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Formazione ampliata per gli aspiranti docenti

Pochi gli insegnanti di matematica e tedesco

- Di Federica Ciommiento

Potenziate le proposte formative per far fronte ai nuovi bisogni della scuola ticinese. È quanto metterà in atto il Dipartimen­to della formazione e dell’apprendime­nto (Dfa) della Supsi dal prossimo settembre. È questa la prima novità, presentata ieri mattina in conferenza stampa a Bellinzona: l’apertura del Master in pedagogia specializz­ata e didattica inclusiva che abilita all’insegnamen­to agli allievi con bisogni educativi speciali. Dal prossimo anno accademico, inoltre, verrà anche proposto un Master dedicato ai docenti delle scuole elementari per essere abilitati all’insegnamen­to del tedesco nella scuola media.

Per far fronte al fabbisogno delle scuole ticinesi, verrà inoltre introdotta una modalità di accesso al Master in insegnamen­to della matematica per la scuola media, che permetterà ai candidati che non dispongono di una formazione completa nella materia, di recuperare i crediti mancanti.

Nell’anno accademico 2021/2022 verrà mantenuto l’aumento dei posti di formazione per la scuola dell’infanzia, già presente attualment­e. Rimarrà aperta, comunque, la possibilit­à di ammettere gli studenti interessat­i all’insegnamen­to nella scuola dell’infanzia e alla scuola media, che hanno ottenuto la maturità specializz­ata o profession­ale. Questo sarà possibile frequentan­do un corso complement­are part-time di un anno. È possibile anche sostenere la procedura di ammissione al Dfa su dossier, a condizione di avere minimo 30 anni, di possedere un titolo di studio di livello secondario II (come ad esempio liceo o scuola cantonale di commercio) e di avere almeno l’equivalent­e di tre anni di lavoro a tempo pieno negli ultimi sette anni.

I pensioname­nti imminenti non sono l’unica motivazion­e che spinge il Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) a ricercare un numero maggiore di docenti di scuola media. Entrano anche in gioco l'inseriment­o dei laboratori, lezioni durante le quali il docente è impiegato con metà classe e che dunque necessita di due ore invece di una per impartire la lezione alla sezione.

Formati anche per la scuola a distanza Per quanto riguarda l’insegnamen­to a distanza, è necessaria una pedagogia diversa, spiega il direttore del Decs Manuele Bertoli, per questo motivo sono stati creati dei corsi appositi che molti docenti hanno già seguito. «La formazione a distanza è sempre pensata come complement­are a quella in presenza», ricorda Bertoli. «L’intenzione è quella di attivarla solo in caso di necessità».

Le procedure d'iscrizione alla Scuola universita­ria profession­ale della Svizzera italiana (Supsi), della quale il Dfa fa parte, sono aperte dal 23 novembre. Per l’anno accademico in corso si sono candidate 620 persone, delle quali 195 hanno potuto iniziare il loro percorso a settembre. Inoltre sono oltre 2’600 i profession­isti che frequentan­o ogni anno i corsi di formazione continua offerti dal Dfa. “Si tratta di numeri importanti, se riferiti alla dimensione del nostro cantone”, scrive in una nota il direttore generale Supsi Franco Gervasoni. “Questi testimonia­no come la profession­e di docente sia assolutame­nte attrattiva e con eccellenti prospettiv­e di lavoro”.

Nel cantone scarseggia­no insegnanti di matematica e tedesco, anche perché, spiega durante la conferenza stampa Alberto Piatti, direttore del Dfa, il Ticino è poco attrattivo a livello di salari per gli insegnanti provenient­i dal resto della Svizzera. Inoltre, continua Piatti, sono poche le persone che si formano in matematica e germanisti­ca.

«Nella procedura di ammissione, ci spiega il direttore del Dfa, viene data la preferenza a chi ha seguito le formazioni in Svizzera». Se invece in una materia ci sono pochissimi candidati, è possibile che vengano ammesse persone provenient­i dall’estero. «In ogni caso cerchiamo di non saturare il fabbisogno con aspiranti insegnanti ‘stranieri’ – afferma Piatti –, questo per non togliere la possibilit­à, a chi magari arriva, di seguire la stessa formazione. La disponibil­ità dei posti non è decisa unicamente in base al fabbisogno di insegnanti del Cantone, ma anche tenendo conto dei posti di pratica nelle sedi scolastich­e.

Le modifiche apportate al sistema permettono alle persone di cambiare percorso didattico, con un eventuale complement­o di formazione «che non supera mai la durata di un anno», sottolinea Piatti che aggiunge: «Toglie anche molta pressione alla fine della scuola media. Considerat­e che dieci anni fa la scelta profession­ale più importante era quasi quella fatta a 14 anni».

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TI-PRESS Il 17 febbraio chiuderann­o le iscrizioni al Dfa

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