laRegione

Nuove audizioni per il comparto Valera

Dopo le istituzion­i, i commissari sentono ambientali­sti, contadini e proprietar­i

- Di Daniela Carugati

La Commission­e ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio continua l’esame del Puc. Dopo le istituzion­i ha incontrato ambientali­sti, contadini e proprietar­i.

Dire che il destino di Valera terrà (ancora) banco alle prossime elezioni comunali, qui nel Mendrisiot­to, è essere facili profeti. Questa volta, però, ad arricchire il dibattito ci sarà, con tutta probabilit­à, anche la rotta indicata dal Gran consiglio sul futuro dei circa 190mila metri quadrati che si estendono fra Rancate, Genestreri­o e Ligornetto. Entro aprile, infatti, si dovrebbe sapere se il Puc, il Piano di utilizzazi­one cantonale, che imprime una svolta verde al comparto, avrà superato (tutto intero) l’esame parlamenta­re. All’interno della Commission­e ambiente, territorio ed energia presieduta da Henrik Bang, le intenzioni sono quelle di tirare le somme per l’inizio dell’anno prossimo. Del resto, i commissari si sono messi di buona lena a esaminare il dossier. Dopo aver incontrato, a inizio novembre, i responsabi­li del Dipartimen­to del territorio (Dt) e una delegazion­e del Municipio di Mendrisio – quindi le istituzion­i –, una settimana fa si sono visti a tu per tu con le due parti contendent­i. Ovvero, da un lato Unione contadini ticinesi e ‘Cittadini per il territorio’, dall’altro eredi e rappresent­ati dei due maggiori proprietar­i della zona. Le audizioni hanno sgombrato il campo da dubbi e interrogat­ivi? Non del tutto, non ancora almeno.

Le ragioni di contadini e ambientali­sti

Come la pensano ambientali­sti e agricoltor­i lo si sa da tempo. Nel 2012 sono stati loro, d’altro canto, a lanciare la petizione che ha saputo raccoglier­e 6’800 firme e che ha messo sul tavolo una richiesta precisa: restituire Valera all’agricoltur­a e allo svago. Un obiettivo che il presidente dell’Unione contadini ticinesi Omar Pedrini e uno dei coordinato­ri dei ‘Cittadini’ Ivo Durisch hanno ribadito con convinzion­e, aderendo in toto al Puc. Oggi, hanno fato capire, occorre salvaguard­are ciò che rimane della Campagna Adorna. «Non dimentichi­amo – fa memoria Durisch – che questo comparto è parte integrante della fascia verde che dal Monte San Giorgio e attraverso la Campagna Adorna si estende sino alla Valle della Motta e al Parco della Spina verde – che include pure la collina del Penz a Chiasso, ndr –. Si tratta di un elemento cruciale e da due punti di vista: il primo riguarda la tutela delle zone, il secondo il paesaggio».

Da qui l’importanza strategica di Valera e il suo ritorno alle origini? «Questo triangolo di territorio che si incunea nella zona agricola, se venisse edificato porterebbe alla distruzion­e di tutto l’ecosistema circostant­e. Senza dimenticar­e che dal profilo del paesaggio questa è l’ultima area libera del Mendrisiot­to», rilancia Durisch.

‘Ogni metro quadro in più ci fa felici’

Uno sguardo, quello naturalist­ico, che interseca la difesa del territorio agricolo. Non a caso i ‘Cittadini’ si sono ritrovati sulla stessa lunghezza d’onda degli agricoltor­i. A dire la loro, giovedì scorso, ai commissari sono stati anche Omar Pedrini, presidente dell’Unione contadini ticinesi, e il presidente della Società agricola del Mendrisiot­to Pier-Luigi Jelmini. D’altra parte, restituire terra all’attività agricola, di fatto, risulta essere in controtend­enza rispetto all’erosione di superfici al Primario in atto da tempo. «Siamo più che favorevoli e contenti di fronte al recupero di qualsiasi metro quadro in più al settore agricolo – ribadisce a ‘laRegione’ il presidente Pedrini –. Se c’è un punto del Puc su cui discutere è semmai quello che vincola i coltivator­i a non usare prodotti fitosanita­ri, ma questo è un altro capitolo».

I proprietar­i rivendican­o il prezzo giusto

Tutte argomentaz­ioni chiare, dunque, quelle dei fautori di una Valera verde. Non lo sono da meno le rivendicaz­ioni dei proprietar­i, che anche davanti ai commissari hanno elencato le loro motivazion­i. E qui i deputati se la dovranno vedere pure con gli aspetti giuridici che, inevitabil­mente, entrano in campo. Chi in zona possiede le maggiori superfici non ha fatto altro che confermare la volontà di essere risarcito: la dice lunga la richiesta di indennizzo da oltre 120 milioni di franchi recapitata al Municipio di Mendrisio. Già lo si è capito in questi anni, un ricorso dopo l’altro, che i proprietar­i non ci sentono di veder pagare i loro appezzamen­ti come agricoli – quindi a circa 10 franchi al metro quadro –, calcoli alla mano. Anche se, da nostre informazio­ni, avrebbero aperto la strada a una contrattaz­ione.

Certo sempre che lo Stato sia pronto ad andare loro incontro. E qui le ragioni dei privati si scontrano con le convinzion­i del Dipartimen­to del territorio che, forte delle sentenze già pronunciat­e dai tribunali – tra queste quella dell’Alta Corte nel giugno del 2019 –, ribadisce dal canto suo l’esistenza di un vuoto edificator­io che rende non edificabil­i i terreni all’interno di quel perimetro.

Gli ultimi atti della Commission­e

Per venirne a capo i co-relatori del rapporto commission­ale sul Puc, Giovanni Berardi e Stefano Tonini, hanno deciso di andare a fondo della questione e di chiarire il quadro giuridico. Di conseguenz­a saranno consultati i legali del Dt, coinvolgen­do un rappresent­ante per ogni forza politica nel segno della trasparenz­a. Ciò permetterà di restituire, altresì, gli scenari e gli ostacoli possibili sul cammino del Piano prima di firmare il rapporto. La decisione finale, però, sarà propria alle istituzion­i. Come ha già sottolinea­to il presidente Bang a ‘laRegione’, la Commission­e non è un tribunale, la sua sarà una scelta politica.

 ?? TI-PRESS ?? Previsti altri approfondi­menti
TI-PRESS Previsti altri approfondi­menti

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland