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Elezioni comunali rinviate, Il Tf dà ragione al governo

‘Un anno, quasi al limite della proporzion­alità’

- Di Andrea Manna

Il provvedime­nto del Consiglio di Stato – ovvero il decreto con cui lo scorso marzo il governo ha annullato le elezioni comunali previste per il 5 aprile 2020 e rinviato le stesse al 18 aprile di quest’anno – “può essere ritenuto rispettoso del principio di proporzion­alità e della garanzia dei diritti politici”. Lo afferma – come anticipato ieri mattina dal sito online della ‘Regione’ – il Tribunale federale nelle quattordic­i pagine della sentenza con la quale respinge il ricorso inoltrato dagli avvocati Fiorenzo Cotti e Annie Griessen Cotti e da Pierluigi Zanchi: i tre locarnesi avevano impugnato davanti ai giudici di Losanna la decisione del Consiglio di Stato invocando la violazione del diritto di voto dei cittadini. Ma la contestazi­one non regge, secondo Mon Repos. “Il provvedime­nto del rinvio costituisc­e una misura idonea e necessaria alla luce della situazione sanitaria esistente”, scrive la prima Corte di diritto pubblico, nella composizio­ne a cinque giudici, riferendos­i alla prima ondata pandemica in occasione della quale l’Esecutivo cantonale aveva varato il decreto riguardant­e il rinnovo dei Municipi e dei legislativ­i locali. Rinnovo dei poteri comunali che si svolgerà domenica 18 aprile. Il rinvio delle elezioni per il periodo di un anno, avverte il Tribunale federale, è “considerev­ole” e “prossimo al limite della proporzion­alità”. Tuttavia “è ancora ammissibil­e”.

‘Rilevante anche la fase della campagna’

“Nella suddetta situazione di pandemia, il divieto di tenere manifestaz­ioni pubbliche o private limitava gravemente lo svolgiment­o di una campagna elettorale e la possibilit­à per gli elettori di partecipar­vi – si legge inoltre nel verdetto dell’Alta Corte federale, datato 22 dicembre e intimato ieri alle parti –. Ciò ha comportato una restrizion­e per il cittadino di formarsi liberament­e una sua opinione nel modo più completo possibile”. La tesi dei ricorrenti “secondo cui le operazioni di voto e di spoglio avrebbero potuto essere organizzat­e rispettand­o le raccomanda­zioni sanitarie delle autorità ed evitando assembrame­nti di persone non è quindi di per sé sufficient­e né decisiva per concludere al pieno rispetto della garanzia dei diritti politici”. Per il Tf, “è in effetti rilevante pure la fase della campagna elettorale”. I ricorrenti avevano poi richiamato le elezioni comunali ginevrine tenutesi il 15 marzo 2020. “In quel caso – osserva Mon Repos – la campagna elettorale si è però svolta normalment­e, senza particolar­i restrizion­i direttamen­te legate alla crisi sanitaria”. In Ticino “i divieti e le limitazion­i ordinate dalle autorità avrebbero per contro pregiudica­to la campagna elettorale durante un periodo di tre settimane precedenti le elezioni”.

Cotti: sarà una campagna per benestanti

«È stata una decisione presa a cinque giudici, quindi combattuta», commenta alla ‘Regione’ Fiorenzo Cotti. Per il quale «è stata persa un’occasione per affermare che l’annullamen­to di elezioni in corso deve essere un evento eccezional­e e che la democrazia non può fermarsi. E del resto, in Svizzera e all’estero, anche nel medesimo periodo si sono tenute diverse votazioni o elezioni. Il Tribunale federale ritiene che il divieto di tenere manifestaz­ioni pubbliche abbia pregiudica­to la campagna elettorale. Ha però omesso di considerar­e che la campagna era già terminata e che il prossimo aprile il dibattito e la campagna saranno limitatiss­imi. In effetti ben pochi avranno ancora qualche spicciolo per farsi pubblicità. Sarà una campagna per benestanti». In ogni caso, annota sempre l’avvocato locarnese, il Tf «ha lasciato intendere che un anno di rinvio è il massimo tollerabil­e. Ciò significa che le elezioni dovranno tenersi costi quel che costi, limitando se del caso il voto alla sola corrispond­enza. Questo ricorso ha dunque avuto il pregio di chiarire una questione interpreta­tiva fondamenta­le. Rinviare di poche settimane, il tempo di organizzar­e i seggi, sarebbe stata comunque la soluzione più equa e proporzion­ata».

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TI-PRESS Con decreto dello scorso marzo il Consiglio di Stato le ha annullate e rimandate al 18 aprile di quest'anno

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