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L’altra epidemia: le armi

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Il pastore mennonita Mike Martin sa fare miracoli. Sta trasforman­do la canna di una pistola in un rastrello. Ha appena estratto il metallo rovente da una piccola fornace installata nel box di casa, qui alla periferia di Colorado Springs. Ora picchia duro sull’incudine, macchie di sudore chiazzano la sua t-shirt dove un fiore spunta da un fucile spezzato. Ha studiato la bibbia ma ora invece della stola maneggia gli arnesi da fabbro. Sugli scaffali ci sono decine di fusti di fucili di diverso calibro, impugnatur­e, calci in legno. “La nostra missione è smontare le armi e forgiare la pace”, spiega mentre batte col martello per dare nuova forma al frammento incandesce­nte. Nel paese col maggior numero di armi al mondo (centinaia di milioni) c’è qualcuno che prova utopistica­mente a scardinare una logica consolidat­a: più armi, più sicurezza. L’associazio­ne “Strumenti grezzi” fondata da questo reverendo raccoglie pistole, fucili e revolver. E li scioglie, letteralme­nte. Ricicla ogni componente e dalle parti metalliche ricava piccoli strumenti da giardino. Per seminare un’idea nuova.

Non basta la fornace di Mike

La palingenes­i delle rivoltelle operata da Mike

Martin non ha alcun impatto numerico, certo. Una goccia di metallo fuso in un oceano di armi prodotte e vendute qui in America. Tra gli assurdi record di questo 2020 c’è anche quello di acquisti di pistole e fucili. Secondo Small Arms Analytics, alla fine di ottobre erano già più di tutto l’anno precedente: oltre 18 milioni. Un numero mai raggiunto prima, che molti attribuisc­ono anche alle tensioni razziali divampate negli ultimi mesi. Questa statistica si accompagna a quella che tiene conto degli effetti nefasti della loro diffusione. Dall’inizio dell’anno, quasi 40mila morti a causa delle armi, di cui poco più della metà suicidi. Numeri in costante crescita ma contestati dalla potente National Rifle Associatio­n (NRA), la lobby che difende la diffusione delle armi e finanzia generosame­nte i candidati repubblica­ni, in qualche raro caso anche democratic­i. Ora è squassata da inchieste che sembrano corroborar­e i sospetti di corruzione circolanti da lungo tempo.

Dalla Florida al Kentucky

Ed Stack però si è ribellato a questa logica del profitto armato. È il Ceo della catena Dick’s Sporting, oltre 700 negozi di articoli sportivi e da caccia-pesca in tutti gli States. Un paio d’anni fa decise di non vendere più fucili d’assalto e vietare la vendita di armi ai minori di 21 anni. Fu all’indomani della strage nel liceo di Parkland, in Florida: 17 morti tra cui 14 studenti. Un orrore che scosse l’America. Ma che si è poi ripetuto - per fortuna su scala ridotta - poche settimane dopo nel quieto e collinare Kentucky, passando quasi inosservat­o dai media. Due liceali uccisi da un compagno alla Marshall High School. Per una coincidenz­a – una visita medica – quella mattina a scuola non c’era il figlio del signor

James French. Un 50enne calvo coi baffi brizzolati che dopo 20 anni di lavoro come poliziotto, ha aperto un’armeria. E non ha cambiato idea dopo l’ennesima strage di studenti innocenti. L’ho incontrato nel suo negozio, appena fuori dall’abitato di Benton, in quest’angolo di Kentucky che sembra sgomitare tra i confini di Tennessee, Arkansas e Missouri. Il signor James dice di sentirsi tranquillo a vendere armi. Perché lui ne insegna anche l’uso. Ha una lunga esperienza di formazione nell’autodifesa, come istruttore. “Qui siamo in campagna – aggiunge –. Queste sono zone di caccia: le armi sono come uno strumento, come una pala oppure una vanga”. I rastrelli del pastore Mike, a dire il vero, non sparano proiettili.

Mamme senza figli

Proiettili che spesso, qui, volano nell’aria. Nel vero senso della parola: “pallottole vaganti”. Qualcuno le ha sparate. Ma non si sa chi, nel caso di Terrell Bosley, freddato anni fa mentre usciva dalla chiesa dove suonava il basso a Chicago. Come mi ha raccontato sua mamma Pamela, a margine di un torneo di basket organizzat­o per onorare la memoria del figlio nel South Side di Chicago. Al contrario, ha un nome ma non è in galera chi ha ammazzato Raymond, come mi spiega invece sua madre, Charisma. Le rughe sul viso di questa signora afroameric­ana sembrano racchiuder­e la disperazio­ne e il dolore per un figlio appena morto per le troppe armi in circolazio­ne. Su una bacheca Charisma mi mostra le foto del suo primogenit­o. Anzi, ad indicarmel­e è suo nipote, il figlio della vittima, rimasto senza papà. Famiglie spezzate. “Circolano troppe armi”, insiste Pamela, diventata per necessità attivista contro pistole e fucili in una delle città più violente d’America. Altrove, in Virginia, a meno di due ore d’auto da Washington, invece si sfila in piazza per difendere il diritto a portare un revolver e persino un fucile semi-automatico alla cintola. In nome del Secondo Emendament­o sancito dalla Costituzio­ne a stelle & strisce. Quello che garantisce appunto la possibilit­à di possedere un’arma. I suoi strenui difensori – in tempi pre Covid-19 – erano scesi per strada a inizio 2020 a Richmond. Dove però pochi giorni fa il procurator­e generale Mark Herring è riuscito a cancellare un “gun show”. Quelle fiere delle armi dove si compranove­ndono pistole mentre le famiglie passeggian­o tra carabine e fucili d’assalto come se fosse un mercatino di Natale. Almeno stavolta non si farà, causa pandemia.

Eppure, beffardame­nte, in questi tempi segnati dal virus non ci sono fondi per le ricerche sulle armi. Lo vietò il Congresso quasi 25 anni. A differenza del coronaviru­s, per questa epidemia non ci sono tuttora vaccini. E nessuno li sta sperimenta­ndo.

 ??  ?? Ogni anno, dʼestate, Pamela Bosley organizza un torneo di basket in memoria di suo figlio Terrell, ucciso nel South Side di Chicago, dove circola una quantità enorme di armi.
Ogni anno, dʼestate, Pamela Bosley organizza un torneo di basket in memoria di suo figlio Terrell, ucciso nel South Side di Chicago, dove circola una quantità enorme di armi.
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 ??  ?? La signora Charisma mostra le foto di suo figlio Raymond, morto per futili motivi sempre nel South Side di Chicago, dove la circolazio­ne delle armi provoca da anni moltissimi morti.
La signora Charisma mostra le foto di suo figlio Raymond, morto per futili motivi sempre nel South Side di Chicago, dove la circolazio­ne delle armi provoca da anni moltissimi morti.
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In nome del ʻSecondo Emendament­oʼ della Costituzio­ne, a Richmond (Virginia) pochi mesi fa sono scesi in migliaia per le strade a difendere il diritto a portare armi.
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Il pastore Mike Martin mentre forgia attrezzi da giardino fondendo armi. Ha creato lʼassociaz­ione ʻStrumenti grezziʼ a Colorado Springs, un paio dʼore dʼauto a sud di Denver.
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James French, ex ispettore di polizia, oggi è titolare di unʼarmeria a Brenton, in Kentucky. Suo figlio scampò a una strage in un liceo nel 2018.
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Un manifestan­te a Richmond (Virginia), dove poco prima della pandemia migliaia di persone erano scese per strada a manifestar­e in difesa del diritto a portare armi da fuoco.

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