Formazione ampliata per gli aspiranti docenti
Pochi gli insegnanti di matematica e tedesco
Potenziate le proposte formative per far fronte ai nuovi bisogni della scuola ticinese. È quanto metterà in atto il Dipartimento della formazione e dell’apprendimento (Dfa) della Supsi dal prossimo settembre. È questa la prima novità, presentata ieri mattina in conferenza stampa a Bellinzona: l’apertura del Master in pedagogia specializzata e didattica inclusiva che abilita all’insegnamento agli allievi con bisogni educativi speciali. Dal prossimo anno accademico, inoltre, verrà anche proposto un Master dedicato ai docenti delle scuole elementari per essere abilitati all’insegnamento del tedesco nella scuola media.
Per far fronte al fabbisogno delle scuole ticinesi, verrà inoltre introdotta una modalità di accesso al Master in insegnamento della matematica per la scuola media, che permetterà ai candidati che non dispongono di una formazione completa nella materia, di recuperare i crediti mancanti.
Nell’anno accademico 2021/2022 verrà mantenuto l’aumento dei posti di formazione per la scuola dell’infanzia, già presente attualmente. Rimarrà aperta, comunque, la possibilità di ammettere gli studenti interessati all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e alla scuola media, che hanno ottenuto la maturità specializzata o professionale. Questo sarà possibile frequentando un corso complementare part-time di un anno. È possibile anche sostenere la procedura di ammissione al Dfa su dossier, a condizione di avere minimo 30 anni, di possedere un titolo di studio di livello secondario II (come ad esempio liceo o scuola cantonale di commercio) e di avere almeno l’equivalente di tre anni di lavoro a tempo pieno negli ultimi sette anni.
I pensionamenti imminenti non sono l’unica motivazione che spinge il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) a ricercare un numero maggiore di docenti di scuola media. Entrano anche in gioco l'inserimento dei laboratori, lezioni durante le quali il docente è impiegato con metà classe e che dunque necessita di due ore invece di una per impartire la lezione alla sezione.
Formati anche per la scuola a distanza Per quanto riguarda l’insegnamento a distanza, è necessaria una pedagogia diversa, spiega il direttore del Decs Manuele Bertoli, per questo motivo sono stati creati dei corsi appositi che molti docenti hanno già seguito. «La formazione a distanza è sempre pensata come complementare a quella in presenza», ricorda Bertoli. «L’intenzione è quella di attivarla solo in caso di necessità».
Le procedure d'iscrizione alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi), della quale il Dfa fa parte, sono aperte dal 23 novembre. Per l’anno accademico in corso si sono candidate 620 persone, delle quali 195 hanno potuto iniziare il loro percorso a settembre. Inoltre sono oltre 2’600 i professionisti che frequentano ogni anno i corsi di formazione continua offerti dal Dfa. “Si tratta di numeri importanti, se riferiti alla dimensione del nostro cantone”, scrive in una nota il direttore generale Supsi Franco Gervasoni. “Questi testimoniano come la professione di docente sia assolutamente attrattiva e con eccellenti prospettive di lavoro”.
Nel cantone scarseggiano insegnanti di matematica e tedesco, anche perché, spiega durante la conferenza stampa Alberto Piatti, direttore del Dfa, il Ticino è poco attrattivo a livello di salari per gli insegnanti provenienti dal resto della Svizzera. Inoltre, continua Piatti, sono poche le persone che si formano in matematica e germanistica.
«Nella procedura di ammissione, ci spiega il direttore del Dfa, viene data la preferenza a chi ha seguito le formazioni in Svizzera». Se invece in una materia ci sono pochissimi candidati, è possibile che vengano ammesse persone provenienti dall’estero. «In ogni caso cerchiamo di non saturare il fabbisogno con aspiranti insegnanti ‘stranieri’ – afferma Piatti –, questo per non togliere la possibilità, a chi magari arriva, di seguire la stessa formazione. La disponibilità dei posti non è decisa unicamente in base al fabbisogno di insegnanti del Cantone, ma anche tenendo conto dei posti di pratica nelle sedi scolastiche.
Le modifiche apportate al sistema permettono alle persone di cambiare percorso didattico, con un eventuale complemento di formazione «che non supera mai la durata di un anno», sottolinea Piatti che aggiunge: «Toglie anche molta pressione alla fine della scuola media. Considerate che dieci anni fa la scelta professionale più importante era quasi quella fatta a 14 anni».