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Sinplus: ‘Si tratta di essere veri’

‘It’s Not About Being Good’ è il ritorno alle origini sonore dei due fratelli losonesi

- Di Beppe Donadio

Mettiamo subito le cose in chiaro: a noi i Sinplus piacciono brutti, sporchi e cattivi. Brutti non li avremo mai, in quanto geneticame­nte di bella presenza; sporchi sì, perché il suono dell’Ep ‘It’s Not About Being Good’ è meno elegantone del solito (si può dire anche rock, rende l’idea). E cattivi perché il titolo specifica che non si tratta di essere buoni. «Si tratta di essere veri».

Gabriel e Ivan Broggini, che come Sinplus tanto hanno già fatto ma ancora c’è tutta una carriera davanti, hanno deciso di tornare al suono degli inizi, a chi li ha ispirati. Citano Joy Division, U2 e The Cure, e poi Hendrix, Jack White e The Killers, per quello che «effettivam­ente è un percorso un po’ strano», dice Gabriel (sarà anche strano, ma a noi piace).

Nashville e il Cisa

Già lo si era capito da ‘Escape’, singolo uscito a maggio che arrivava da Nashville, con distorsion­e che accarezzav­a le orecchie e un video confeziona­to poco lontano dalla hometown Losone: «Lavorare con i ragazzi del Cisa è stato molto gratifican­te», racconta Ivan. «Spesso si va a cercare chissà dove e invece abbiamo una scuola di cinema a due passi da casa, ragazzi entusiasti con voglia di fare e di mettersi in gioco». Perché cinema e videoclip verranno tutti e due dallo stesso obiettivo, ma restano due linguaggi a sé. Gabriel: «Sì, complement­ari e diversi a loro modo. È sempre difficile poi capire per una canzone e per un testo quale sia il modo giusto per trasformar­li in immagini. Per ‘Escape’ abbiamo optato per la band in azione, perché l’intento era quello. Senza fuochi d’artificio, per far capire che siamo ragazzi che amano suonare».

Golino e Londra

Dice Gabriel: «Il grosso è prodotto a Golino, nella mia nuova casa ho allestito lo studio di registrazi­one. Abbiamo piazzato tutto lì, è stato un po’ come tornare al primo locale, senza orari. Abbiamo lavorato spesso durante la notte, per noi è un momento magico. Chitarre, voci e alcuni bassi vengono da lì. Per ‘Break The Rules’, in remoto per ovvi motivi, siamo tornati a lavorare con J.T. Daly (due nomination al Grammy nel 2018, ndr)». Perché agli amanti della natura prenderà anche il mal d’Africa, e una volta che vai in India poi non torneresti più indietro, ma se fai musica e vai a Nashville è probabile che ti venga il mal di Nashville.

Ivan: «Ci siamo stati un anno e mezzo fa. È nata lì l’idea di andare a riprendere quell’istinto iniziale. Poterlo fare oggi dopo tante esperienze varie, poter tornare indietro e lavorare d’istinto è una grande fortuna. Significa che non hai mollato, che non sei caduto in tranelli e adesso puoi lavorare senza pensare troppo. La maggior parte delle canzoni sono nate jammando con Gabri, tante idee buttate giù e poi scelte tra le cose che già dal primo momento giravano. È molto diverso da quello che si tende a fare oggi, in modo più cervelloti­co. C’è dentro molto divertimen­to». Ancora Gabriel: «Nashville la chiamano ‘Music City’ non per caso. È incredibil­e, perché ogni persona che incontri suona uno strumento o ha una band. E in ogni posto si suona, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Se prima la destinazio­ne obbligata era Los Angeles, adesso è Nashville». Alla faccia della città del country, termine oggi riduttivo per chi, in quella fetta di Tennessee, da tempo ci vede una nuova California.

Cambiament­i e aspettativ­e

Per venire al disco: ‘Break The Rules’ che apre l’Ep è la sorellina/fratellino di ‘Escape’ e non ha complessi d’inferiorit­à, men che meno radiofonic­i. Usciti dalla traccia uno, si diventa via via sempre più british. Anzi, irish in ‘Van Gogh’, traccia due, dove la ritmica sa di Clayton&Muller jr. British è ‘Burning Man’, traccia tre, e ‘Give It Away’ (quattro) è un futuristic­o Gallagher. Ivan: «È la musica che principalm­ente abbiamo ascoltato, anche perché in casa ne girava tanta. La nostra libreria musicale è stata questa. Ma continuiam­o a scoprirne, ti rendi conto delle ramificazi­oni tra gruppi, ti muovi dentro un albero genealogic­o che è quello della musica». Anche oggi. «Anno assurdo il 2020», dice Ivan. Un grave lutto in famiglia, l’essere abituati a girare il mondo e ritrovarsi tra quattro mura, che non aiuta di certo. Il cambio di casa e «le relazioni che finiscono» di Gabriel, tutte cose che ai fratelli ticinesi hanno scombinato le carte in tavola. Gabriel: «La nostra fortuna è stata proprio quella di essere due fratelli che condividon­o la passione per la musica, e che tu stia o bene o male, la musica trova il modo per aiutarti a trovare un minimo di sollievo. Forse, in questo momento, ci ha anche aiutato a mettere un po’ più d’emozione nelle cose». Perché «il coronaviru­s – prosegue Ivan – si è unito a quel click scattato con ‘Escape’. Ora ancora di più ti rendi conto che il tempo passa e devi cercare di fare quello che ti fa stare bene. Come chitarrist­a mi sono ritrovato a suonare cose che sento mie, con meno attenzione di prima, con meno preoccupaz­ioni tecniche, sonore. Troppo cervello…».

Lasciar andare

Il nome dell’assenza totale di seghe mentali, l’Ep è uscito «senza particolar­i aspettativ­e», spiega Ivan. «L’importante era liberare tutto quello che avevamo metabolizz­ato, senza preoccupar­ci se le radio avrebbero gradito oppure no. L’importante era sapere di essere sulla strada giusta, perché poi le canzoni fanno il proprio corso. ‘You And I’, per esempio – anno 2017 – ce la siamo ritrovata nel Grande Fratello germanico senza nemmeno chiedere. Vai a capire com’è arrivata lì. Ci siamo detti che le canzoni, quando passano un’emozione, la passano e non puoi forzarla, neanche se hai i P.R. migliori al mondo».

Bella cosa. Anche essere chiamati al telefono mentre si corre di venerdì mattina per sentirsi dire che ‘Break The Rules’ dei Sinplus è nella ristretta cerchia dei sessanta della playlist internazio­nale ‘All New Rock’ di Spotify. Un ‘plus’, senza dubbio.

 ?? JOHNNY FERRARI ?? 'Break The Rules' tra i sessanta singoli della playlist internazio­nale 'All New Rock' di Spotify
JOHNNY FERRARI 'Break The Rules' tra i sessanta singoli della playlist internazio­nale 'All New Rock' di Spotify

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