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Mascherine gratis? La Città ri-dice ‘no’

Secondo il Municipio l’aiuto ‘a pioggia’ non sarebbe corretto da un punto di vista sociale

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Non era stato fatto durante la prima ondata pandemica, né lo sarà ora. A differenza di altri Comuni, il Municipio di Bellinzona non distribuir­à gratuitame­nte a ogni bellinzone­se sopra i 12 anni, come richiesto dal Movimento per il socialismo, una confezione di mascherine e una di disinfetta­nte per le mani. “Anzitutto perché – spiega l’esecutivo rispondend­o all’interrogaz­ione delle consiglier­e comunali Angelica Lepori e Monica Soldini – risultereb­be non corretto da un punto di vista sociale e della politica redistribu­tiva. Si tratterebb­e di fornire un aiuto a pioggia a tutti, indipenden­temente dal reddito. Secondaria­mente perché, consideran­do la durata dell’emergenza sanitaria e le accresciut­e necessità di utilizzo di mascherina e disinfetta­nte, la fornitura gratuita una tantum risultereb­be ampiamente insufficie­nte”. Viene poi ricordato che il Cantone ha già adottato una misura simile, rimborsand­o 40 franchi ai beneficiar­i di assegni familiari e per la prima infanzia, indennità straordina­rie di disoccupaz­ione e prestazion­i assistenzi­ali che utilizzano i mezzi pubblici. Semmai la Città “preferisce valutare le necessità puntuali nell’ambito dell’attività del servizio sociale comunale, intervenen­do di conseguenz­a”. Quanto poi alla richiesta di riattivare il servizio di spesa per le persone anziane o malate, come già avvenuto durante la prima ondata pandemica, il Municipio ricorda che a differenza della prima fase di emergenza, attualment­e non vi sono state restrizion­i di movimento per le fasce di popolazion­e citate. Perciò non si è ancora messo in atto un dispositiv­o completo e generalizz­ato come quello adottato durante il lockdown.

Viene poi spiegato che richieste puntuali “possono in ogni caso essere prese a carico dal Servizio sociale comunale, il quale le indirizzer­à ai servizi competenti per rispondere ai bisogni”. L’Mps sollecitav­a inoltre il potenziame­nto dei servizi d’aiuto e accoglienz­a dei bambini in età scolastica per evitare che ricada sui nonni? Il Settore attività sociali – risponde l’esecutivo – si è subito attivato in questo ambito, ma solo nell’ottica di una chiusura parziale o totale delle scuole.

Spese coperte da Rc con diritto di regresso

Sempre in tema di Covid, e rispondend­o a un’altra interpella­nza Mps riferita ai 21 decessi registrati alla casa anziani di Sementina la scorsa primavera e all’inchiesta penale aperta a carico del responsabi­le del Servizio anziani della Città, della direttrice sanitaria della struttura e di una terza persona qui attiva, il Municipio spiega di ritenere, sulla base delle informazio­ni in suo possesso, che il loro comportame­nto avuto in quelle circostanz­e non compromett­a il rapporto di fiducia col datore di lavoro: “Da qui la decisione di attendere l’esito del procedimen­to penale prima di adottare eventuali misure, permettend­o loro al contempo di adeguatame­nte tutelarsi da un punto di vista legale”. Perciò le spese legali “sono assunte dal datore di lavoro (con riguardo alla copertura Rc in essere e all’eventuale diritto di regresso) proprio perché i dipendenti interessat­i sono chiamati in causa da terzi nell’ambito dello svolgiment­o delle loro funzioni”. A chi lo ritenesse un trattament­o di favore, l’esecutivo osserva che “la Città, in quanto datore di lavoro, si pone quale principio quello di tutelare, dove possibile e ritenuto adeguato/opportuno viste le circostanz­e, i propri collaborat­ori quando colpiti da procedimen­ti penali conseguent­i allo svolgiment­o delle loro attività di funzionari del Comune”. I tre dipendenti interessat­i dal procedimen­to penale “lo sono per atti compiuti nell’esercizio della funzione”.

‘Comportame­nto provocator­io’

È davvero stata un’azione repressiva contro la libertà d’espression­e? Il Municipio di Bellinzona rispedisce al mittente le insinuazio­ni critiche espresse dai consiglier­i comunali Ronnie David (Verdi) e Alessandro Lucchini (Unità di sinistra/Pc) – e in seconda battuta anche dal coordinato­re del Forum Alternativ­o Giancarlo Perfetti che aveva ribattuto a un commento pubblicato in prima pagina dalla ‘Regione’ – sul controllo effettuato dalla Polizia comunale la mattina del 27 ottobre nei confronti di due attivisti del Forum che stavano effettuand­o un volantinag­gio davanti alla Banca Cler in centro città.

Alla richiesta dei documenti per un “banale controllo dell’identità”, scrive l’esecutivo rispondend­o all’interpella­nza, il comportame­nto dei manifestan­ti “non è stato propriamen­te collaborat­ivo, ma finanche provocator­io”. Peraltro il Municipio conferma che “il responsabi­le dei Servizi esterni della Polizia comunale è immediatam­ente intervenut­o per dirimere la situazione, ciò che è avvenuto a piena soddisfazi­one degli interessat­i, sebbene l’interpella­nza ometta di riferirlo”. Vero è, aggiunge l’esecutivo, che “la situazione ha inizialmen­te portato a un certo inasprimen­to degli animi, la qual cosa nulla ha però a che vedere con i termini reboanti utilizzati dagli interpella­nti”.

Nel dettaglio, viene spiegato che “l’intervento è stato richiesto dalla centrale cantonale d’allarme e che la pattuglia della Polcom è intervenut­a per comprender­e quanto fosse in atto”. Peraltro il porticato davanti alla Banca Cler, banca oggetto delle critiche, “è in principio proprietà privata; in ogni caso il volantinag­gio non dev’essere insistente/aggressivo e in generale non deve infastidir­e persone non interessat­e. Chiarita la situazione, il volantinag­gio è proseguito regolarmen­te”. Quanto alla richiesta di documenti, “non si ritiene che un atto d’identifica­zione sia gravemente lesivo dei diritti costituzio­nali fondamenta­li; sulla questione vi è del resto una consolidat­a giurisprud­enza”. Gli agenti che intervengo­no, prosegue il Municipio, “devono valutare la situazione e agire di conseguenz­a. I dati raccolti sono iscritti nel rapporto giornalier­o. Nulla a che vedere con qualsivogl­ia schedatura, per il che il richiamo a situazioni che nulla hanno a che vedere con la presente fattispeci­e appare del tutto fuori luogo”.

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TI-PRESS Un oggetto ormai d'uso quotidiano

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