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In treno da Como a Lecco: ‘È la sola soluzione’

Astuti difende il progetto di elettrific­azione

- Di Daniela Carugati

Non sarà la Mendrisio-Varese, con le sue migliaia di pendolari. Ma anche la Como-Lecco ha tutta la dignità di una linea ferroviari­a transfront­aliera. Ridarle la carica, elettrific­ando la tratta – da Albate Camerlata a Lecco –, darebbe una ‘arma’ in più al trasporto pubblico, facilitand­o lo spostament­o dei frontalier­i di quelle parti, che ogni giorno varcano il confine per raggiunger­e il posto di lavoro in Ticino, e alleggeren­do, al contempo, il carico veicolare sulle nostre strade. Insomma, sarebbe ‘la soluzione’. Tant’è che ci aveva pensato pure lo Stato italiano, con il plauso della politica locale (quasi per intero), agganciand­o il progetto alle Olimpiadi del 2026. Un gancio che restituiva la possibilit­à di attingere ai 474 milioni di euro accantonat­i a favore della Regione Lombardia per la realizzazi­one delle infrastrut­ture utili alla manifestaz­ione. Invece, l’opera è sparita dall’agenda del Pirellone: oggi non è considerat­a una priorità. Un errore clamoroso agli occhi di Astuti, l’Associazio­ne di tutela degli utenti dei mezzi pubblici del Ticino, come dell’Associazio­ne Utenti del trasporto pubblico (Utp) della Lombardia. Le due realtà, che danno voce ai pendolari sui due lati della frontiera, lunedì hanno scritto al presidente del governo Norman Gobbi e al direttore del Dipartimen­to del territorio Claudio Zali, confidando nel loro intervento. L’obiettivo? Perorare la causa all’indirizzo di Rete ferroviari­a italiana, affinché si rilanci l’iniziativa sulla ComoLecco. Astuti e Utp non hanno mancato di coinvolger­e le aziende di trasporto, le autorità di Chiasso e Mendrisio e la Commission­e regionale dei trasporti. La speranza, neanche troppo velata, è che si riesca ad accendere i riflettori su un progetto che potrebbe riequilibr­are il rapporto fra auto e treno, oggi, osservano le due Associazio­ni, eccessivam­ente sbilanciat­o verso il mezzo privato, facendone beneficiar­e l’ambiente. “In particolar­e – richiamano – nella fascia a Est di Como verso Erba, l’utenza non ha reali alternativ­e all’automobile, pur in vicinanza di un tracciato ferroviari­o, perché il treno non offre un servizio appetibile”. In effetti, il servizio ha “poche corse, non cadenzate e soprattutt­o non connesse col Ticino, principale destinazio­ne degli spostament­i”. Ecco che, sollecitan­o Astuti e Utp, esaminando le alternativ­e a disposizio­ne per rendere più attrattivo il trasporto ferroviari­o, questa linea risulta essere “il prolungame­nto verso Erba e/o Molteno di una delle linee S e/o RE del servizio ferroviari­o del Ticino”. Servizio che oggi ha poche corse, non cadenzate e soprattutt­o non connesse col Ticino, principale destinazio­ne degli spostament­i. Di conseguenz­a elettrific­are il tratto mancante permetterà ai convogli ticinesi, quindi a Tilo, di estendere il suo raggio d’azione.

Del resto, la Como-Lecco – ribattezza­ta anche la linea dei 5 laghi e coperta in circa un’ora – nel toccare i 13 Comuni allineati lungo un tracciato di circa 18 chilometri, dichiara una utenza potenziale complessiv­a di 250mila persone. E con l’ambizione di collegare pure i laghi di Lugano e Locarno, come hanno fatto notare gli esperti nel presentare il progetto. Una opportunit­à realizzabi­le solo sostituend­o i treni diesel – che oggi assicurano il servizio – con l’elettrific­azione della tratta. Il che permettere­bbe altresì di prolungare un collegamen­to veloce (RE80) da Chiasso a Erba.

I vantaggi, si rilancia, sarebbero notevoli “per i lavoratori frontalier­i che ogni giorno si recano in Svizzera e per tutta l’area del Mendrisiot­to e della Brianza Lecchese e Comasca alleggeren­do notevolmen­te le strade provincial­i dal traffico veicolare”. Il tutto con un investimen­to di poco più di 17 milioni di euro. Immaginare un parallelis­mo con la Mendrisio-Varese e i suoi 5mila pendolari al giorno (nel periodo pre pandemia da Covid-19) non appare azzardato, soprattutt­o ad Astuti e Utp. Anzi, il confronto è utile. “Un simile successo è facilmente stimabile per il collegamen­to della ComoLecco con la Svizzera, a fronte peraltro di un investimen­to molto più contenuto”, motivano. “Consideran­do che negli spostament­i casa-lavoro il coefficien­te di occupazion­e dei veicoli è poco superiore a uno, per ogni passeggero che sceglie la modalità treno si può praticamen­te contare un’auto in meno sulla strada”.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE

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