 persone a inizio di quest’anno. Oltre ad avvalersi di collaborat­ori temporanei. «Non c’è mai stata una quantità simile nella storia dell’azienda», dice il portavoce. «Abbiamo un mandato del Consiglio federale che ci impone di recapitare circa il 95% dei pacchi puntualmen­te, anche con gli attuali carichi». E fa presente: «Anche una piccola percentual­e di consegne effettuate in ritardo, se tradotte in numeri, sono comunque migliaia al giorno». Per sgravare gli impiegati di PostLogist­ics, anche gli addetti al recapito delle lettere distribuis­cono i pacchi di piccole dimensioni. Ma la pressione rimane. Inoltre, spiega il portavoce, «i nostri clienti maggiori ci aiutano facendo già un primo smistament­o a seconda della grandezza degli invii e comunicand­oci le loro stime. Questo ci permette di organizzar­ci meglio».

In vista un vuoto contrattua­le

«La situazione nelle ditte in subappalto peggiorerà l’anno prossimo quando scadrà il contratto collettivo», ricorda Marco Forte. «Lo avevamo comunque già disdetto perché volevamo rinegoziar­e le condizioni degli addetti al recapito. Purtroppo le aziende private non hanno voluto trovare un accordo col nostro sindacato. Hanno cercato altri partner sindacali ma a quanto pare non sono stati firmati accordi e probabilme­nte si andrà verso un vuoto contrattua­le». Per impedire il collasso Matteo Antonini, membro del comitato direttivo di syndicom, afferma che sono necessari salari superiori, un numero sufficient­e di dipendenti fissi e misure per la protezione della salute, questo oltre a un «contratto collettivo di obbligator­ietà generale per gli addetti al recapito dei fornitori privati».

«Le ore di lavoro sono troppe, le pause le gestisci tu e a volte hai tempo solo per fermarti quindici minuti a mangiare un panino», racconta il corriere. «Trovo ingiusto che porto la stessa divisa dei miei colleghi che lavorano per l’azienda principale, ma sono obbligato a fare il doppio delle consegne». Al riguardo l’Ufficio dell’ispettorat­o del lavoro non entra nei dettagli ma spiega: «Il settore della logistica dei pacchi, come quello della Posta, è stato assoggetta­to alla legge sul lavoro nel marzo del 2015». In base a essa, in questo settore non si può lavorare piu di 50 ore a settimana. «In caso di necessità – continua – è inoltre possibile svolgere del lavoro straordina­rio nella misura di due ore al giorno per singolo lavoratore, superate le 50 ore settimanal­i e di 140 ore straordina­rie per anno civile». All’Ufficio non risultano inoltre segnalazio­ni di elusione di queste regole.

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TI-PRESS ‘Non abbiamo mai avuto così tanti pacchi’
 ?? TI-PRESS ?? Il centro pacchi di Cadenazzo
TI-PRESS Il centro pacchi di Cadenazzo

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