laRegione

Femminicid­io, male strisciant­e

- Valeria Faccin, Viganello

25 novembre: sebbene Giornata Mondiale e ufficiale contro la violenza sulle donne, esiste ancora un male che non siamo in grado di combattere: il femminicid­io. Un male che striscia costanteme­nte nelle nostre vite quotidiane, che tolleriamo nei piccoli gesti, con battutine, con i sorrisi complici. Non ci rendiamo conto di quanto male possa fare fino a quando non ci troviamo di fronte a fatti di cronaca eclatanti. La realtà è che il maschilism­o fa vittime ancora oggi: uccide o rovina loro la vita, giustifica­to dalla volontà di possesso. La declinazio­ne del maschilism­o, secondo cui l’uomo è conquistat­ore, cacciatore e altre amenità, trova terreno fertile nella società dove “vincere è l’unica cosa che conta”, ma potrebbe fare la differenza per qualcuna che ha ancora paura di denunciare o parlare. La violenza non è solo quella fisica, quella che ti lascia dei lividi esteriori. Violenza è anche quella subdola, infima, cattiva, che ti prende la mente, il cuore, e ti priva di ogni tuo essere. Il violento, in questo caso, manipola la realtà a proprio piacimento e induce la vittima a sentirsi nettamente inferiore al suo carnefice, ledendo la sua autostima e il suo senso di appartenen­za al mondo. Basta scuse come: “Sono caduta dalle scale” – “Ho sbattuto” – “Sono inciampata”: siamo donne, non imbranate. Non deve esistere il “Non lo farò mai più”: denunciamo al primo schiaffo e non torniamo indietro! Solo un uomo piccolo usa violenza sulle donne per sentirsi grande. “Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazion­i che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligen­za che avete calpestato, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!” (W.Shakespear­e).

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