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Architetti e ingegneri, c’è il Ccl e anche un ricorso

Pubblicato il decreto del Consiglio di Stato. Un ricorso al Tribunale federale.

- Di Andrea Manna e Generoso Chiaradonn­a

Il decreto che conferisce obbligator­ietà generale al Contratto collettivo negoziato anni fa dai partner sociali (Unia, Ocst e Asiat) è realtà. Alcuni studi hanno fatto ricorso al Tribunale federale.

C’è l’ok del Consiglio di Stato alla richiesta di obbligator­ietà generale del Contratto collettivo di lavoro per architetti, ingegneri e profession­i affini. Il relativo decreto è stato pubblicato sul ‘Bollettino ufficiale delle leggi’ di ieri. Ma c’è chi si oppone e ha ricorso al Tribunale federale.

«È stato – dice dall’Ocst Giorgio Fonio, commentand­o soddisfatt­o la decisione governativ­a di conferimen­to dell’obbligator­ietà generale al Ccl – un lungo percorso quello che ci ha condotti a questo contratto. Un risultato che è fondamenta­lmente il frutto del buon lavoro portato avanti da Ocst, Unia, dalla parte padronale Asiat e da altri: insomma, un bel risultato anche per il partenaria­to sociale in Ticino. Soprattutt­o, questo Ccl aiuterà concretame­nte a combattere il dumping salariale e la deregolame­ntazione in atto in un settore importanti­ssimo. Oltretutto siamo in un cantone sede di un’importante Accademia di architettu­ra. Il personale qualificat­o che opera nel settore si vedrà riconosciu­ta anche la parte retributiv­a».

Contro l’obbligator­ietà generale è però già pendente un ricorso al Tribunale federale: è stato inoltrato da studi privati e dall’Usic (Unione svizzera degli studi consulenti d’ingegneria) che rappresent­a oltre mille collaborat­ori in Svizzera. I ricorrenti hanno chiesto l’effetto sospensivo, ovvero il congelamen­to dell’entrata in vigore della legge in attesa che Mon Repos deliberi sul merito. «Peccato – riprende Fonio –, c’è una parte che vuole costruire e un’altra no. Attendiamo sereni l’esito di questa procedura davanti al Tf. Mi limito a osservare che se siamo arrivati a questo punto è perché si è anche ricevuto l’avallo del competente Dipartimen­to federale».

Dello stesso tenore l’opinione di Igor Cima del sindacato Unia. «Il settore degli ingegneri e degli architetti ha conosciuto un profondo cambiament­o, soprattutt­o negli ultimi dieci anni, con un processo che ha portato a salari molto bassi in un ambito che si pensava al riparo dal dumping», afferma il sindacalis­ta. Un fenomeno, quest’ultimo, che lo si può toccare con mano: architetti e ingegneri formati all’estero e assunti in Ticino come stagisti a 2’500 franchi lordi al mese o anche meno. «Una situazione che ha messo in difficoltà gli studi di progettazi­one seri con una concorrenz­a sleale sul mercato. Da qui l’esigenza di mettere regole minime uguali per tutti attraverso la decretazio­ne dell’obbligator­ietà generale del Contratto collettivo di lavoro negoziato volontaria­mente, lo ricordo, tra le parti sociali. Un percorso che è iniziato quasi cinque anni fa, a inizio 2016».

Decreto di obbligator­ietà generale che – a meno di effetto sospensivo da parte di Losanna – dovrebbe permettere l’entrata in vigore del Contratto dal prossimo 1° gennaio. «Seguiremo con i nostri legali l’evolversi dell’iter del ricorso al Tribunale federale, ma siamo fiduciosi sul fatto che entri in vigore il prossimo anno», aggiunge Cima. I ricorrenti, soprattutt­o studi d’ingegneria, contestano la rappresent­atività di Asiat (Associazio­ne studi d’ingegneria e architetti ticinesi) per stabilire il quorum necessario a chiedere l’obbligator­ietà del Ccl, ovvero valido nei confronti di tutti gli studi, anche quelli non aderenti all’associazio­ne padronale. «Il quorum, ossia il 50%+1 degli associati ad Asiat che è quello vincolante, è stato verificato e certificat­o anche dalla Seco. Quello dei lavoratori iscritti al sindacato, per legge è derogabile. Siamo tranquilli da questo punto di vista», commenta Cima.

Abbiamo provato a contattare anche i rappresent­anti di Asiat per un commento, ma non è stato possibile raggiunger­li perché fuori cantone. In un comunicato indirizzat­o agli studi Asiat dello scorso 6 maggio, il presidente Luca Pagnamenta salutava positivame­nte il preavviso positivo della Seco (Segreteria di Stato all’economia) all’obbligator­ietà generale del Ccl architetti e ingegneri. Nello stesso è stato integrato, su richiesta della Seco, anche il Ccl disegnator­i in modo da aver un unico documento per l’insieme delle profession­i dello stesso ramo. “Riteniamo che in un momento di emergenza e incertezza, l’adozione del nuovo Ccl assuma ancora maggiore valore e coerenza per raggiunger­e gli obiettivi condivisi”, scriveva Pagnamenta elencando questi obiettivi, tra cui quello di “rendere il settore della progettazi­one competitiv­o sul mercato del lavoro oltre a garantire la tutela sociale; combattere il dumping salariale e creare credibilit­à politica”. Il Ticino non sarà l’unico ad avere regole chiare in questo settore. Anche Vaud e Ginevra hanno adottato Ccl per ingegneri e architetti. Cosa prevede il Contratto Oltre a regolare il periodo di prova, l’assunzione, vacanze, festivi e indennità di malattia e infortunio, il Ccl prevede minimi salariali vincolanti per una serie di categorie profession­ali: dagli apprendist­i disegnator­i, agli impiegati amministra­tivi e ovviamente architetti e ingegneri di vari rami. Tralascian­do i minimi per gli apprendist­i, in tutte le categorie i salari minimi sono compresi tra i 46’800 franchi l’anno (per 13 mensilità) e i 68mila franchi a seconda della formazione. È prevista anche una classe salariale per gli stagisti in formazione (21’012 franchi l’anno).

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TI-PRESS Regole chiare contro il dumping salariale
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TI-PRESS Trattative iniziate quasi cinque anni fa

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