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Un Ambrì forza 6 spazza via il Davos

Due volte Nättinen, poi Grassi, Müller, Zwerger e Flynn. Per una vittoria che non fa una piega.

- Di Christian Solari

Vittoria meritata per i leventines­i nonostante un approccio all’impegno piuttosto difficolto­so a causa della nevicata. In gol Nättinen (2), Grassi, Müller, Zwerger e Flynn.

Davos – Fioccano reti in mezzo alla neve. Dopo un pomeriggio trascorso praticamen­te tutto sul bus, in mezzo alla bufera, sulla strada che porta a Davos. Eppure, nonostante le gambe intorpidit­e, in una partita rinviata di venti minuti per permettere ai biancoblù di prendere almeno un po’ di fiato, i più pronti al momento del via sembrano proprio i ragazzi di Luca Cereda. Che pattinano molto, lottano su ogni disco e provano a mettere il maggior numero di tiri possibile sulla porta difesa da Robert Mayer. «Forse il fatto di arrivare qua e aver dovuto fare tutto di fretta, costretti ad andare subito sul ghiaccio, da una parte ti obbliga a essere subito pronto fisicament­e, perché non c’è tempo per ambientars­i, e dall’altra magari allontani un po’ la testa dai pensieri» dice Michael Fora, tornato capitano dopo l’assenza di Elias Bianchi, costretto nuovamente in infermeria per il riacutizza­rsi del dolore a una non meglio precisata parte bassa del corpo.

E quell’ottimo avvio non è che l’inizio, per il difensore numero 29 e per i suoi compagni. Che non solo continuano a crearsi buone occasioni, ma giocano un po’ a fare il Davos, cercando cioè di riuscire a trarre sempre il massimo dalle sbavature degli avversari. Come le due, palesi, che sono all’origine delle prime due reti ticinesi: prima l’episodio in cui Barandun va in confusione, e su quel disco senza padroni si fionda Zwerger al trentunesi­mo minuto spaccato, regalando un servizio d’oro all’infallibil­e Nättinen, che difatti da quella posizione mai si permettere­bbe di sbagliare. Poi, soprattutt­o, l’ingenuo raddoppio su Rohrbach dietro la porta grigionese, con Grassi che sorprende tutti, e per primo se stesso, lasciando senza parole il povero Robert Mayer. «Sì, abbiamo sfruttato bene le occasioni, ed è importante per noi – continua Fora –. Quando succede di recuperare un ‘turnover’ dei tuoi avversari, quello è il momento per punirli». Poi c’è il Davos, che a punirsi ci pensa da solo. In sessanta minuti, i grigionesi si ritrovano con un uomo in più sul ghiaccio per un totale di 9’12”, più un altro minuto e ventiquatt­ro secondi in 5 contro 3. Il risultato? Zero. E la faccia di Christian Wohlwend proiettata sullo schermo gigante dice più di mille parole. Naturalmen­te, però, parte del merito ce l’ha anche l’Ambrì. Che con l’uomo in meno è efficace al punto di rendere difficile ai grigionesi anche soltanto riuscire a piazzare il powerplay. Dato quantomeno curioso: alla fine il bilancio delle penalità è stato di 1 a 7 contro la squadra di Cereda, i cui quintetti del powerplay non hanno però mai avuto l’opportunit­à di scendere in pista. «Sì, d’accordo, ma non è che gli arbitri facciano sempre tutto sbagliato – aggiunge Fora –. Certo che però non è stato facile, perché il powerplay ci dà tanto ritmo. Ma direi che la nostra è stata una prova di carattere, e ci ha dimostrato che possiamo segnare a cinque contro cinque, sfruttando a dovere le occasioni. Ed è su questo punto che dobbiamo continuare a lavorare».

‘Non prendiamo la cosa alla leggera’ L’unico neo della partita sono quei quattro gol subiti in un terzo tempo folle, in cui l’Ambrì è passato dallo 0-2 allo 0-4, poi dal 2-4 al 2-5 e infine dal 35 al 4-6 finale. «No, non prendiamo la cosa alla leggera – conclude Michael Fora –. Parliamo spesso di consistenz­a, non importa quale sia il risultato. Stasera è andata bene, abbiamo messo in pista carattere e la vittoria ce la siamo guadagnata, ma questa è comunque una lezione da cui dobbiamo imparare».

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