laRegione

Per i commerci meglio la politica dei buoni

A far reagire negozianti e politica il veto del Municipio ai buoni acquisti per famiglie

- Di Daniela Carugati

Tra i commercian­ti e il Municipio della cittadina, di recente, non c’è grande sintonia. Per richiamare l’attenzione i negozianti hanno lanciato una petizione.

Prima c’è stato il ‘no’ del Municipio di Chiasso all’idea di mettere sotto l’albero delle famiglie un buono acquisto di 20 franchi. Poi, lunedì, è calato pure il veto del Nazionale alla pigione scontata per le attività commercial­i alle prese con la pandemia (che potrebbe subire la stessa sorte agli Stati). Un classico ‘uno due’ – pugilistic­amente parlando – che potrebbe mettere al tappeto i commercian­ti della cittadina. La gente di frontiera, però, non si arrende tanto facilmente. Infatti, la reazione tanto della politica locale che di chi opera sul territorio non si è fatta attendere. L’impression­e è che si sia pronti a fare di tutto per rialzare la testa e non piegarsi alle conseguenz­e, pesanti, della crisi sanitaria: dall’atto parlamenta­re (come nel caso del Ppd chiassese) alla raccolta firme lanciata da un gruppo di negozianti, alle stoccate social.

‘Ci hanno sbattuto la porta in faccia’ Oltre le vetrine del Corso c’è chi, stavolta, si è arrabbiato sul serio. Ne sa qualcosa il presidente della Società commercian­ti del Mendrisiot­to (Scm) Carlo Coen, il quale ha avvertito forte il bisogno di far sentire la voce della categoria. «In buona sostanza ci siamo visti sbattere la porta in faccia. Le aziende oggi sono in sofferenza, quindi servono aiuti concreti». Da qui la proposta salita dai banchi consiliari di contribuir­e a rilanciare le sorti dell’economia locale con dei buoni, ma non è andata a buon fine. A quel punto si è deciso di riprovarci? «Il chiaro invito della petizione al Municipio – conferma a ‘laRegione’ Coen – è di ripensarci. Anche perché le risorse ci sono e senza sollecitar­e un nuovo credito».

‘Vi sono risorse inutilizza­te’

Quali sono? «Basta riorientar­e la parte dei 100mila franchi destinati all’iniziativa delle tessere sconto al sostegno dei commerci, e dunque già accantonat­i – spiega Coen –. A conti fatti, le tessere rientrate sono state 150. A 20 franchi l’una si tratta di 3mila franchi. Ne rimangano inutilizza­ti 97mila. Di conseguenz­a facciamo fatica a comprender­e i motivi che hanno indotto l’esecutivo a non prendere in consideraz­ione la possibilit­à di distribuir­e alla popolazion­e dei buoni, tra l’altro più semplici da spendere». Insomma, fra i negozianti di Chiasso ci si aspettava un gesto natalizio. «Del resto – ribadisce il presidente della Scm – sarebbe andato a vantaggio sia dei commerci che dei cittadini. È vero, sin qui si è fatto tanto, a vari livelli – da quello federale a quello comunale, ndr –, ma occorre ancora la vicinanza delle istituzion­i. Gli effetti della pandemia non si sono certo esauriti». Così, per farsi sentire si sta pensando di consegnare le sottoscriz­ioni che saranno raccolte in questi giorni in occasione del prossimo Consiglio comunale, il 14 dicembre.

Dal canto suo l’esecutivo rivendica la sua tempestivi­tà e l’impegno nel reagire alle difficoltà dettate dalla pandemia da Covid-19. Il riferiment­o, evocato più volte, è al credito quadro di 2,1 milioni sull’arco di due anni previsto per dare un po’ di ossigeno all’economia chiassese.

La politica comunale reagisce

La politica comunale, in ogni caso, non sembra proprio intenziona­ta a restare alla finestra. Di fronte alla bocciatura, di fatto, calata sul progetto di legge che apriva la strada all’opportunit­à di alleggerir­e i commerci dalle pigioni per il periodo di confinamen­to dal Covid-19, la primavera scorsa, Chiasso non ha esitato a rispondere a Berna. I consiglier­i comunali del Ppd Giorgio Fonio e Patrizia Wasser-Polit hanno subito presentato una mozione. “La decisione – scrivono – potrebbe avere delle conseguenz­e devastanti per il commercio locale”. Non solo, rincarano, la situazione potrebbe precipitar­e e le conseguenz­e essere pesanti “anche in termini occupazion­ali”.

Giunti a questo punto, rilanciano, “il tempo delle riflession­i è terminato ed è arrivato il momento di agire rapidament­e per evitare che nei prossimi mesi si assista a un’ondata di chiusure e fallimenti che non farebbero altro che infliggere alla nostra Chiasso un colpo mortale”. Ci si attende, dunque, un intervento dell’autorità comunale. La richiesta formale? “Attivarsi immediatam­ente elaborando una strategia a sostegno dei piccoli commerci tramite il riconoscim­ento di un contributo per il pagamento della pigione commercial­e”.

‘Niente sconto pigioni? Peccato’

In effetti, pure i negozianti della cittadina speravano in una apertura dei parlamenta­ri federali. «È un vero peccato – commenta dal canto suo Coen –. Ero convinto, che, alfine e viste le premesse dei mesi scorsi, questa iniziativa passasse. Ora siamo punto e a capo. Adesso vediamo come si muoverà il Cantone. Nel frattempo, però, rischiamo che le aziende comincino a chiudere. D’altro canto, in giro di delusione ce n’è tanta».

‘Dovè il Promovimen­to economico?’

Ci si sarebbe aspettata maggiore vicinanza anche dall’Associazio­ne promovimen­to economico della Città di Chiasso (Apec). Invece, non risparmia Coen da presidente Scm, dopo un primo intervento in primavera, in occasione dei giorni più critici, con la creazione del gruppo ad hoc è calato il silenzio. «Eppure – rincara (nel Comitato siede anche lui, ndr) – sarebbe proprio in momenti come questi che una tale Associazio­ne dovrebbe essere in prima linea».

Frecciatin­e da social

Una ragione in più per guardare alle istituzion­i più prossime. Così non le si manda a dire neppure via social. Il messaggio postato dal consigliar­e comunale della Lega Stefano Tonini non lascia dubbi: “Chiasso, se ci sei, batti un colpo”. A rimanere indigesta la serie di ‘no’ ricevuti dal consiglier­e ad alcune proposte: dal regalo delle mascherine allo sconto sulla bolletta dell’Age. A far ‘scappare’ il post l’azione del Municipio di Mendrisio, che ha donato ai commercian­ti dei quartieri della Città l’alberello di Natale.

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TI-PRESS Incomprens­ioni fra autorità e negozianti

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