Un Ambrì forza 6 spazza via il Davos
Due volte Nättinen, poi Grassi, Müller, Zwerger e Flynn. Per una vittoria che non fa una piega.
Vittoria meritata per i leventinesi nonostante un approccio all’impegno piuttosto difficoltoso a causa della nevicata. In gol Nättinen (2), Grassi, Müller, Zwerger e Flynn.
Davos – Fioccano reti in mezzo alla neve. Dopo un pomeriggio trascorso praticamente tutto sul bus, in mezzo alla bufera, sulla strada che porta a Davos. Eppure, nonostante le gambe intorpidite, in una partita rinviata di venti minuti per permettere ai biancoblù di prendere almeno un po’ di fiato, i più pronti al momento del via sembrano proprio i ragazzi di Luca Cereda. Che pattinano molto, lottano su ogni disco e provano a mettere il maggior numero di tiri possibile sulla porta difesa da Robert Mayer. «Forse il fatto di arrivare qua e aver dovuto fare tutto di fretta, costretti ad andare subito sul ghiaccio, da una parte ti obbliga a essere subito pronto fisicamente, perché non c’è tempo per ambientarsi, e dall’altra magari allontani un po’ la testa dai pensieri» dice Michael Fora, tornato capitano dopo l’assenza di Elias Bianchi, costretto nuovamente in infermeria per il riacutizzarsi del dolore a una non meglio precisata parte bassa del corpo.
E quell’ottimo avvio non è che l’inizio, per il difensore numero 29 e per i suoi compagni. Che non solo continuano a crearsi buone occasioni, ma giocano un po’ a fare il Davos, cercando cioè di riuscire a trarre sempre il massimo dalle sbavature degli avversari. Come le due, palesi, che sono all’origine delle prime due reti ticinesi: prima l’episodio in cui Barandun va in confusione, e su quel disco senza padroni si fionda Zwerger al trentunesimo minuto spaccato, regalando un servizio d’oro all’infallibile Nättinen, che difatti da quella posizione mai si permetterebbe di sbagliare. Poi, soprattutto, l’ingenuo raddoppio su Rohrbach dietro la porta grigionese, con Grassi che sorprende tutti, e per primo se stesso, lasciando senza parole il povero Robert Mayer. «Sì, abbiamo sfruttato bene le occasioni, ed è importante per noi – continua Fora –. Quando succede di recuperare un ‘turnover’ dei tuoi avversari, quello è il momento per punirli». Poi c’è il Davos, che a punirsi ci pensa da solo. In sessanta minuti, i grigionesi si ritrovano con un uomo in più sul ghiaccio per un totale di 9’12”, più un altro minuto e ventiquattro secondi in 5 contro 3. Il risultato? Zero. E la faccia di Christian Wohlwend proiettata sullo schermo gigante dice più di mille parole. Naturalmente, però, parte del merito ce l’ha anche l’Ambrì. Che con l’uomo in meno è efficace al punto di rendere difficile ai grigionesi anche soltanto riuscire a piazzare il powerplay. Dato quantomeno curioso: alla fine il bilancio delle penalità è stato di 1 a 7 contro la squadra di Cereda, i cui quintetti del powerplay non hanno però mai avuto l’opportunità di scendere in pista. «Sì, d’accordo, ma non è che gli arbitri facciano sempre tutto sbagliato – aggiunge Fora –. Certo che però non è stato facile, perché il powerplay ci dà tanto ritmo. Ma direi che la nostra è stata una prova di carattere, e ci ha dimostrato che possiamo segnare a cinque contro cinque, sfruttando a dovere le occasioni. Ed è su questo punto che dobbiamo continuare a lavorare».
‘Non prendiamo la cosa alla leggera’ L’unico neo della partita sono quei quattro gol subiti in un terzo tempo folle, in cui l’Ambrì è passato dallo 0-2 allo 0-4, poi dal 2-4 al 2-5 e infine dal 35 al 4-6 finale. «No, non prendiamo la cosa alla leggera – conclude Michael Fora –. Parliamo spesso di consistenza, non importa quale sia il risultato. Stasera è andata bene, abbiamo messo in pista carattere e la vittoria ce la siamo guadagnata, ma questa è comunque una lezione da cui dobbiamo imparare».