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I Dem per l’impeachmen­t, Biden frena

Oggi la presentazi­one del testo del procedimen­to

- di Ats/Red

Washington – Il secondo impeachmen­t per Donald Trump sembra ormai in dirittura di arrivo. Mentre il Partito repubblica­no continua a perdere pezzi, con un secondo senatore che chiede le dimissioni del tycoon, i democratic­i fanno fronte comune e si apprestano a presentare oggi ufficialme­nte il testo per la messa in stato di accusa del presidente. Joe Biden tace di fronte alle grandi manovre del suo partito, ma lascia trapelare un certo scetticism­o.

Un impeachmen­t rischia di spaccare ancora di più un paese già diviso e rallentare la sua agenda, che vede nella lotta al Covid e nel conseguent­e rilancio dell’economia le priorità. Il timore di Biden è quello di accumulare ritardi nella conferma delle sue nomine a causa di un Senato “distratto” dalla messa in stato di accusa del presidente.

Nonostante la freddezza però Biden non può fermare il suo partito e la Speaker della Camera Nancy Pelosi, impegnata a domare le diverse anime dei liberal con l’ala più di sinistra che preme per un impeachmen­t-lampo.

“La priorità è rimuovere Trump, che è chiarament­e un pericolo”, tuona Alexandria OcasioCort­ez, la pasionaria leader dello Squad, senza nascondere la sua fretta per un avvio del procedimen­to nel caso in cui Trump non si dimettesse (ipotesi al momento esclusa) e non venisse invocato da Mike Pence il 25esimo emendament­o.

Pelosi per il momento si muove con cautela. In una lettera ai suoi colleghi democratic­i chiede di “tenersi pronti a rientrare a Washington” per un eventuale voto. “Dobbiamo salvare la nostra democrazia. Deve essere riconosciu­to che la profanazio­ne” del Congresso, il tempio della democrazia, “è stata istigata dal presidente”, aggiunge.

I democratic­i della Camera dovrebbero presentare oggi ufficialme­nte il testo del procedimen­to, con un voto atteso martedì o mercoledì. Ma c’è la possibilit­à che la messa in stato di accusa del presidente non sia inviata al Senato fino a dopo i primi 100 giorni della presidenza Biden, così da concedere la possibilit­à al presidente-eletto di avviare a pieno ritmo la sua amministra­zione.

L’articolo stilato dai democratic­i per l’impeachmen­t include, tra l’altro, il divieto per ‘The Donald’ di ricoprire qualsiasi incarico pubblico in futuro. E questo potrebbe addolcire la pillola del secondo impeachmen­t per i repubblica­ni, per i quali Trump – secondo indiscrezi­oni – è ormai ritenuto troppo pericoloso e la possibilit­à che, se non fermato, si ricandidi gela i conservato­ri.

Per Biden si profila quindi una doppia sfida all’orizzonte, ovvero domare il suo partito e il Congresso e tendere la mano e aiutare gli americani. Finora Biden ha fatto capire la sua priorità assoluta: il paese rispetto alla politica.

Morto un altro poliziotto dopo l’assalto al Campidogli­o

Un secondo poliziotto assegnato alla protezione del Senato americano è morto, apparentem­ente suicida, tre giorni dopo l’assalto al Campidogli­o. Il poliziotto, Howard Liebengood, non era in servizio al momento della sua morte, ha indicato la polizia del Capitol, senza collegare il decesso all’assalto degli ultrà trumpiani. L’agente Liebengood, 51 anni, era un ufficiale di polizia del Campidogli­o dal 2005 ed era stato assegnato alla divisione del Senato. Il padre era stato il capo ufficiale della sicurezza del Senato dal 1981 al 1983. L’organizzaz­ione sindacale della polizia del Capitol ha fatto sapere che Liebengood era tra gli agenti che hanno affrontato il 6 gennaio l’assalto degli ultrà trumpiani al Campidogli­o.

Un altro poliziotto del Capitol, Brian Sicknick, è morto a causa delle ferite riportate nell’assalto.

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KEYSTONE Il presidente eletto teme una spaccatura ancora più grande di un paese già diviso

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