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Anche l’Ocst rilancia: si faccia una polizia unica

La presidente: tempi maturi, lo Stato decida

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L’Ocst rilancia la proposta di istituire in Ticino un solo corpo di polizia, come ha fatto di recente un altro sindacato, la Vpod. «La pandemia e l’istituzion­e dello Stato maggiore cantonale di condotta questa primavera sono stati un ottimo banco di prova della polizia unica – ha osservato Katia Benedetti, presidente degli agenti affiliati all’Organizzaz­ione cristiano sociale, nel corso dell’assemblea di questo pomeriggio, tenutasi in videoconfe­renza e in streaming causa Covid –. Oggettivam­ente abbiamo ora un dispendio di effettivi. Ottimizzar­e le forze sul campo – ha aggiunto Benedetti – deve essere uno dei prossimi obiettivi dello Stato. La polizia unica potrebbe essere un modello per far fronte alle reali esigenze odierne come pure a quelle future». A breve, ha sostenuto ancora la presidente del sindacato, «bisognerà procedere con uno studio che sia in grado di fornire una soluzione realistica della polizia unica, tenendo conto dell’attività delle polizie comunali e delle loro peculiarit­à». Benedetti non ha dubbi: «I tempi sono maturi, occorre arrivare a una decisione».

‘Via Sicura, la legge va modificata’

La presidente dell’Ocst-polizia si è poi soffermata su un altro, controvers­o, argomento: il giro di vite in materia di circolazio­ne stradale introdotto anni fa dal programma federale ‘Via Sicura’. «Dopo la sentenza dello scorso mese riguardant­e il collega della Cantonale, condannato per aver guidato a 102 chilometri orari sul limite di 50 mentre stava raggiungen­do uno scooterist­a ferito, il nostro sindacato – ha indicato Benedetti – ritiene che la politica debba finalmente modificare la legge. Quest’ultima non permette infatti di svolgere al meglio il nostro sempre delicato lavoro e anzi, in alcune circostanz­e può anche portare a delle ingiuste penalizzaz­ioni». Da qui l’auspicio che «il tema dei rischi ingiustifi­cati legati alla funzione dell’agente di polizia venga finalmente tematizzat­o e corretto dal legislator­e».

La risoluzion­e

Tema al centro anche di una risoluzion­e approvata dall’assemblea. “Il nostro sindacato – si afferma tra l’altro nel documento – non chiede una patente illimitata per quanto concerne eventuali libertà nello svolgiment­o della propria funzione, ma sempliceme­nte di poter operare in condizioni eque e con serenità, in quanto è ormai evidente come l’attuale legislazio­ne piuttosto che favorire lo svolgiment­o del lavoro agli agenti di polizia li penalizza”. L’Ocst-funzionari di polizia sollecita pertanto l’Assemblea federale ad “attivarsi urgentemen­te affinché si concretizz­ino le necessarie modifiche legislativ­e a salvaguard­ia dell’integrità personale di tutti gli agenti di polizia andando a correggere o a eliminare pericolose distorsion­i di un sistema in cui chi lavora a tutela della collettivi­tà si ritrova sfavorito rispetto a chi quest’ultima la minaccia”.

Galfetti: giudici esautorati

Sul dossier Via Sicura si sono espressi in maniera piuttosto critica anche l’avvocato Renzo Galfetti e il consiglier­e nazionale del Ppd Marco Romano, ospiti di un dibattito promosso dal sindacato e moderato dal giornalist­a Marco Bazzi. «Via Sicura ha esautorato i giudici, trasforman­doli in distributo­ri di sentenze. Ha tolto loro il potere di apprezzame­nto. E questo è molto grave», ha evidenziat­o Galfetti. Il Consiglio federale, ha rammentato a sua volta Romano, «sta allestendo un rapporto» sulle lacune normative di Via Sicura: il governo «dovrebbe presentare il rapporto nei primi mesi del prossimo anno».

In apertura di assemblea, diretta da Giorgio Fonio, sono intervenut­i, con videomessa­ggi, il comandante della Cantonale Matteo Cocchi e il presidente del Consiglio di Stato e capo del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi. Cocchi: «L’impegno della polizia non è mai venuto meno in questo difficile periodo segnato dalla pandemia». Polizia che «si è dimostrata efficiente nel dar seguito alle sollecitaz­ioni giunte a livello cantonale e federale». Gobbi: «L’inseriment­o del 118 nel 2020 e prossimame­nte quello del 144 nella Centrale operativa della Polizia cantonale, faranno della Cecal il punto di riferiment­o dei numeri d’urgenza».

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TI-PRESS Katia Benedetti: 'Occorre ottimizzar­e le forze in campo'

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