Tutto da dimenticare ‘E non ci sono scuse’
Lugano ancora battuto: prima Bienne, poi Zurigo. ‘Forse volavamo un po’ troppo alti’.
Dopo le sei reti incassate venerdì a Bienne, la sera seguente ci si aspettava una reazione da parte della compagine bianconera. Invece dopo nemmeno 7’ di gioco un Lugano molle, passivo e spaesato si ritrova sotto di ben tre reti al cospetto di uno Zurigo decisamente ispirato. «Il pessimo inizio? Se ne conoscessimo il motivo non sarebbe successo» racconta un deluso Romain Loeffel. «È difficile spiegarlo: è come se non fossimo pronti a giocare, mentre i nostri avversari sono entrati in pista con una maggiore voglia. Non ci sono scuse. Dovevamo mostrare una reazione dopo la sconfitta di Bienne».
E pensare che prima di questo nefasto fine settimana Loeffel e compagni avevano mostrato grande solidità ed erano reduci da quattro vittorie consecutive ottenute in maniera convincente. «Non credo ci siamo visti più belli di quello che effettivamente siamo – continua il difensore –. In quella serie positiva agivamo in modo compatto nella fase difensiva, non concedevamo spazio in attacco ai rivali. Ecco dobbiamo ripartire da lì. Forse dopo queste belle prestazioni abbiamo tralasciato un po’ l’aspetto difensivo e pensato troppo a quello offensivo, ma nell’hockey per fare bene è fondamentale dapprima essere solidi dietro. Ora dovremo studiare gli errori commessi contro Bienne e Zurigo,
farne tesoro, e poi concentrarci sul futuro», conclude Loeffel.
Come lui, anche Serge Pelletier non è ovviamente soddisfatto di quanto proposto. «È un weekend da dimenticare. La squadra non ha giocato bene: bisogna subito correggere il tiro e rimettersi al lavoro per tornare a mostrare la solidità delle prime uscite stagionali» dice il nativo di Montreal, che crede di aver trovato una possibile spiegazione per la mancata, attesa reazione dopo l’insuccesso di Bienne. «Forse siamo saliti un po’ troppo in alto a inizio campionato, e queste due sconfitte ci fanno tornare con i piedi ben piantati per terra. Il calo difensivo? Ci sono poche spiegazioni: nell’uno contro uno siamo stati più deboli, abbiamo lottato meno e vinto meno contrasti e qui la statistica difensiva ne risente».
Pelletier che aveva chiamato il timeout dopo la seconda rete zurighese. «Era la mossa giusta: bisognava tentare qualcosa al fine di salvare la partita dopo il pessimo inizio». Il coach, invece, non ha deciso di rimpiazzare il portiere Schlegel con Fadani. «Ci siamo presentati all’inizio del terzo tempo sul 3-1: potevamo ancora recuperare, era fattibile» aggiunge il 55enne, sottintendendo che la scelta di non cambiare portiere sia stata corretta. L’impressione, tuttavia, è che l’allenatore non consideri ancora pronto l’estremo difensore italiano. Ma con l’assenza di Zurkirchen non è che Schlegel stia forse perdendo un po’ di serenità? «È un campionato in cui le partite si susseguono, un continuo ‘back to back’ e purtroppo ci manca ‘Zuri’, che deve fare i conti con una commozione cerebrale. In questi casi è sempre difficile fare previsioni in merito a un suo ritorno, è necessario avere pazienza». Che, alla fine, siano mancati i leader? «Dopo questo weekend puntare il dito contro uno o due giocatori sarebbe facile: sono due sconfitte del collettivo, tutti quanti possiamo definitivamente fare molto meglio».
Tutto già deciso dopo 7 minuti
Già al primo cambio c’è una prima avvisaglia che il Lugano non coglie, quando Andrighetto fallisce subito una grande occasione. Ma la gioia della rete è rinviata di poco: al 2’15’’ ecco lo 0-1 firmato dal Hollenstein. I bianconeri sono imbambolati e 30’’ più tardi arriva il raddoppio di Prassl. Pelletier chiama il timeout e prova a svegliare i suoi ragazzi, ma è un nulla di fatto. Lo Zsc imperversa a piacimento e ancora prima del 7’ giunge il 3-0 di Krüger su un pessimo cambio volante del Lugano. Il match è in sostanza già deciso. Pur se in una frazione centrale noiosa, al 37’ il Lugano ha il merito di resistere per ben 1’43’’ in doppia inferiorità. La cosa sembra infondere fiducia e a 4’’ dalla seconda sirena ecco finalmente il gol di Herburger, al primo gettone in campionato. Pelletier quindi modifica le linee offensive, ma le velleità ticinesi si spengono al 45’, dopo il gol di Bodenmann, prima del definitivo 5-1 ancora di Hollenstein, al 51’, in powerplay.