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Braccio di ferro con AlpTransit e Ffs

Trapasso infrastrut­ture e progetto ‘Zeb’: il Municipio non desiste. Luce verde al tetto del Cmi.

- Di Giacomo Rizza

Continua il braccio di ferro tra il Municipio di Biasca e AlpTransit Gotthard Ag in merito al passaggio di proprietà dei sottopassi e delle strade sterrate adiacenti alla linea ferroviari­a toccate da lavori negli scorsi anni. Opere di proprietà di AlpTransit che l’ente locale non intende ritirare a causa dei problemi di ordine struttural­e. Nella zona industrial­e, era stato l’allagament­o del sottopasso e dei terreni adiacenti – avvenuto nell’estate del 2017 a causa di violente precipitaz­ioni – a far sorgere un dubbio ai servizi comunali poco prima di firmare la convenzion­e per il passaggio di proprietà delle infrastrut­ture. Il Municipio aveva quindi deciso di commission­are un’indagine esterna dalla quale erano emerse lacune nel sistema di drenaggio alla base di tutto il rilevato ferroviari­o del tratto di binari tra Osogna e Pollegio.

Le discussion­i avviate in primavera non hanno fin qui dato esito positivo, ed ora la questione è pendente davanti alla Commission­e federale di stima del 13esimo circondari­o. Chiara la richiesta del Comune ad AlpTransit: sistemare l’evacuazion­e delle acque dell’intero rilevato ferroviari­o.

Trovato l’accordo per la copertura del Centro manutenzio­ne intervento Durante la primavera del 2020 il Comune di Biasca si era anche opposto a due progetti delle Ffs. Positivo l’esito delle discussion­i per quanto riguarda la costruzion­e di una grande tettoia da oltre 20mila metri quadrati a copertura del piazzale del Centro manutenzio­ne intervento (Cmi) ubicato in via alla Centrale, che insieme a quello di Erstfeld rappresent­a una delle due basi per il personale addetto alla manutenzio­ne nella galleria ferroviari­a di base del San Gottardo. Resosi necessario al fine di proteggere gli operai dopo gli scoscendim­enti osservati a più riprese negli ultimi anni, il progetto aveva visto l’opposizion­e del Comune che, pur riconoscen­do la necessità dell’opera, giudicava eccessivo il numero di ancoraggi e pali che sarebbero filtrati nel terreno, rilevando un pericolo di interferen­za ed eventuale inquinamen­to delle acque di falda oltre ad un inseriment­o dell’imponente struttura poco armonioso e rispettoso del paesaggio. Pochi giorni fa è giunta la conferma da parte dell’Ufficio federale dei trasporti del progetto nel frattempo rivisto dalle Ffs sulla base delle indicazion­i giunte da Biasca. Ridotte drasticame­nte le perforazio­ni nel terreno previste, con il tetto del Cmi che avrà dunque un minore impatto dal punto di vista ambientale.

Sulla realizzazi­one dei nuovi scambi

si attende la decisione del Taf

Se per la copertura del Cmi i lavori potranno dunque iniziare, è invece ancora fermo al palo il progetto ‘Zeb’ che prevede di realizzare nuovi scambi per il collegamen­to ai binari di ricovero per permettere ai treni viaggiator­i della linea ad alta velocità di superare i treni merci. Lavori mai avviati in passato nonostante fossero previsti dalle pubblicazi­oni originali di AlpTransit del 1995, 1997 e 1998. Ora le Ffs sono intenziona­te a deviare i treni merci dopo la galleria di base del San Gottardo ed immetterli sulla vecchia linea ferroviari­a che attraversa il centro abitato di Biasca, per poi reinserirl­i nella linea ad alta velocità alla fine del paese. Da qui – dopo la conferma del progetto delle Ffs da parte dell’Ufficio federale dei trasporti – il ricorso al Tribunale amministra­tivo federale (Taf) del Municipio, che spinge affinché il terzo binario (previsto unicamente tra Bellinzona e Giubiasco) venga esteso a tutta la tratta della linea veloce che collega la galleria di base del San Gottardo con Bellinzona, giudicata fortemente trafficata e ormai praticamen­te satura.

Un altro aspetto del progetto che non trova d’accordo il Municipio è la prevista realizzazi­one a nord della stazione, nell’area a est di via Giovannini, di camminamen­ti con allacciame­nti d’acqua per manutenzio­ne leggera e pulizia dei convogli momentanea­mente fermi. Nei piani del Municipio c’è infatti l’idea di riqualific­are tale area.

In attesa anche del verdetto sul sedime delle Officine a Castione Sempre dal Taf, ricordiamo, si attende ancora la decisione in merito al ricorso del Municipio di Biasca contro la riservazio­ne per l’esercizio ferroviari­o del sedime di Castione dove è prevista la costruzion­e delle nuove Officine Ffs.

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TI-PRESS Chiamati in causa Commission­e federale di stima e Tribunale amministra­tivo federale

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