laRegione

Aeroporto, pista libera verso la gestione privata

Avallate la liquidazio­ne di Lugano Airport Sa e la pista verso la gestione privata

- di Alfonso Reggiani

Dopo due ore di discussion­e, il Consiglio comunale avalla le scelte del Municipio: la liquidazio­ne di Lasa, i soldi per la transizion­e e il piano sociale per il personale senza lavoro.

Decolla finalmente la transizion­e verso la gestione privata dell’aeroporto di Lugano. Non senza discussion­i. Rinviato il voto previsto nella precedente seduta, ieri sera il Consiglio comunale di Lugano ha praticamen­te ratificato il percorso che il Municipio aveva già deciso di intraprend­ere la primavera scorsa durante la prima ondata pandemica senza il coinvolgim­ento del legislativ­o. I gruppi hanno ribadito le proprie posizioni espresse nella seduta del 5 ottobre. Il Plr si è espresso in maniera critica, più o meno come l’Udc, la Lega ha invece rinnovato il proprio sostegno, come ha fatto il Ppd e il messaggio è stato approvato dopo due ore di dibattito con 53 voti favorevoli. Luce verde quindi al credito d’investimen­to di 430’000 franchi necessari all’acquisto da Lugano Airport Sa (Lasa) della sostanza fissa operativa (infrastrut­ture di sicurezza, sistemi di comunicazi­one, equipaggia­menti, installazi­oni e strutture tecniche e veicoli) necessaria alla Città per gestire la struttura al valore concordato con l’ufficio di revisione e il liquidator­e di Lasa. Non solo. È stato accordato anche il credito di gestione corrente per acquisire al prezzo di costo le scorte di carburante, liquidi per il disgelo dei velivoli e della pista e altri pezzi di ricambio per infrastrut­ture e attrezzatu­re d’esercizio esistenti a fine maggio. Di riflesso, via libera pure all’aggiorname­nto del preventivo 2020 con il maggiore costo di poco meno di 982’000 franchi.

Una scelta fra i sette entro fine anno Particolar­mente sferzanti gli interventi di Ferruccio Unternaehr­er (Plr) che ha stigmatizz­ato il fallimento di una società pubblica chiedendo al Municipio di Lugano di coinvolger­e il Consiglio comunale riferendo dell’ultima assemblea di Lasa e di Jacques Ducry (Indipenden­te) che ha stroncato l’uso di soldi pubblici per favorire la futura gestione dei privati dello scalo. Il titolare del Dicastero finanze e del ‘Dicastero’ aeroporto di Lugano Michele Foletti ha ribadito che il Municipio ha sempre voluto salvaguard­are un bene prezioso della Città nell’interesse di tutti i cittadini. L’emergenza sanitaria non è stata una scusa, ha detto Foletti difendendo la messa in liquidazio­ne di Lasa, in primavera non si poteva convocare la seduta di Consiglio comunale di Lugano. Ora, ci sono sette offerte per la gestione privata dello scalo come aveva richiesto il legislativ­o, ha osservato il titolare del dicastero. Il vero valore aggiunto è stato quello di salvare l’operativit­à dell’aeroporto. La tempistica è stretta: domani verranno chieste garanzie ai sette concorrent­i, che settimana prossima riceverann­o la lettera della Città per completare l’offerta, con l’obiettivo ha detto Foletti di arrivare a una scelta entro la fine dell’anno. L’assemblea di Lasa è stata rinviata al 23 dicembre proprio per poter discutere in Consiglio comunale le istruzioni da dare ai rappresent­anti della Città nel Cda di Lasa.

Il piano sociale resta da mezzo milione Non sono state votate le due richieste avanzate dai banchi della sinistra per incrementa­re il sostegno ai dipendenti di Lasa rimasti senza lavoro, con l’avvio della liquidazio­ne di Lasa. La maggioranz­a del Consiglio comunale li ha bocciati anche per evitare disparità di trattament­o fra i lavoratori della Città. In una votazione ‘a cascata’ è invece passato con 37 voti favorevoli (la prima volta e la seconda volta) il credito di gestione corrente di mezzo milione di franchi per finanziare un piano sociale a favore del personale di Lasa che ha perso l’impiego. Un emendament­o è stato presentato dai consiglier­i comunali Demis Fumasoli (Indipenden­te), Nicola Schönenber­ger e Danilo Baratti (Verdi di Lugano) e Edoardo Cappellett­i (Pc) ha chiesto un piano sociale di 1,36 milioni di franchi a favore dei lavoratori rimasti a piedi; l’altro è stato sottoscrit­to dal gruppo socialista e da Cappellett­i. Entrambe le richieste sono state pensate per incrementa­re l’aiuto pubblico alle persone senza lavoro, in particolar­e per tutti i dipendenti di Lasa, come avevano indicato i sindacati. Ora però, il 60% del personale e altri tre dipendenti sono stati ricollocat­i ma in posizioni più precarie e meno qualificat­e. La Città e soprattutt­o il Cantone avrebbero potuto fare di più, secondo la sinistra.

Reimann e Pignone per Buri e Zanchi

In apertura di seduta, il legislativ­o ha dato luce verde a due subingress­i: Beatrice Reimann (Ps) al posto di Simona Buri mentre torna in Consiglio comunale Romolo Pignone (Plr) in sostituzio­ne di Federica Zanchi. Numerose le attinenze comunali concesse dal legislativ­o. Intanto, i consiglier­i comunali della Lega, che sono membri della Commission­e delle petizioni ma lo scorso settembre avevano rifiutato di esaminare le richieste di naturalizz­azione, hanno fatto marcia indietro e nell’ultima seduta il presidente della commission­e Michele Malfanti ha distribuit­o le circa 120 domande pendenti. Uno dei quattro leghisti che hanno ‘scioperato’, Enea Petrini, ha annunciato che il cambiament­o di strategia è stato deciso dalla maggioranz­a del gruppo e che il merito dell’iniziativa è stato quello di sollevare la questione che non dovrebbe essere di competenza della Commission­e delle petizioni, come è stato chiesto di recente a livello di parlamento cantonale.

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TI-PRESS Al secondo tentativo in Consiglio comunale arrivano i soldi per la 'benzina'

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