Sogno una Capriasca a chilometro zero!
Nel solco della sua millenaria tradizione rurale e contadina, sogno una Capriasca ancora svizzera, di cultura italiana, ecumenica e verde. Sogno innanzi tutto una Comunità solidale e aperta, cosciente e fiera del proprio passato, dei valori cristiani e democratici che l’hanno retta fino ai nostri giorni. Mi affascina una Capriasca alternativa e complementare alle aree urbane: polmone verde, zona privilegiata, isola offerta al turismo, alle attività sportive e allo svago. In questo senso sogno un’area verde più estesa dell’attuale, ricca di ronchi vignati, di frutteti, in modo particolare di noci (per la produzione del ratafià), di meli e di ciliegi in fiore. La produzione casearia non vi dovrà mai mancare, così come i suoi tradizionali alpeggi prealpini con le sue tipiche formagelle e i gustosi formaggini. Sogno una diversa politica dei trasporti basata su mezzi di comunicazione silenziosi e non inquinanti: servizi pubblici economici e regolari, come per esempio dei piccoli bus navetta gratuiti per le persone anziane! Evidentemente in questa pieve ideale ma non troppo saranno bandite le grandi superfici commerciali, mentre si privilegerà il piccolo commercio e l’artigianato. Una Capriasca quindi a chilometro zero! In alternativa al modello di sviluppo urbanistico delle città, assisteremo a una decisa limitazione delle aree edificabili, nello stesso modo che si rifiuteranno industrie e vie di transito invasive e controproducenti alla qualità di vita dei Cittadini? Benché ricca di terrazzi esposti al sole, la valle ha torrenti piuttosto incassati (non per nulla percorsa dal Cassarate) le superfici boschive andranno così salvaguardate, come fonte energetica e protezione geologica. I secolari castagneti recuperati, le mulattiere e i sentieri montani meglio curati! Di primo acchito, il sogno può sembrare retrogrado e conservatore, ma non dovremmo mai scordare che le nostre antiche libertà non riposarono mai sulla dipendenza pressoché totale dai grandi mercati internazionali e ferocemente globalizzanti. Sognare, dopo tutto, non costa nulla!